Polveri esposizione legno 3

I parte dell’ l’articolo pubblicato sulla rivista AIDII. IJOEHY consente la ripubblicazione a scopo divulgativo nel nostro settore

Poian T.*, Martinig M.*, Bacchetti C.*, Beltrame C*, Brunasso A.*, Fabozzi M. *, Franzil E. *, Ligorio E. *, Lister P. *, Mahmutović S.*, Mondini R. *, Occorso L. *, Paroni S. *, Petrin L.*, Passon G.*, Petronio G.*, Revignassi M.*, Tomini L.*, Toscani D.*, Virgili E.*. (*)S.O.C.P.S.A.L. – A.S.S. n. 4 ”Medio Friuli”, Udine.


Tabella 4 – Medie geometriche dei valori di esposizione ottenuti con il selettore ”IOM” e ”conetto”, l’intervallo di confidenza con coefficiente del 95% calcolato con il test statistico T di Student e il valore di esposizione personale dichiarato


Figura 8 – Medie geometriche dei valori di esposizione ottenuti con il selettore ”IOM” e ”conetto”, il valore dichiarato dall’azienda, suddivisi in tipologia omogenea di lavorazione

Nella Tabella 4 sono riportate le medie geometriche dei valori di esposizione ottenuti con il selettore ”IOM” e ”conetto”, l’intervallo di confidenza con coefficiente del 95% calcolato con il test statistico T di Student e il valore di esposizione personale dichiarato dall’azienda nel registro degli esposti ad agenti cancerogeni di cui all’art. 243 del D. Lgs. 81/08 relativo agli operatori coinvolti nell’indagine. Nella Figura 8 sono riportati, suddivisi in tipologia omogenea di lavorazione, le medie geometriche dei valori di esposizione ottenuti con il selettore ”IOM” e ”conetto”, e il valore dichiarato dall’azienda nel registro degli esposti ad agenti cancerogeni di cui all’art. 243 del Lgs. 81/08.  Da una prima analisi si evidenzia: una limitata corrispondenza tra i dati del registro degli esposti e quelli ottenuti a seguito della nostra indagine; valori di esposizione rilevati il più delle volte superiori rispetto a quelli riportati sul registro; valori di esposizione a polveri di legno duro ottenuti con il selettore IOM generalmente più elevati di quelli ottenuti con il ”conetto”. In ordinata al grafico è stato evidenziato il valore limite per le polveri di legno duro di cui al D.Lgs. 81/08.

Lavorazione con macchine confinate

Le lavorazioni analizzate in questo ”sottocomparto” sono eseguite su macchine confinate e aspirate a conferma di una generalizzata serie d’interventi di ”confinamento/ segregazione” che nel corso degli ultimi anni ha interessato gran parte delle macchine automatiche e semi-automatiche del distretto della sedia, con il duplice intento di ridurre sia l’esposizione al rumore sia quella a polveri. Durante queste lavorazioni l’operatore viene a contatto con la polvere di legno duro nelle fasi di carico/scarico materiale o durante le fasi di pulizia/attrezzaggio della macchina stessa dove, per brevi intervalli di tempo (massimo 1 minuto), viene utilizzata l’aria compressa. Queste fasi di lavoro sono state incluse nei campionamenti perché il flusso dell’aria compressa non è indirizzato verso i selettori. Sono state invece escluse le fasi di pudamento abbastanza in linea con i dati presenti nel registro degli esposti. Le differenze più consistenti rispetto al valore di esposizione dichiarato si hanno in quelle aziende che non hanno eseguito alcun campionamento personale o ambientale di polveri di legno ed hanno indicato nel registro degli esposti, quale valore espositivo a polveri di legno duro, il valore limite di 5 mg m3.


Figura 9 – Medie geometriche e valori massimi di esposizione ottenuti con il selettore IOM” e ”conetto”, il valore dichiarato dall’azienda nel sottocomparto lavorazioni con macchine confinate


Figura 10: Medie geometriche e valori massimi di esposizione ottenuti con il selettore ”IOM” e ”conetto”, il valore dichiarato dall’azienda nel sottocomparto lavorazioni di carteggiatura

Carteggiatura

In questo ”sottocomparto”, i valori di esposizione rilevati risultano inferiori al limite in quelle realtà nelle quali:
i banchi di lavoro hanno una buona velocità di captazione a filo foro (2,5-3,5 m sec1) derivante da una regolare manutenzione dell’impianto di aspirazione;
è presente un’attività di controllo ad evitare che i fori di aspirazione si ostruiscano.
ll superamento del limite rilevato nelle ditte n.3 e n.5 é da ricondurre a delle soluzioni impiantistiche e operative che limitano l’efficacia degli impianti di aspirazione a servizio delle postazioni di lavoro. Nella ditta n. 3, il banco di carteggio, realizzato artigianalmente dalla ditta stessa, presenta i fori di aspirazione solo nella zona centrale del banco di lavoro (in parte occlusi con nastro isolante o dal deposito di materiali/attrezzi) mentre le lavorazioni vengono eseguite lungo il perimetro dove non ci sono fori di aspirazione. Nella ditta n.5 invece, le pareti/ superfici aspirate sono così lontane dal banco di lavoro da rendere in pratica inefficace la captazione delle polveri.

Levigatura a macchina

Nel sottocomparto della ”levigatura a macchina”, i valori di esposizione personale con entrambi i selettori sono spesso superiori al valore limite di 5 mg m3 e gli intervalli di confidenza sono elevati e tali da imporre, in una seconda fase del presente lavoro, un’analisi più approfondita unitamente ad un più elevato numero di campionamenti personali.  In questo sottocomparto si rileva lo scostamento più elevato tra i valori riportati nel registro degli esposti e quelli ottenuti nel corso della presente indagine.  Si ritiene che le cause siano da mettere in relazione con:


Figura 11 – Medie geometriche e valori massimi di esposizione ottenuti con il selettore ”IOM” e ”conetto”, il valore dichiarato dall’azienda nel sottocomparto lavorazioni di levigatura a macchina


Figura 12 – Valori medi di velocità dell’aria durante le lavorazioni di levigatura a macchina

la peculiarità di queste lavorazioni, sulle quali vanno ad integgiatura) perché nelle restanti la quantità di polvere raccolta con lo IOM passivo era pari a zero.
alcune soluzioni impiantistiche che vanificano le potenzialità degli impianti di aspirazione collegati/abbinati alle macchine levigatrici. La Figura 12 dimostra come la lontananza (circa 1m) del condotto di aspirazione dal fronte/filo cappa comprometta la velocità di captazione;
una gestione non rigorosa delle serrande poste su tutte le condotte a servizio dell’impianto di aspirazione che ne pregiudica il rendimento. Non è raro trovare le serrande aperte anche su macchine non in funzione;
la presenza di condotte di aspirazione lunghe con curve e gomiti.

nterventi di bonifica

Nel corso dell’indagine sono stati valutati alcuni interventi di bonifica realizzati con l’obiettivo di migliorare le condizioni espositive degli operatori del comparto. Particolarmente interessanti sono stati gli interventi attuati da un’azienda del sottocomparto ”levigatura a macchina” perché dimostrano quanto sia difficile ottenere dei valori di esposizione inferiori ai 5 mg m3. Gli interventi di bonifica realizzati dall’azienda di cui sopra su due macchine levigatrici sono stati i seguenti:
manutenzione dell’impianto di aspirazione;
ottimizzazione delle serrande poste sulle condotte di aspirazione installate sulle macchine e riduzione curve/gomiti delle tubazioni flessibili (22);
riduzione del volume del vano che racchiude il tamburo di rinvio della carta abrasivo mediante l’installazione di spazzole sintetiche. In alcuni casi, invece di impiegare delle spazzole sintetiche, il volume è stato ridotto segregando buona parte dell’area di rotazione del rullo di trascinamento della carta abrasiva (22).


Tabella 5 – Medie geometriche dei valori di esposizione ottenuti con il selettore IOM, il selettore ”conetto” e IOM al netto della quantità di polvere captata con lo ”IOM passivo”


Figura 13 – Particolari relativi agli interventi di bonifica attuati su due macchine levigatrici

Su una delle due macchine levigatrici sono stati raddoppiati i punti di captazione (22). L’intervento ha comportato la sostituzione di una parte della vecchia condotta di aspirazione con una nuova di diametro doppio senza però incrementare la portata dell’impianto di aspirazione. I valori di velocità dell’aria misurati dopo gli interventi, oltre ad evidenziare quanto sia importante l’attività di manutenzione ai fini di un corretto ed efficace funzionamento degli impianti di aspirazione, indicano nella riduzione del volume del vano che racchiude il tamburo di rinvio della carta abrasiva un primo efficace ed economico intervento di bonifica. Il raddoppio dell’aspirazione invece, se non è accompagnato da un incremento della portata dell’impianto stesso, di fatto non migliora la captazione. Nella Tabella 7 sono riportate le medie geometriche, il valore minimo e il valore massimo dei valori di esposizione personale rilevati sui due operatori. I campionamenti personali relativi alle ”macchine bonificate” sono stati eseguiti simultaneamente, sugli stessi elementi in legno da levigare con carta abrasiva di identica grana e su operatori di statura analoga. I valori ”prima degli interventi di bonifica” si riferiscono ad una precedentemente fase di campionamento nella quale l’operatore coinvolto fu lo stesso datore di lavoro e la geometria dei pezzi levigati era diversa da quella ”dopo gli interventi di bonifica”. I risultati ottenuti palesano, nonostante il miglioramento della velocità di captazione seguito agli interventi di  esposizione di 5 mg m3 nel sottocomparto della ”levigatura a macchina”. Difficoltà insite, come già detto, nella particolarità della lavorazione e nella varietà geometrica dei pezzi da levigare che spesso costringono l’operatore ad allontanarsi, anche di molto, dalla cappa di aspirazione vanificando, di fatto, i benefici di qualsiasi intervento di bonifica.bonifica, le difficoltà nel rispettare il valore limite di


Figura 14 – Particolare relativo al raddoppio dell’aspirazione su una delle due macchine levigatrici


Tabella 6 – Velocità dell’aria misurate sulle macchine levigatrici dopo gli interventi di bonifica


Tabella 7 – Medie geometriche, il valore minimo e il valore massimo dei valori di esposizione personale

Conclusioni

Va premesso che nella totalità delle aziende coinvolte nel presente lavoro, le sorgenti di polveri di legno erano aspirate localmente o confinate/aspirate a conferma di una generalizzata serie d’interventi che ha interessato la gran parte delle macchine automatiche e semi-automatiche presenti nel distretto della sedia dal recepimento del D.Lgs 626/94. Nella gran parte delle aziende la pulizia dei locali viene eseguita settimanalmente con motoscope, mentre risulta raro l’impiego della scopa. Insufficiente invece, è l’impiego da parte degli operatori dei dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie messi a loro disposizione. Nell’interpretazione dei risultati non va trascurato il fatto che la presenza dell’Organo di Vigilanza durante i campionamenti può comportare l’adozione di modalità lavorative e ritmi produttivi diversi da quelli ordinari. I valori di esposizione personale a polveri di legno duro ottenuti nel corso della presente indagine, raggruppati per tipologia omogenea di lavorazione, hanno evidenziato, ad eccezione del sottocomparto ”lavorazione a macchine confinate”, una limitata correlazione con i valori riportati nel registro degli esposti ad agenti cancerogeni di cui all’art. 243 del D. Lgs 81/08 come illustrato nella Tabella 8 dove sono state riportate le medie geometriche dei campionamenti ”IOM”, ”Conetto”, ”Dichiarati” e i rispettivi valori minimi e massimi. I succitati valori di esposizioni personali a polveri di legno duro, forniscono delle utili evidenze da impiegare ai fini igienico-sanitari cui è preposto un servizio pubblico di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro ed essere eventualmente di supporto per quei servizi che non sono strutturati per compiere indagini d’igiene industriale, e che possono essere così riassunte.


Tabella 8 – Medie geometriche dei valori di esposizione personale ottenuti con selettore IOM e ”conetto”, dei valori dichiarati dall’azienda ed i rispettivi valori minimi e massimi

I valori di esposizione a polveri di legno duro per gli addetti alle lavorazioni su macchine confinate/ aspirate sono risultati sempre inferiore al limite di 5 mg m3 e, in alcuni casi, anche inferiori al limite ACGIH di 1 mg m3. Il rispetto del limite di 5 mg m3 si ha nelle aziende del sottocomparto della ”carteggiatura” dove esiste un programma di controllo e manutenzione degli impianti di aspirazione. Ugualmente, si consiglia l’impiego da parte degli operatori di idonei mezzi di protezione delle vie respiratorie anche perché, molto

il sottocomparto della ”levigatura a macchina” presenta sempre valori di esposizione personale a polveri di legno duro superiori al limite con picchi anche notevoli, riconducibili alla particolarità delle lavorazioni e al limitato progresso tecnico delle macchine utilizzate in queste lavorazioni.
La manutenzione degli impianti, la segregazione del vano che racchiude il tamburo di rinvio della carta abrasiva ed eventuali altri interventi di bonifica utili ad aumentare la velocità di captazione a filo cappa possono migliorare le condizioni espositive ma, almeno dalla nostra esperienza, risulta difficile il rispetto del limite di 5 mg m-3 e pertanto è obbligatorio che gli operatori utilizzino sempre idonei mezzi di protezione delle vie respiratorie.

Riguardo ai selettori impiegati nell’indagine, i valori di concentrazione delle polveri di legno duro ottenuti con il selettore ”IOM” sono solitamente superiori rispetto a quelli ottenuti con il selettore ”conetto”, e questo può essere messo in relazione con le maggiori dimensioni del diametro dell’orifizio del selettore ”IOM” rispetto al conetto.
I valori di esposizione personale ottenuti con il selettore IOM detratto della componente ”IOM passivo” (Tab5), come anche riportato nel lavoro di A. Campopiano et al. (16), sono in alcuni casi comparabili con i valori di esposizione ottenuti con il selettore ”conetto”. L’analisi visiva dei filtri riguardanti i campionamenti personali nelle lavorazioni di levigatura e carteggiatura, dove si sviluppano unicamente polveri fini, suggerisce che la componente ”IOM passiva” sia dovuta principalmente ad un processo di deposito piuttosto che alla ”cattura” di particelle proiettile stante la difficoltà che le stesse si producano in una simile lavorazione.
Tenuto conto dell’obiettivo che aveva il presente lavoro, non si è proceduto ad ulteriori analisi statistiche di valori trovati, rimandandole ad un successivo lavoro che si ha intenzione d’intraprendere.

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