strati legno e varie umidità

Uno spettro si aggira per l’Italia. Sono già numerosi i casi di difetti sugli scuri (gli schermi oscuranti delle finestre) verniciati con prodotti all’acqua, che hanno provocato danni per decine di milioni.

INTRODUZIONE

I fatti ricorrono con un’analogia impressionante. Il difetto si presenta sia sulla struttura tipo “dogato pieno”, sia sulle ante a perline, verniciate con prodotti all’acqua. Il problema si evidenzia in modo subdolo. Gli scuri vengono finiti senza alcun problema apparente, ma qualche giorno dopo l’installazione sulle abitazioni, complice un tasso di umidità dell’aria superiore alla media, si crea un movimento accentuato del legno (imbarcamento), che può arrivare fino a 15-20 mm sul traverso, costringendo il costruttore a intervenire per rimuovere gli scuri. L’imbarcamento è più accentuato nel caso di impiego di legni con taglio tangenziale, che sono più sensibili alle variazioni dimensionali.

L’IMPUTATO E’ INNOCENTE!

Dato che il problema è nato da quando si impiegano vernici all’acqua, è stato facile attribuire ad esse tutte le colpe. I primi ad aprire la “caccia all’untore” sono stati i produttori di legname, che con le vernici a solvente avevano sempre dormito sonni tranquilli, senza porsi alcun problema tecnico sull’impiego dei loro prodotti, dedicando tutte le energie alla soluzione dei problemi commerciali, per altro già sufficientemente impegnativi. La comprensibile difesa dei fornitori di vernice è stata spesso giudicata dai serramentisti come un’evidente posizione partigiana e addirittura qualcuno, dopo averci picchiato pesantemente il naso e soprattutto con la paura che il difetto si ripresentasse, è tornato ai prodotti a solvente. Questa reazione irrazionale è stata stimolata anche dai numerosi “apprendisti stregoni” che tuttora circolano nel settore, che si improvvisano venditori di vernici all’acqua con un bagaglio tecnico inconsistente e quindi incapaci di motivare in modo preciso la causa dei difetti e soprattutto incapaci di fornire la soluzione del problema che, come spesso accade nella verniciatura all’acqua, richiede un’attenta valutazione delle caratteristiche costruttive dei serramenti.

L’ACQUA PER I SERRAMENTI: UNA SCELTA IRREVERSIBILE

Nella verniciatura dei serramenti l’impiego dei prodotti a solvente è ormai anacronistico. Quasi i 2/3 della produzione viene ormai realizzata con i prodotti all’acqua, per i motivi che abbiamo già più volte evidenziato (eliminazione del rischio di incendio delle cabine, limitatissima emissione di solventi, miglior durata nel tempo, facilità di manutenzione, ecc.). I problemi applicativi esistono oggettivamente, ma vengono superati non appena gli utilizzatori imparano le nuove modalità operative, che ormai sono ben note ai tecnici più preparati. Ovviamente chi si avvicina per la prima volta a questo processo deve essere assistito in modo costante e professionale dai fornitori e quindi il vero problema rimane quello della formazione del personale, al quale crediamo di aver dato un valido contributo, con i nostri libri, la nostra rivista e i nostri seminari.

OGGI A ME, DOMANI A TE

In effetti per i prodotti vernicianti all’acqua rimangono delle nicchie applicative che costituiscono ancora un problema di difficile soluzione, ma proprio in questo campo devono essere concentrati gli sforzi degli operatori del settore. Come sempre è necessario un rapporto di stretta collaborazione tra fornitore e utilizzatore, ma è altrettanto importante che le esperienze, positive e negative, vengono fatte circolare, in modo che siano utili all’evoluzione di tutto il settore. In questo senso il nostro servizio di consulenza raccoglie e cataloga problemi e soluzioni, che nascono principalmente dal contatto costante con i serramentisti, che ci danno parte del loro sapere e ricevono in cambio informazioni chiare, puntuali e soprattutto non commerciali. Ecco perchè è necessario che gli utilizzatori lascino da parte gelosie e presunti “segreti professionali”. Il vantaggio tecnico che può derivare da un’intuizione o dalla soluzione di un problema, può svanire rapidamente quando si presenta un nuovo problema e non si trova la via d’uscita. Se si stabilisce una rete di scambio informativo tra colleghi, si crea un circolo virtuoso fondato su ciò che la saggezza popolare ha sintetizzato con il detto “oggi a me, domani a te”!

FAR LUCE SUGLI SCURI

Il problema di questo manufatto richiede solo una maggiore attenzione dal punto di vista costruttivo, ma è stato comunque brillantemente risolto da numerosi serramentisti, che hanno in alcuni casi investito in macchinari adeguati alle nuove caratteristiche costruttive . Per la costruzione valgono le stesse indicazioni che abbiamo già dato nel nostro “Manuale del Verniciatore” per la costruzione della finestre (spigoli arrontondati, profili orizzontali esterni inclinati di almeno 15°, protezione delle teste, incollaggio e carteggiatura adeguata) e per i cicli di verniciatura da applicare. Inoltre, per questo particolare tipo di manufatti, devono essere prese specifiche precauzioni per prevenire il fenomeno dell’imbarcamento, che possiamo così schematizzare.

  1. Lasciando un piccolo spazio tra maschio e femmina (1-2% rispetto alla larghezza della perlina) nel momento dell’incastro, si consente un’eventuale leggera crescita del legno senza che si creino movimenti dimensionali. In caso contrario, la crescita delle perline produrrà fenomeni di imbarcamento se le doghe sono fissate ad un telaio, o la sovrapposizione dei due schermi se le doghe sono di spessore tale da non richiedere telaio (scuri alla vicentina).
  2. Alcuni serramentisti lasciano uno spazio di circa 2 mm tra le doghe, inserendo dei pezzi di MDF o masonite, che vengono poi sfilati. Sono sufficienti 3 spessori lunghi 1 cm, posizionati nella parte superiore, a metà e nella parte inferiore dello scuro: in caso di variazione dimensionale dovuta all’umidità gli spessori si schiacciano, evitando l’imbarcamento.
  3. Un’altra valida soluzione consiste nell’impiego dei pannelli in multistrato (i più usati sono quelli in Abete o Ocumè), in cui delle fresature longitudinali imitano esteticamente l’;assemblaggio delle perline.

Data la struttura di questo materiale, la lavorazione risulta molto veloce ed agevole e la stabilità dimensionale è garantita. Bisogna fare molta attenzione anche quando si costruiscono i pannelli ciechi o le bugne da inserire in scuri o portoni. Per evitare che le variazioni dimensionali del pannello o le bugne creino delle righe senza vernice nei bordi laterali e delle crepe (quando cala) o un problema di imbarcamento (quando cresce) si deve adottare una delle seguenti soluzioni: o lasciare un piccolo spazio di fuga sui lati del pannello che verrà coperto dal listello copri fuga (il pannello dovrà essere montato senza incollaggio sui bordi e verniciato prima) o oppure, in alternativa, utilizzare per la costruzione del pannello un supporto in multistrato per esterni della stessa essenza del portoncino o con una impiallacciatura superficiale (in questo modo sono evitate le variazioni dimensionali ed i problemi conseguenti).

LA SCELTA DEL LEGNO

Per costruire gli scuri bisogna scegliere tavole che derivano da un taglio radiale (“rigatino”) che, in presenza di umidità, subiscono minori variazioni dimensionali rispetto alle tavole che derivano da un taglio tangenziale (“fiammato”). Queste ultime sono peggiori anche per quanto riguarda la durata del film di vernice; infatti sulla loro superficie si alternano larghe zone di tessuto estivo e larghe zone di tessuto autunnale la cui densità, nonché le caratteristiche meccaniche e di comportamento in seguito alle sollecitazioni, sono assai diverse. Questo fatto causa tensioni tra le zone del legno di diversa compattezza, durante gli sbalzi di temperatura quotidiani, che possono portare a rilevanti discontinuità nell’ancoraggio del film al legno. Per questa ragione quando si espongono al sole ampie pannellature di legno verniciato, come nella costruzione di doghe per i pannelli oscuranti esterni e di bugne o specchi per i portoncini, dovrebbe essere sempre evitato l’impiego di legno con taglio tangenziale, per avere maggiori garanzie di stabilità e durata del film di vernice. Ricordiamo inoltre che alcune specie legnose hanno un’elevata tendenza alla variazione dimensionale.

UMIDITA’ DEL LEGNO

L’umidità del legno da lavorare deve essere compresa tra il 12 e il 13 %, per la costruzione di finestre, e tra il 13 e il 15% per la costruzione di scuri. Umidità superiori o inferiori compromettono non solo la stabilità dimensionale del manufatto dopo il montaggio, ma influiscono anche sulla tenuta della vernice e dell’;incollaggio. Per poter rispettare questi parametri il serramentista deve avere a disposizione un igrometro per la misurazione dell’umidità e deve controllare il legno prima della lavorazione. Una buona pratica è quella di collocare le tavole all’interno dell’azienda almeno una settimana prima del loro impiego; in ambiente chiuso infatti l’umidità del legno si attesta generalmente attorno al 12 -13%.

SPESSORE ED UNIFORMITA’ DEL FILM

Per svolgere la sua funzione di protezione, la pellicola di vernice deve avere un certo spessore ed essere continua ed uniforme su tutta la superficie. Secondo l’Istituto per la tecnologia della finestra di Rosenheim (Germania), utilizzando vernici ad acqua lo spessore asciutto per le finestre non deve essere inferiore a 80 micron per le vernici trasparenti, e a 100 micron per le vernici coprenti (smalti). Nel caso degli scuri invece, dato che la vernice è più sollecitata, lo spessore deve essere aumentato del 10-20%. In ogni caso é bene chiedere al fornitore una vernice con un grado di permeabilità adeguata a quello che la norma europea EN 927 definisce “manufatti stabili”.

GLI SCURI E IL “BLOCKING”

Nel montaggio degli scuri, che sono normalmente sprovvisti di guarnizioni, bisogna fare attenzione nel regolare la ferramenta, in modo da ridurre la pressione nelle battute ed evitare il fenomeno del “blocking” (incollaggio delle superfici). Nelle condizioni più a rischio, quando per esempio le ante non sono perfettamente a piombo e quindi durante la chiusura si crea un’elevata pressione in un angolo, a scopo precauzionale è utile applicare sulle battute, con un dito, un leggerissimo strato di grasso di vaselina; il velo lucido che si forma impedisce l’incollaggio delle superfici. Questa operazione è utile anche quando gli scuri vengono montati in estate e si prevede che rimarranno a lungo chiusi.

GLI SCURI E I DAVANZALI

Bisogna sempre controllare che gli scuri siano costruiti e montati in modo che rimanga uno spazio di almeno 10 mm rispetto al davanzale (o alla soglia). Questo accorgimento è indispensabile per evitare l’assorbimento, sulla parte inferiore del manufatto, dell’acqua piovana stagnante, con conseguenze gravi per il film di vernice. Lo spazio creato in questo modo il davanzale (o la soglia) e la parte bassa dello scuro, impedisce la risalita dell’umidità. Se l’acquirente finale si lamenta, perchè attraverso questa fessura trafila della luce, si può risolvere il problema, quando possibile, montando una guarnizione.

LA “FRITTATA” E’ GIA’ STATA FATTA?

In questo malaugurato caso vuol dire che non avevate ancora letto queste pagine, per cui non vi resta che rimuovere gli scuri, lasciandoli in un luogo asciutto per almeno una settimana, in modo che, cedendo l’umidità accumulata, ritornino alle dimensioni originarie. A questo punto rifate lo stesso ciclo di verniciatura, curando in particolare spigoli e commensure. Per maggiori dettagli tecnici potrete consultare il nostro “Manuale del Verniciatore”, il “Manuale Hydroplus” (edito da Sayerlack) e il manuale “Aumentare la durata dei serramenti all’esterno” (edito da Adler), dai quali abbiamo tratto il materiale per questo articolo.

IL PROBLEMA

 

La costruzione del maschio della doga (arrotondata anziché a punta di grosso spessore anziché sottile) non ha consentito al legno di crescere al proprio interno, dando il fenomeno del rigonfiamento. Si può osservare come solo in pochi casi, il dentino di 2 mm si é schiacciato. In molti altri avendo la punta arrotondata, non é riuscito a conficcarsi nella femmina, crescendo quindi al suo esterno.

ALCUNE POSSIBILI SOLUZIONI

Caratteristiche costruttive la cui efficacia e’ in fase di verifica presso i laboratori di ricerca

A

B

Maschio a punta

Il disegno “B” evidenzia in dettaglio il disegno “A”. Si notino i tre particolari accorgimenti costruttivi
Piccola cavità (mm 2×1) per consentire all’;impregnante di entrare anche sotto la perlina ed evitare così la formazione di linee non colorate in caso di calo del legno.
“Maschio” a punta, che si pianterà nella femmina in caso di accrescimento del legno
Spazio da lasciare tra i bordi interni delle 2 perline (1 -2 mm) per consentire un eventuale accrescimento.
Sulla sinistra Femmina con dentino; sulla destra, Maschio piatto

 

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