Le prove che ogni verniciatore dovrebbe fare per misurare le prestazioni delle vernici, senza dover assumere tecnici o investire in costose attrezzature di laboratorio. Basta solo qualche semplice strumento e un po’ di buona volontà.
Enzo Morandi – CE.R.TO.(Centro Ricerche Toscano)
Pierluigi Offredi – Professione Verniciatore del Legno
I SOLVENTI IN CASA
Le superfici verniciate possono subire, anche nell’uso domestico, l’attacco di prodotti utilizzati per la pulizia o che possono incidentalmente cadere sui mobili. E’ quindi importante conoscere le prestazioni delle diverse vernici rispetto all’aggressione dei solventi. La prova che vi proponiamo è poco praticata e poco normalizzata, eppure è utile e semplice. Noi ve la consigliamo perché con poco impegno vi darà informazioni utili che, insieme alla altre prove più note, vi permetteranno di conoscere meglio i prodotti vernicianti che usate, o che dovete scegliere. I riferimenti a questa norma possono essere la UNI 9852 (controllo e valutazione della reticolazione, una norma ormai ritirata), e la UNI EN ISO 2812 (determinazione della resistenza ai liquidi): anche se non si tratta proprio di prove specifiche, servono al nostro scopo!
A COSA SERVE
Già il titolo ce lo dice! Serve a controllare quanto un prodotto secco si lascia aggredire da un solvente. Questa resistenza ci dice molto sulle prestazioni della vernice, perché quanto più un prodotto è reticolato (le molecole che formano il polimero sono legate l’una a l’altra, formando appunto un reticolo) tanto meno esso si lascia aggredire dai solventi. Se la catalisi che ha innescato la reticolazione è stata corretta e lo sono state anche la temperatura, i rapporti di miscelazione, diluizione ecc., la reticolazione dovrebbe essere almeno dell’80%, quindi i solventi non dovrebbero provocare altro che un rigonfiamento, senza ulteriori danni. Se invece i danni si producono, allora qualcosa non ha funzionato, oppure il prodotto in esame non è dei migliori.
MEZZI OCCORRENTI PER ESEGUIRE QUESTA PROVA
Questa volta non serve niente che non sia normalmente già a disposizione:
un batuffolo di ovatta di cotone (quella che usate per pulire le ferite; anche la dimensione può essere quella, 3-4 cm circa);
un pochino di acetone (che sia buono però)
una “coppa Petri” (non vi spaventate, è solo un piccolo recipiente con il bordo perfettamente piano, che serve per farlo accostare bene al supporto senza far passare aria); potete comunque usare anche una tazzina da caffè, magari senza manico, purchè priva di scheggiature sul bordo, insomma, qualsiasi cosa che messa a copertura del batuffolo di cotone inzuppato d’acetone, ne impedisca l’evaporazione. Non deve essere troppo grande, altrimenti l’evaporazione avviene egualmente fino a saturazione dell’aria contenuta.
COME SI ESEGUE
Mettiamo il pezzo da esaminare, verniciato e sufficientemente essiccato (minimo 72 ore), su un tavolo più o meno in bolla (che non penda insomma). Inzuppiamo di acetone un batuffolo di ovatta bianca e mettiamolo sulla vernice da controllare, facendolo accostare bene; copriamolo con una tazzina o quello che avete, assicurandoci che resti tutto dentro e che non esca al di fuori della tazzina. Prendete nota dell’ora, in modo da tornare dopo due ore per togliere tazzina e batuffolo. Pulite con uno straccio di cotone morbido e pulito (va bene anche la carta igienica, una carta di ovatta morbida è ottima), l’importante è che il campione non venga né graffiato, né sporcato. La prova è finita. Ora guardate bene cos’è successo al vostro pezzo verniciato, magari toccatelo anche con l’unghia e cominciate le prime valutazioni. Se non c’è un minimo cambiamento, il prodotto è ottimo e perfettamente reticolato: in questo caso anche l’unghia non accennerà a penetrare nella vernice. Se la vernice si è sciolta lasciando intravedere il supporto, siamo in presenza di un prodotto non catalizzato o di un prodotto “nitro”, comunque un prodotto sopra il quale sarebbe bene non applicare una vernice catalizzata, pena la schiantatura (formazione di cricche) totale. Se si è gonfiato, ma dopo una quindicina d’ore ritorna normale, siete ancora in presenza di un buon prodotto reticolato all’80% e sul quale potete anche sopraverniciare, ma levigandolo, perché altrimenti non avreste aggrappaggio.
DA NON SCORDARE
A proposito di aderenza, se trovate una sbollatura nel punto in cui il prodotto verniciante non si è rovinato, ma solo sollevato dal supporto, significa che non c’era aderenza (o se preferite aggrappaggio). Comparativamente potrete vedere tante cose ed ognuno modificherà o aggiusterà la prova per renderla più consona alle proprie esigenze: fatelo tranquillamente, basta solo che usiate sempre lo stesso metodo, o quantomeno non confrontiate risultati con tempi o solventi diversi!
Nelle puntate precedenti:
La viscosità
Il picnometro e la densità
Il residuo secco
Il “pot-life”
Il grindometro e la macinazione 6 – Il filmografo e il potere coprente 7 – La resistenza al graffio