Il confronto tra i parametri e i prezzi degli impianti di depurazione a carboni attivi ha suscitato molto interesse tra i nostri lettori che ci hanno inviato altri casi con altri preventivi richiesti utilizzando la bozza di norma UNI sui “Criteri di progettazione, ordinazione, fornitura e manutenzione degli impianti di depurazione delle SOV”
CONSULENZA GRATUITA
A CURA DELLA REDAZIONE
Cambiano i solventi da abbattere, ma non cambiano i preventivi caratterizzati da scheda pubblicata nel numero scorso, che riassume i principali parametri di confronto necessari per valutare un cifre diverse, che secondo alcuni lettori rasentano la truffa. Per fare chiarezza su questo tema presentiamo altri due casi in cui ci é stata richiesta un’analisi tecnica ed economica dei preventivi, ricordando ai nostri abbonati che il servizio per loro é gratuito. Nei casi che descriviamo in questo numero, i lettori hanno chiesto ai fornitori i preventivi utilizzando la impianto a carboni attivi, sulla base della bozza di norma UNI sui “Criteri di progettazione, ordinazione, fornitura e manutenzione degli impianti di depurazione delle SOV”. Anche in questo caso l’indagine è stata svolta per cercare di approfondire e, per quanto possibile, trovare delle giustificazioni plausibili alle differenze di prezzo esistenti tra gli impianti.
La bozza di norma UNI sui “Criteri di progettazione, ordinazione, fornitura e manutenzione degli impianti di depurazione delle SOV” é disponibile sul portale del trattamento delle superfici, all’indiririzzo www.lavaggio.com, cliccando in entrambi i casi sul bottone “depurazione aria”
PREMESSA
Ricordiamo a chi non avesse letto l’articolo sul numero scorso, che il prezzo finale di un impianto di depurazione, nel caso specifico di filtrazione a carboni attivi, dipende da una moltitudine di fattori di diversa natura, i cui principali possono così essere sintetizzati:
qualità dei materiali utilizzati per la carpenteria e loro tipologia dimensionale (la quantità di materiale usato dipende dalle dimensioni globali dell’impianto e dalla presenza di alcune componenti quali serbatoi, ecc, ma anche da precise scelte strategiche: a parità di superficie, l’incremento dello spessore della lamiera da 3 a 4 mm comporta un contemporaneo incremento dei costi pari al 30%)
affidabilità e qualità delle componenti utilizzate (valvole, motori, strumentazione, ecc.)
dimensionamento dell’impianto (numero di corpi adsorbitori, quantità di carbone, diametro delle tubazioni, ecc) e sua logica di funzionamento (durata dei cicli di adsorbimento/desorbimento, controllo automatico o manuale, ecc), che determinano la presenza/assenza di componenti ed apparecchiature
struttura organizzativa e produttiva del costruttore, da cui dipendono i tempi di costruzione e montaggio dell’impianto (la cui incidenza sui costi è importante) e la capacità di approvvigionamento di materie prime e componentistica secondo la logica del miglior rapporto qualità/prezzo
margine di profitto che il costruttore desidera ottenere. La variabilità di tutti questi parametri è in grado di determinare le differenze di prezzo di cui sopra, a parità di richiesta da parte dell’utilizzatore. Quest’ultimo, il più delle volte, incontra serie difficoltà a discriminare correttamente tra le varie proposte che riceve (soprattutto per mancanza di dati forniti da chi stila l’offerta, ma anche per mancanza di informazioni e di preparazione sulla tecnologia in questione) ed alla fine opta quasi sempre per la proposta economica più bassa che, raramente, è anche quella più tecnicamente valida, completa ed affidabile. Con questa comparazione si vuole fornire all’utilizzatore finale un esempio di approccio critico all’esame delle offerte, uno stimolo ed una informazione in più che possano permettere una scelta maggiormente consapevole. Le voci riportate nelle tabelle sono da considerarsi come una sorta di requisiti minimi da dichiararsi da parte del costruttore in sede di offerta.
I RISULTATI DEL CONFRONTO
Anche stavolta tutte le proposte risultano correttamente dimensionate per quanto concerne i principali parametri di processo (velocità di attraversamento e tempo di contatto); questo è già un fattore positivo, anche se non significa automaticamente che l’impianto sia sicuramente in grado di rispettare le prestazioni ambientali richieste (limiti alle emissioni), per tutta la durata della vita dei carboni; le prestazioni infatti, dipendono fortemente dalla logica di funzionamento dell’impianto (durata dei cicli di adsorbimento e desorbimento, frequenza delle rigenerazioni, ottimizzazione delle fasi di asciugatura e raffreddamento dei carboni, ecc.) e dai controlli di processo previsti (in teoria, quanto maggiori sono i controlli appropriati previsti, tanto più facilmente possono essere individuate e tempestivamente risolte quelle eventuali anomalie di funzionamento che, col tempo, tendono a ridurre sia l’efficienza che la capacità di adsorbimento). Nell’articolo pubblicato sul numero scorso il confronto era più semplice, in quanto in tutti e quattro i casi, l’impianto proposto prevedeva la medesima configurazione di base, con due corpi adsorbitori in funzionamento alternato (uno in adsorbimento e l’altro in rigenerazione o pausa); nei due casi analizzati in questo articolo invece la comparazione risulta disturbata dal fatto che l’eventuale scelta deve tenere conto della disponibilità, da parte dell’utilizzatore, di dedicare tempo e personale per l’effettuazione della rigenerazione dei carboni in periodi di fermo attività dell’utenza, nei casi in cui l’impianto di depurazione proposto è del tipo a singolo corpo adsorbitore. Tale necessità può indirizzare la scelta su uno o l’altro impianto, indipendentemente da altre valutazioni tecniche ed economiche. Nella tabella in cui si confrontano gli impianti E ed F, la completezza dei dati forniti è quasi totale, mentre l’altra, in cui si confrontano gli impianti G ed H, si caratterizza per l’elevata quantità di dati non disponibili, che lasciano presupporre la volontà dei costruttori di non divulgare informazioni relative alla propria tecnologia (ad esempio i parametri relativi al dimensionamento del letto di carboni ed ai dispositivi di sicurezza, soluzione G), se non l’effettiva assenza di alcune componenti.
Ricordiamo ai nostri abbonati che il nostro servizio di consulenza gratuito risponde in orario di ufficio al n° 02/39312736 (5 linee con ricerca automatica).Le richieste possono anche essere inviate al fax 02/33220462 oppure all’indirizzo postale di Via A. Patti 2, 20158 Milano. Inoltre, potrete inviare le vostre richieste anche al portale del trattamento delle superfici, all’indirizzo www.lavaggio.com, cliccando in entrambi i casi sul bottone “consulenza”. Il nostro servizio prevede sia un’analisi preventiva della documentazione (preventivi, capitolati, informazioni generali sul fornitore, referenze con data realizzazione impianti ecc), sia una verifica delle caratteristiche prestazionali (efficienza dell’impianto), e di sicurezza (conformità alla marcatura CE), che verrà effettuata dopo l’installazione. I casi G ed H vanno quindi considerati come esempio di scarsa trasparenza da parte del costruttore e l’utilizzatore dovrebbe rifiutarsi di accettare preventivi di questo tipo. In entrambe le tabelle, a parità di richiesta, i fornitori hanno optato per configurazioni diverse dell’impianto preferendo, in un caso (soluzioni G ed E), un unico corpo adsorbitore ed una minore frequenza di rigenerazione, nell’altro (soluzioni F e H) una maggiore frequenza di rigenerazione, ma anche la maggiore flessibilità di esercizio data dalla configurazione a due corpi. Dall’analisi delle due tabelle emerge il fatto che l’impianto a singolo corpo risulta più economico rispetto a quello con due corpi adsorbitori, anche se il quantitativo di carboni complessivamente presente è superiore. Ovviamente la giustificazione viene dal fatto che per il doppio letto adsorbitore tutta la componentistica relativa ai corpi deve essere raddoppiata ed anche la strumentazione, la componentistica presente nel quadro di comando e la logica di processo deve essere implementata. Ulteriori voci giustificative della differenza di prezzo possono riscontrarsi nella presenza o meno del generatore di vapore e nella sua potenzialità energetica, nella presenza di un analizzatore della concentrazione di inquinante al camino, dalla modalità di funzionamento automatica o manuale.
“Metal Cleaning&Finishing” partecipaal programma di ricerca finanziato daENEA e Ministero Ambiente, affidato all’Istituto Ambiente Italia, “Indagine sui processi di verniciatura e di pulizia delle superfici, delle potenzialità di riduzione fornite dall’applicazione della direttiva comunitariasullalimitazione dell’uso disolventi in alcune lavorazioni industriali”, utilizzato per stabilire le modalità di recepimento della Direttiva V.O.C. e che prevede anche lo studio delle migliori tecnologieapplicabili nella depurazione delle SOV emesse dalle attività di lavaggio e verniciatura.
CONCLUSIONI
Anche stavolta non traiamo nessuna conclusione tecnica parziale nè tantomeno definitiva, se non la semplice constatazione che anche in questo caso gli impianti più economici sono quelli più «poveri» in tecnologia e componentistica e, presumibilmente, anche quelli di minor qualità ed affidabilità (con l’aggravante della scarsa trasparenza mostrata dai costruttori).
IMPIANTI DI ADSORBIMENTO A CARBONI ATTIVI
PARAMETRI DI PROGETTO
Portata aria = 1.300 Nm3 / h
Temperatura aria = 30°C
U.R. aria = 85%
Solvente = Trielina
Concentrazione = 3 g/ m3
Quantità in ingresso = 4 Kg/ h
Attività utenza = 16 h/ gg
Limiti alle emissioni = 20 mg/ m3 o 100 g/ h
Per inviare le richieste di consulenza gli abbonati possono utilizzare, oltre ai consueti mezzi (posta e/ o fax) anche i l portale del trattamento dell e superfici,all’indirizzo www.lavaggio.com, cliccando sul bottone “consulenza”