I primi mesi di quest’anno si sono aperti con i mercati in frenata a causa della riduzione del bonus mobili e la fine del superbonus 110%.
Il 2022, nonostante i problemi internazionali, si era chiuso con ottimi risultati e incrementi significativi dei fatturati per tutta la filiera del legno.
I primi mesi di quest’anno si sono invece aperti con i dubbi creati dalla riduzione del bonus mobili e la fine del superbonus 110%.
Il settore punta a mantenere almeno i livelli dello scorso anno, nonostante il rallentamento congiunturale che qualcuno teme possa trasformarsi in recessione, spinta anche dall’inarrestabile aumento delle materie prime.
Per il nostro settore il problema non è solo il caro energia, ma anche l’impennata del prezzo del legno, che era partita ben prima di quella dei beni energetici, come quella di tutti i prodotti vernicianti.
Un aiuto potrebbe arrivare dalla ripresa della domanda interna, che l’anno scorso è stata migliore di quella esterna, contribuendo alla crescita del nostro PIL, sorprendentemente più di quello di altri Paesi europei.
Il settore legno-arredo vale 49 miliardi di euro (che rappresenta quasi il 5% dell’industria manifatturiera italiana), di cui 18 miliardi di euro sono rappresentati dalle esportazioni.
Questo risultato, frutto del lavoro di circa 70.000 imprese, che impiegano quasi 300.000 addetti, rappresenta un ritorno ai livelli pre-Covid nel 2021.
I dati diffusi dal centro studi di FederlegnoArredo registrano una crescita del 25% rispetto al 2020 e del 14% rispetto al 2019.
Le esportazioni coprono il 37% del fatturato totale e sono aumentate del 20% rispetto al 2020 e del 7% rispetto al 2019, grazie soprattutto al mercato italiano, che ha contribuito con oltre 30 miliardi di euro, un risultato ottenuto grazie anche ai bonus riservati all’edilizia e all’arredamento, consentendo di avere un incremento del 28% rispetto al 2020 e del 18% rispetto 2019.
La crescita non è stata omogena lo scorso anno: l’analisi dei singoli trimestri mostra un rallentamento, perché nel periodo gennaio-marzo l’aumento è stato del 24%, seguito da un 22% del primo semestre e da un 17% del periodo gennaio-settembre. Gli ultimi 3 mesi dell’anno, di cui non sono ancora disponibili i dati precisi, confermare l’evoluzione positiva ma con un ulteriore rallentamento.
Le esportazioni a settembre dello scorso anno erano cresciute del 14%, ma nei primi sei mesi erano al 16%, mentre il mercato interno era cresciuto del 26% nei primi sei mesi, ma a settembre era già sceso al 20%.
Le stime di Federlegno-Arredo ipotizzano una chiusura del 2022 con un progresso del 12% rispetto al 2021, soprattutto grazie al MSL (Macro sistema legno), che ha portato un aumento del 17%, mentre il MSA (Macro sistema arredamento) è cresciuto dell’8%.
“Leggendo i dati del nostro Monitor – ha commentato Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – purtroppo si conferma quanto avevamo detto e previsto nei mesi precedenti. I segnali di rallentamento c’erano e ci sono ancora e l’incertezza dello scenario geopolitico ed economico ci costringe ad essere estremamente prudenti, pur salutando con favore la chiusura d’anno con un segno positivo e che potrebbe chiudersi a doppia cifra.
Risultato tutt’altro che scontato che va però letto alla luce dall’effetto, ancora rilevante, dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Se stiamo infatti assistendo a una diminuzione del costo dell’energia, che impatta positivamente sulle produzioni particolarmente energivore come i pannelli, al momento sono deboli i segnali di una diminuzione dei costi delle materie prime che vanno a comporre i nostri prodotti finali. La plastica registra a ottobre su settembre un -1,6%, l’alluminio un -1,3% e il rame -1,5%. Ancora troppo poco per poter dire che la tanta auspicata inversione di rotta è alle porte”.
Le rilevazioni del terzo trimestre sono state anche l’occasione per sondare le aziende come si stanno organizzando rispetto ai loro piani di investimento. La sintesi che se ne può trarre è che il settore non ha mai smesso di investire, seppur costretto a fare delle scelte figlie del clima di incertezza. Le azioni prioritarie che i partecipanti all’indagine hanno messo in atto aiutano a disegnare il prossimo futuro evidenziando le problematiche che preoccupano le imprese, i driver che ritengono trainare il loro mercato di riferimento e gli asset strategici da custodire e potenziare.
Per il totale filiera legno-arredo oltre il 60% delle aziende rispondenti indica come prioritari gli investimenti per l’efficientamento energetico (per il 27% molto rilevante, per il 36% estremamente rilevante) a seguire, per il 54% dei rispondenti, gli investimenti produttivi (per il 35 % molto rilevante e per il 19% estremamente rilevante). Anche la digitalizzazione dei processi aziendali è percepita come molto rilevante (dal 31% dei rispondenti) o estremamente rilevante (dal 21% dei rispondenti).
Per il Macro Sistema Legno dopo il tema energetico emergono gli investimenti sulle risorse umane (per il 50% dei rispondenti è molto o estremamente rilevante) e quelli produttivi (49% dei rispondenti) mentre per il Macro Sistema Arredamento la priorità è incrementare la presenza all’estero (per quasi il 70% dei rispondenti).
Il settore legno-arredo si conferma inoltre attento al tema della sostenibilità, declinandolo con pragmatismo alla luce dei forti aumenti del costo dell’energia e della difficoltà di reperire materiali. Sebbene la sostenibilità non venga annoverata in modo diretto tra le azioni prioritarie, i rispondenti ne riconoscono il valore e la necessità di perseguirla, anche all’interno di azioni come gli investimenti produttivi e di efficientamento.”
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