costi produzione vernici

In un quadro di incessante aumento dei costi di produzione delle vernici, Assovernici (l’associazione che rappresenta i produttori di vernici italiani) richiama l’attenzione sulle ripercussioni che la situazione sta avendo sul comparto vernici e pitture, uno dei motori produttivi italiani, sottolineando il fatto che la diversa pressione energetica in USA e Asia rispetto all’Europa, sta creando un notevole divario competitivo a livello internazionale.

UNA SPIRALE INARRESTABILE?

L’incremento dei costi delle materie prime e dei trasporti, sempre più penalizzati dall’impatto del caro energia e dallo shock inflazionistico scatenato dalla guerra in Ucraina, sembra sia inarrestabile, almeno nel breve e medio termine.
La bolletta energetica sta incidendo sull’andamento di tutta la filiera, generando un aumento dei prezzi senza precedenti. Onde d’urto con rincari record, di oltre il 100%, hanno colpito l’Italia e l’Europa, mentre Stati Uniti e Asia non hanno sofferto altrettanto la pressione dei costi energetici, prefigurando uno scenario di crescente minaccia alla competitività del settore e più in generale di tutto il Paese.

NON SOLO INFLAZIONE…

La progressione esponenziale dei rincari, partita nel 2020, si è consolidata nel 2021 e per tutto il 2022, toccando tutte le materie prime, come evidenziano questi esempi calcolati dal gennaio 2021:
– gli aumenti per i pigmenti hanno raggiunto il +60%, in particolare per il biossido di titanio;
– per i solventi e le resine epossidiche l’incremento ha superato il 100%;
– si è arrivati al 100% anche per resine acriliche, viniliche e alchidiche;
– si va dal 25 fino al 50% di aumento per gli imballaggi e fino al 100% per i pallet di plastica.
A tutto questo si sono aggiunti gli incrementi nei trasporti e nella manodopera.

CORSA ALL’UTILIZZO DELLE SCORTE

I prezzi di luce e gas, che si sono moltiplicati rispetto allo scorso anno con ripercussioni sui costi di produzione, giocano un ruolo di primo piano: fanno sì che i costi si mantengano su livelli elevati, ben lontani dal pre-pandemia.
Le imprese tendono quindi a ridurre la domanda di materie prime, per utilizzare le scorte immagazzinate nel corso della prima parte dell’anno.
Il panorama è di pressione costante su tutti i componenti utilizzati dal comparto vernici e pitture, con sostanziali ripercussioni negative nel settore, che in Italia rappresenta uno dei principali motori produttivi.
Il fatturato annuo stimato è pari a circa 2 miliardi di euro e la forza lavoro conta quasi 10.000 addetti.
L’Italia, inoltre, è al primo posto in Europa per la produzione di vernici in polvere destinate all’industria e al secondo per la produzione di vernici per l’edilizia.

AUMENTO DEI COSTI DI PRODUZIONE DELLE VERNICI: PREVISIONI FOSCHE

La proiezione per i prossimi mesi resta fortemente inflazionistica, risultato di un contesto di incertezza elevata, per importanti fattori di rischio, come il proseguimento della guerra in Ucraina e il possibile stop delle forniture di gas da parte della Russia nei confronti dell’Europa.
Secondo le previsioni, l’attività economica della zona euro, in contrazione negli ultimi mesi del 2022 sia della manifattura sia nei servizi, mostra come l’economia dell’eurozona stia andando verso la peggiore contrazione da fine 2012, esclusi i mesi di chiusura durante la pandemia.
Il PIL negativo del quarto trimestre 2022 proseguirà anche nel primo trimestre del 2023, dinamica che farebbe cadere l’economia della zona euro in recessione tecnica. I successivi due trimestri del 2023 sono previsti con una crescita positiva, ma ridotta al lumicino.
Anche l’Ocse prevede che la zona euro sia la più colpita dal rallentamento dell’economia globale, con una crescita per tutto il 2023 pari a solo lo 0,5%. Il mondo nel 2023 crescerà invece del 2,2%, contro il 3,1% del 2022.

I prezzi di dicembre delle materie prime per vernici

I prezzi di dicembre delle materie prime per vernici in polvere

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