Nastroflex abrasivi
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Nastroflex abrasivi. Cosa fare quando il sensazionale non corrisponde al reale: mini guida all’evoluzione dei prodotti abrasivi.
Tra le innovazioni recentemente proposte sul mercato dei prodotti abrasivi, ce n’è una che ha catturato in modo particolare l’attenzione di Nastroflex abrasivi. Secondo l’azienda produttrice, si tratterebbe di prodotti dotati di un “rivoluzionario supporto brevettato”, ottenuto accoppiando film con carta o vellutino. Supporto che, a detta dei proponenti, vanterebbe particolari doti di stabilità e resistenza, salvo poi contrapporlo a un loro nuovo prodotto di sola carta, a quanto pare dotato di caratteristiche tali da portare nel futuro “a una progressiva sostituzione dei tradizionali abrasivi con supporto in tela”.
Non possiamo nascondere che, leggendo queste dichiarazioni, ci è salito il timore di trovarci proprio davanti al denso fumo nero di un arrosto poco invitante. Per cercare di capire quanto ci sia di veramente innovativo in questi prodotti, siamo andati alla ricerca di alcuni dati e notizie, tornando indietro nel tempo fino alla nascita dei supporti per materiali abrasivi.

Nastroflex Sede Ponte di Piave

Anni Cinquanta

Fanno il loro ingresso sul mercato mondiale i cosiddetti prodotti “in combinazione”, o “combi”. La loro particolarità consiste nell’accoppiare la carta alla tela, in modo da conferire all’insieme una maggiore robustezza e resistenza, così da limitare l’allungamento alla trazione.
Per un prodotto accoppiato carta-film si dovrà invece aspettare fino agli anni Novanta, quando un esperimento in tal senso viene realizzato dalla Sunmight.
I prodotti in combinazione di carta e tela sono tuttora usati per particolari nastri di dimensioni fino a 3200 mm di larghezza, impiegati nella produzione di pannelli di truciolare e MDF, o per rotoli destinati a levigare i pavimenti in legno (parquet).

Anni Ottanta

Compare sulla scena un nuovo sistema di aggancio, il rivoluzionario Velcro. Un disco o foglio abrasivo di carta, tela o film velcrati, può essere facilmente agganciato a un utensile dotato di platorello, opportunamente rivestito di una struttura formata da micro-ganci in grado di penetrare in appositi tessuti agugliati e di trattenerli fermamente.
I prodotti velcrati (in carta, tela o film) sono tuttora ben presenti sul mercato degli abrasivi, tanto che tutte le case produttrici del settore sono in grado di fornire ai consumatori diversi articoli in Velcro, a volte presentato con una propria denominazione (basti pensare a Hookit™ di 3M, Norgrip™ di Norton, Velsystem™ di Nastroflex, tanto per dirne alcuni).

Anni Duemila

All’inizio del nuovo millennio si effettuano alcuni tentativi di sostituire la tela con della carta contenente fibre di tessuto di rinforzo, ma i risultati sono deludenti. Se da una parte è vero che la carta si allunga meno della tela, dall’altra è innegabile che, da sola, presenta l’inconveniente di essere meno tenace alle sollecitazioni di velocità e resistenza a urti e strappi.
Resistenza e adeguata flessibilità sono caratteristiche che, al giorno d’oggi, siamo invece in grado di trovare nelle moderne tele in poliestere, o nelle tele leggere di cotone e in quelle miste poliestere/cotone.

Innovazioni brevettate? Già scartate

Da questo rapido excursus possiamo derivare non solo che i prodotti che vedono i materiali abrasivi applicati a supporti combinati esistono sul mercato da più di mezzo secolo, ma anche che i prodotti in sola carta sono già stati testati, e la loro resa si è rivelata inferiore a quella dei prodotti con supporto in tela.
Ci stupisce, quindi, che un’azienda del settore abbia scelto di puntare all’originalità di quella che chiama “innovazione”, per proporre un prodotto già ampiamente affermato nel panorama degli abrasivi e, per quanto riguarda l’utilizzo della sola carta, già ampiamente scartato.
Ulteriore stupore suscita l’utilizzo dell’altisonante richiamo al “brevetto” per prodotti che, si scopre, brevettati non sono, proprio perché non nuovi né innovativi. Sorge spontaneo il dubbio che vi si sia fatto ricorso banalmente per giustificare gli elevati prezzi di vendita dei prodotti pubblicizzati.
Lascia l’amaro in bocca questo tipo di comunicazione consapevolmente fumosa, volta a monopolizzare con argomenti contraddittori e non rispondenti al vero la capacità di scelta del consumatore. In un panorama ricco di alternative, siamo certi che impegnarsi ogni giorno per proporre prodotti di qualità, innovativi e funzionali, e presentarli poi con la dovuta correttezza e onestà attraverso una comunicazione trasparente, sia l’unico modo per rispettare il consumatore, garantendogli la possibilità di valutare e scegliere il prodotto che fa per lui.

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