Una partita di mobili per ufficio inviata in Germania é stata contestata dal cliente, in quanto é stata riscontrata un’emissione di sostanze nocive. L’analisi delle esalazioni ha dimostrato la presenza di solventi che non avrebbero dovuto essere nelle vernici…
IL CASO
Su queste pagine abbiamo più volte richiamato l’attenzione dei lettori sui danni tossici e tecnici che i diluenti “truccati” possono provocare: i problemi di igiene del lavoro, i difetti di verniciatura o i danni sulle apparecchiature sono stati descritti in tutta la loro potenziale gravità. Stavolta abbiamo scoperto che questi prodotti possono giocare brutti scherzi anche quando meno ce lo si aspetta, addirittura dopo la consegna dei manufatti verniciati e senza che siano emersi problemi tecnici o di nocività in fase di applicazione. Abbiamo seguito da vicino il caso di un’azienda che si é vista contestare una partita di mobili per ufficio venduti in Germania, a causa delle esalazioni tossiche riscontrate dal cliente, comprovate da una serie di analisi effettuate da un laboratorio specializzato. I valori di esalazione sono indicati nella tabella I. La perizia del laboratorio tedesco precisa che i mobili, a temperatura ambiente, anche dopo diversi mesi emettono “consistenti quantità di una variegata miscela di solventi”. Ciò ha provocato un rilascio di sostanze dannose in tutti i locali in cui erano stati installati, provocando irritazione agli occhi e alla pelle degli sfortunati impiegati.
OLTRE AL DANNO ANCHE LA BEFFA
Il bello della vicenda sta nel fatto che il mobiliere ha chiesto i danni al fornitore di vernici, ritenendolo responsabile della formulazione di un prodotto particolarmente nocivo. Le analisi hanno però dimostrato che le sostanze dannose emesse dai mobili erano diverse da quelle contenute nelle vernici, le cui schede di sicurezza erano già da tempo state consegnate all’utilizzatore: il responsabile di tutto era il solito “diluente di recupero” spacciato per diluente poliuretanico, che conteneva l’ormai nota lista di solventi particolarmente nocivi. L’analisi delle vernici ha con- fermato quanto dichiarato dalle schede di sicurezza, mentre non é stato possibile effettuare la stessa verifica sul diluente, in quanto si trattava di una partita a prezzo d’oc- casione, ormai consumata e ovviamente venduta senza scheda di sicurezza (a caval donato non si guarda in bocca!).
SOLVENTI | µg/m3 |
Somma C6-C9 Alifatici | 230 |
Benzolo | <1 |
Toluolo | 140 |
Etilbenzolo | 230 |
Xilolo | 1800 |
Somma C9-C10-Aromatici | 260 |
Hexanal | 30 |
Alpha-pinen | 15 |
Etilacetato | 35 |
Etossietilacetato | 430 |
Butilacetato | 580 |
Acetati sconosciuti | 360 |
Metilisobutilchetone -Metiletilchetone | 55 |
Somma dei VOC trovati | 4200 |
Tab. I – Risultati dell’analisi effettuata sulle esalazioni dei mobili. E’ evidente la presenza di composti che dimostrano la provenienza del diluente riciclato. Si tratta di un prodotto su cui é stata effettuata una distillazione scorretta, che ha provo- cato il trascinamento di sostanze indesiderate
Per informazioni telefonare al n. 02/39.31.27.36
Il cliente tedesco si é comunque dimostrato meno rigido di quanto si pensi, venendo incontro al nostro incauto mobiliere. Invece di rimandare al mittente i mobili “difettosi” se li é tenuti, facendo risparmiare al nostro connazionale i costi di ritiro merce. Purtroppo però l’astuto teutonico, non potendo rivendere i mobili non conformi alla legge al prezzo originale, riuscirà a farlo soltanto ad un prezzo ridotto, per cui ha chiesto e ottenuto un cospicuo sconto. Il mobiliere italiano ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, ringraziando di non avere subito una denuncia che avrebbe potuto avere conseguenze economiche e di immagine pesanti per la sua azienda.
Insomma “cornuto e mazziato”: ma ne valeva la pena?