Utilizzatori di vernici a Treviso

Continua la pubblicazione di un interessante lavoro realizzato a Treviso per la standardizzazione delle metodologie operative per il controllo delle emissioni in atmosfera

A CURA DI:
Direttore del Dipartimento ARPAV di Treviso, Ing.Loris Tomiato Responsabile Servizio territoriale DAP Treviso, Dr.Giuseppe Daniel
U.O. Vigilanza Ambientale, TT.P.A.Paolo Ronchin – Stefano Simionato

L’ACCESSIBILITA’ AI PUNTI DI PRELIEVO


Accessibilità mancante e non prevista

Le postazioni adibite alle operazioni di prelievo di flussi gassosi convogliatisi trovano generalmente lontano dalla bocca di captazione, verso la fine della condotta di aspirazione, principalmente sul tetto del capannone o in posizione elevata. La “strada” di accesso a tali postazioni viene spesso considerata poco importante o, addirittura, nemmeno prevista per i motivi già esposti nell’introduzione. È quindi necessario che venga presa in considerazione nelle diverse fasi dell’iter autorizzatorio. Considerando i problemi strutturali o edilizi dei fabbricati esistenti, è opportuno che questa problematica venga affrontata possibilmente già nella costruzione del capannone: ogni successivo riadattamento porta a dover risolvere questioni pratiche ed economiche non indifferenti. Anche nell’installare impianti di abbattimento è bene prevedere fin dall’inizio l’accessibilità al punto di prelievo, sovente si possono sfruttare alcune strutture già esistenti; a volte potrebbe bastare posizionare diversamente il tronchetto per sfruttare l’accessibilità da un tetto portante o da un filtro a maniche che dotato di idoneo parapetto può diventare una valida piattaforma di lavoro. In ogni caso il momento in cui esporre problemi tecnico/strutturali che rendano difficoltosa l’installazione di vie d’accesso in sicurezza e secondo le esigenze di prelievo (scale, passerelle, piattaforme) è durante la fase istruttoria dell’amministrazione provinciale: una volta emesso il decreto di autorizzazione, le prescrizioni ivi contenute devono essere osservate e le dotazioni previste realizzate. Le aziende che crescono un po’ alla volta con continui ampliamenti, con conseguente permanenza in capannoni industriali spesso datati e ampliati con piccoli interventi provvisori in attesa di soluzioni definitive, determinano una situazione spesso poco conciliabile con le esigenze di controlli (ed autocontrolli). Riservano molte sorprese anche insediamenti nuovi su capannoni in zone industriali o artigianali molto recenti dove, nella fase di progettazione, non è stato affrontato il problema della raggiungibilità in sicurezza del tetto e/o della sua calpestabilità, o comunque non si è tenuto conto di uno sviluppo delle vie di aspirazione necessarie alla linea produttiva che permetta una accessibilità funzionale ai requisiti necessari al controllo.

REQUISITI PER L’ACCESSIBILITA’ AI PUNTI DI PRELIEVO PER CAMPIONAMENTO DI EMISSIONI CONVOGLIATE

I punti fondamentali da valutare sono:

  1. RAGGIUNGIBILITÀ: valutare l’idoneità del percorso necessario per raggiungere la postazione di prelievo, che deve essere segnalato e permettere il passaggio da parte di due o più persone con attrezzature anche di notevole peso e ingombro. Tali tragitti si snodano o attraverso ambienti e/o zone spesso disagevoli, a volte anche di lunghezza notevole e altezze considerevoli. Vi è da considerare inoltre che spesso i fabbricati adibiti ad insediamenti produttivi, soprattutto di non recente costruzione, presentano coperture, anche di notevole estensione, in cemento amianto o fibrocemento (“eternit”), materiale molto usato, nel passato, in edifici industriali ma che non sopporta carichi elevati come il peso di una o più persone, con conseguente facilità di rottura: in queste situazioni si devono predisporre camminamenti o passerelle che devono essere adeguati ai criteri di sicurezza.La larghezza di passerelle o camminamenti è in genere valutata per il transito di una persona alla volta, mentre nel caso dei controlli a camino si deve aggiungere anche il trasporto di materiale. Per lo spazio necessario al posizionamento delle strumentazioni ed attrezzature non sono sufficienti.
  2. SICUREZZA: l’accessibilità deve essere garantita in sicurezza. In ogni caso per scale, passerelle, corrimano, parapetti, piattaforme di lavoro ed altre strutture fisse deve esservi rispondenza alle norme vigenti in materia di igiene e sicurezza sul lavoro escludendo il ricorso ad allestimenti non fissi, che non rispondono ai criteri di autonomia e contemporaneità esposti in questo capitolo. Si noti come una corretta accessibilità sia utile anche alle fasi di autocontrollo e manutenzione cui gli impianti abbiano bisogno.
  3. AUTONOMIA: il personale addetto alla vigilanza, durante l’esecuzione dei controlli, deve poter accedere agli impianti senza che necessitino ausili che non siano quelli fissi o immediatamente disponibili in loco, con l’indipendenza prevista dalla normativa per l’attività di ispezione e controllo.


Passerella con regolare parapetto su tetto in “eternit”


Postazione di dimensioni sufficienti


Percorso disagevole e piattaforma insufficiente


Accesso con scale fisse

A tal proposito si ricordano: D.L. n 61 del 21/01/1994 Art. 2 bis.

Disposizioni sul personale ispettivo.

Nell’espletamento delle funzioni di controllo e di vigilanza di cui al presente decreto, il personale ispettivo dell’ANPA, per l’esercizio delle attività di cui all’articolo 1, comma 1, e delle Agenzie di cui all’articolo 03 può accedere agli impianti e alle sedi di attività e richiedere i dati, le informazioni e i documenti necessari per l’espletamento delle proprie funzioni… Il segreto industriale non può essere opposto per evitare od ostacolare le attività di verifica o di controllo. D.L. n. 152 del 3/04/2006, parte V art 269 comma 9 “L’autorità competente per il controllo è autorizzata ad effettuare presso gli impianti tutte le ispezioni che ritenga necessarie per accertare il rispetto dell’autorizzazione”.

CONTEMPORANEITÀ

Deve essere prevista la possibilità di campionamento contemporaneo di più camini, specialmente se riguardanti la stessa linea o processo per eventuali somme e/o medie delle quantità di inquinanti ricercati. La possibilità di accesso con mezzi mobili e non stabilmente presenti in loco o disponibili solo su preavviso non è adatta.


Collegamento che consente l’ispezione di tutti i camini

IDENTIFICABILITA’:
i camini e gli impianti a cui sono riferiti devono essere identificabili univocamente: gli stessi titolari o responsabili di impianti a volte sono imprecisi o confusi in merito. Sovente lo sviluppo dell’azienda ha portato ad un evolversi della situazione non sempre chiara con vere e proprie giungle di condotte che rendono ardua l’identificazione della loro origine. L’identificazione del camino sul tetto è resa ancora più difficoltosa da mancanza di punti di riferimento certi delle macchine o degli impianti sottostanti. Si ritiene necessario quindi identificare i camini alla postazione di controllo (tronchetto di prelievo) con la stessa numerazione citata in planimetria riferita al decreto.

OPERARE IN SICUREZZA

Durante la permanenza presso lo stabilimento per le operazioni di campionamento a camino la ditta deve garantire la sicurezza nei seguenti momenti:
nell’accesso (percorso),
nel trasporto delle attrezzature necessarie al controllo,
nella permanenza presso la postazione specifica di lavoro, nonché per le caratteristiche degli allacciamenti necessari alle varie fasi del controllo analitico.
Spetta alla ditta, con camini e/o impianti soggetti a controllo, effettuare la valutazione dei rischi per le persone che vi devono accedere, anche per ispezioni o controlli analitici, secondo le vigenti leggi sulla sicurezza, con particolare riferimento al Decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994 e successive integrazioni. Il personale addetto ai controlli dovrà di conseguenza essere messo a conoscenza di tali rischi alla prima visita presso l’azienda, in modo da poter verificare la disponibilità e uso delle attrezzature (DPI e altro) necessarie a prevenire qualsiasi incidente nelle aree interessate dall’ispezione, e predisporre i relativi adempimenti tecnici prima dell’accesso vero e proprio allo stabilimento produttivo per procedere alle operazioni di misura e campionamento richiesti. I rischi generici come caduta, ustione, sforzo da sollevamento, bordi taglienti, ecc. sono generalmente ben conosciuti dal personale addetto, tuttavia ogni ciclo produttivo genera condizioni di rischio particolari, anche in zone di solo attraversamento, che devono essere valutate, comunicate, e comunque possibilmente ridotte. Le diverse fasi del controllo si possono così riassumere:
preventiva informazione dei rischi presenti nell’impianto e nelle zone attraversate, da parte del responsabile della sicurezza (che ogni ditta deve avere) e presa visione del piano di valutazione dei rischi (Decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994 e successive modifiche ed integrazioni);
verifica da parte del personale addetto ai controlli dei DPI in dotazione ed ella loro idoneità in relazione alle esigenze specifiche dell’intervento;
raggiungimento della postazione di lavoro accompagnati da personale della ditta (con valutazione dell’idoneità dei tragitti di accesso, delle scale, delle passerelle, delle piattaforme e delle loro caratteristiche, come da normativa di riferimento);
valutazione degli elementi preliminari per i campionamenti (vedi tronchetti di prelievo, loro dimensioni e idoneità ecc.);
trasporto delle attrezzature: in relazione alle evidenti evoluzioni tecniche delle norme riferite a metodiche di prelievo e misura, le apparecchiature necessarie allo scopo rappresentano un carico di tutto rispetto, inteso come ingombro volumetrico, peso e costo e deve essere possibile il trasporto con idonei mezzi, che rispettino la sicurezza di uomini e strumenti;
verifica dell’idoneità della piattaforma/postazione di lavoro: oltre che di dimensioni minime tale postazione deve essere dotata di idonei parapetti e protezioni;
verifica della presenza di prese elettriche con le seguenti caratteristiche e della loro idoneità relativamente a:
grado di protezione;
dichiarazione di messa a terra dell’impianto;
tipo di prolunghe in dotazione.


Esempio di difficile identificazione di emissioni convogliate


Situazione di tetto non calpestabile e mancanza di identificazione camini

STRUMENTAZIONE E MATERIALE USATI NORMALMENTE NEI CONTROLLI IN DOTAZIONE ARPAV


esempio di attrezzatura per campionamento in isocinetismo


strumento per misura dei gas di combustione


sonda riscaldata per campionamento polveri in isocinetismo (filtro in box esterno)


linea prelievo SOV e acidi

Risulta chiaro che quanto detto sopra, vale per tutto il personale esterno che debba accedere agli impianti e quindi anche i tecnici addetti agli autocontrolli. Di seguito vengono presentate alcune immagini in cui è evidenziata la normale strumentazione, in dotazione a questo Dipartimento, usata per i controlli a camino. Di seguito sono indicati esempi di apparecchiature e dispositivi conformi alle norme tecniche vigenti che devono essere usate, pur utilizzando diverse marche e modelli, da tutti i tecnici che eseguono campionamenti analitici a camino, sia di controllo che di autocontrollo. Si ricorda inoltre che i parametri per il calcolo della portata (velocità e temperatura del flusso gassoso, diametro del condotto), la determinazione dell’umidità, e della densità dell’emissione (con determinazione della percentuale di ossigeno, anidride carbonica e ossidi di azoto) sono dati preliminari e comuni alla maggior parte dei prelievi di inquinanti a camino e necessitano già di partenza di una opportuna strumentazione. I riferimenti normativi per gli elementi dei percorsi di accesso sono riportati nella norma UNI EN ISO 14122:2003 che “definisce i requisiti generali per un accesso sicuro alle macchine indicate nella EN 292-2.” La parte 1 della EN ISO 14122 riporta raccomandazioni sulla scelta corretta dei mezzi di accesso quando non è possibile l’accesso necessario alla macchina direttamente dal livello del terreno o da un piano. La parte della EN ISO 141221 si applica a tutti i macchinari (fissi e mobili) in cui sono necessari mezzi fissi di accesso. Per le condizioni per la scelta di scale a castello o di scale a pioli… Se i mezzi di accesso conformi a 5.3.1 non sono possibili, occorre prendere in considerazione la scelta di una scala a castello o di una scala a pioli. La decisione finale deve essere presa in base alla valutazione dei rischi, compresi gli aspetti ergonomici. Se il livello di rischio (vedere EN 1050) è considerato troppo elevato, la struttura base del mezzo di accesso alla macchina deve essere modificata per consentire l’uso di passaggi di accesso con un minore rischio (vedere 5.3.1 e appendice A). Sono citati soltanto alcuni esempi, la decisione finale deve essere sempre presa in base alla valutazione dei rischi caso per caso. Nella maggior parte dei casi occorre soddisfare più di una delle condizioni indicate nel seguente elenco per permettere la scelta tra le scale a castello o le scale a pioli.


parapetto


passerella su tetto non calpestabile che permette il raggiungimento di tutti i camini


accesso con scala fissa ed uso come piattaforma della parte superiore del filtro a maniche opportunamente dotato di regolare parapetto

La parte della EN ISO 14122-2 si applica alle piattaforme di lavoro e ai corridoi di passaggio che fanno parte di una macchina… può essere applicata inoltre alle piattaforme di lavoro e ai corridoi di passaggio nella parte dell’edificio in cui la macchina è installata, a condizione che la funzione principale di tale parte dell’edificio sia di fornire i mezzi di accesso alla macchina. La parte della EN ISO 14122-3 si applica alle scale, alle scale a castello e ai parapetti che fanno parte di una macchina… o di quella parte dell’edificio in cui è installata la macchina, a condizione che la funzione principale di tale parte dell’edificio sia di fornire i mezzi di accesso alla macchina.


scale fisse a gabbia


Piattaforme di dimensioni inadeguate


Mancanza di piattaforma

Prossimamente:
L’efficacia di captazione e di conduzione
Appendice:
metodi manuali per la determinazione di inquinanti in flussi gassosi convogliati
Bibliografia

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