In questi mesi abbiamo letto varie testimonianze sul problema dell’impennata delle materie prime. Pubblichiamo il punto di vista di un operatore del settore che delinea con precisione il quadro della situazione
Impennata delle materie prime
Già nell’ultima parte del 2020, e successivamente con una progressione esponenziale in questo inizio del 2021, il nostro settore delle vernici per legno, molto legato al mondo del “poliuretanico” (alchidico o acrilico), si è trovato a far fronte un irragionevole aumento di gran parte delle materie prime che sono indispensabili al nostro ciclo produttivo.
Per capire il perché di questi aumenti, al di là di elementi di apparente irrazionalità e inevitabili speculazioni, vi sono tuttavia alcune spiegazioni che proverò a riassumere.
Già da ottobre 2020 abbiamo assistito all’aumento degli “isocianati” (le resine isocianiche necessarie alla fabbricazione degli induritori). Il mercato mondiale è infatti governato da un sistema oligopolistico, ed in Europa vi sono solo 3 produttori di TDI e HDI che sono quelli che maggiormente utilizziamo.
La dichiarazione di “force majeure” di BASF dei primi di dicembre 2020 relativa all’impianto di n-butanolo di Ludwigshafen (il più grande polo chimico europeo e probabilmente mondiale), intermedio per la produzione di monomeri acrilici e acetato di n-butile, entrambi molto usati nel nostro settore, ha inevitabilmente fatto “schizzare in alto i prezzi” di questi prodotti (+220% in pochi mesi), provocando a catena, aumenti di altri solventi “ossigenati” (la cui sintesi, peraltro, non parte dal butanolo, come per esempio l’acetone, il MEK, l’acetato di etile e l’acetato di isobutile).
Questo ha dato il via ad aumenti incontrollati e a difficoltà di reperimento anche degli altri solventi che sono aumentati rapidamente: + 60% il glicole propilenico, e molti, come il PMA, tra il +25% e il 75% in pochi mesi.
Allo stesso modo c’è stato un immediato impatto sulle resine acriliche utilizzate sia nei prodotti a base acqua sia al solvente, il cui aumento è dell’ordine del 15% da inizio anno, ma sicuramente andrà molto oltre nei prossimi mesi.
I solventi aromatici, che notoriamente seguono l’andamento del petrolio, le cui quotazioni sono più legate a questioni geopolitiche che non a “fatti localizzati” in Europa, sono anch’essi in globale aumento (vedere quotazioni del petrolio degli ultimi mesi già a livelli pre-pandemici) e presumibilmente lo saranno almeno fino a settembre 2021. Il brent da gennaio ad oggi è salito del 30% (in soli 2 mesi!), realizzando il miglior inizio dell’anno della storia.
Le resine “poliesteri insature” sono aumentate del 20-25% per l’aumento di pentilglicole, acido adipico e acido isoftalico.
A causa dell’esplosione di polveri di BPA (bisfenolo A) e di un incendio rispettivamente in Cina e Corea del Sud, le resine epossidiche sono aumentate di oltre il 50% in due mesi (vedi dati ISIS).
I prezzi dei materiali ferrosi e dei metalli in genere (si guardi alla quotazione del rame, che per la prima volta dal 2011 ha superato la quotazione di 9.600 $/T) necessari alla produzione degli imballaggi, hanno subito aumenti dell’ordine del 30%-40% nell’ultimo periodo e questo si trasmetterà inevitabilmente e a breve anche in aumento dei costi degli imballi della vernice.
I trasporti a lungo raggio dall’estremo oriente hanno subito aumenti del 400% in un anno (il trasporto di un container da 40” dalla Cina all’Europa costa oggi anche più di 8.000 $) e questo ha generato immediate ripercussioni su tutte le materie prime e i prodotti finiti in arrivo dal Far East.
Nel frattempo, sono state dichiarate altre “forze maggiori”, alcune fino ad Agosto 2021: l’anidride maleica e il TMP (Trimetilolpropano) sono difficilmente reperibili, solventi come ad esempio i chetoni subiscono quotazioni che sembrano fuori controllo.
A causa di tutto ciò, subiamo, quando va bene, continui tagli alle consegne, ma anche ritardi o peggio ancora le stesse vengono posticipate “sine die”, rendendo impossibile qualsiasi pianificazione della produzione o regolare evasione degli ordini.
In qualunque direzione quindi si guardi il problema, la situazione è sempre la stessa: è in atto un vero e proprio “rally” delle materie prime in tutti i settori, compreso, ad esempio, anche quello del legname (il tavolame) e dei pannelli in legno, per rimanere nel nostro settore.
Allargando lo sguardo ai prodotti agricoli, che è davvero difficile considerare “asset preciclici”, i prezzi di mais e la soia sono al massimo da 7 anni.
Tornando al nostro settore, in questo caos totale i produttori di vernici per legno e di diluenti, i più colpiti in questa fase, hanno segnalato prontamente ai clienti la situazione, cercando di mediare l’irregolarità degli aumenti delle varie sostanze con prezzi che consentano di coprire, anche solo in parte, i costi aggiuntivi di questa prima parte dell’anno, con la speranza di un parziale rientro dei costi delle materie prime nei prossimi 2-3 mesi.
È davvero molto arduo in questo periodo prevedere cosa succederà nel medio lungo periodo: molto dipenderà dall’andamento dell’economia e quindi della pandemia.
Se i consumi dovessero ripartire in modo importante, si spera che alcuni aspetti chiaramente speculativi della attuale situazione possano rientrare, ma potrebbe succedere l’esatto contrario, perché tutto è in realtà possibile.
Quello che è impossibile invece, è il sostentamento delle attuali quotazioni, che sono state pensate ai prezzi delle materie prime di dicembre 2020, ma che oggi sono totalmente superati da fatti contingenti al di fuori del controllo del nostro settore, che invece li subisce in toto.
Francamente, sono 35 anni che faccio questo mestiere e non ricordo fenomeni di questa virulenza accaduti in un lasso di tempo così breve.
Per i motivi di cui sopra, se la situazione non dovesse rientrare in fretta, non sarebbe da escludere, nei prossimi mesi, un ulteriore ritocco dei listini di vendita dei prodotti vernicianti e dei diluenti.
Gianfranco Oberti – ASTRA VERNICI
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