vernici poliesteri

Egr. Dott. Offredi,
ho letto sulla sua rivista che lei sta coordinando per conto di “Edilegno-Federlegno Arredo” un test per valutare la qualità delle vernici per esterni.  Apprezzo molto la sua iniziativa e l’intento in generale, ma vorrei ricordarle che a riguardo esiste già in Italia una certificazione di prodotto, il “Catas Quality Award Coating System for Exterior Wood”, che è più completo e più garantista rispetto al progetto in questione. La certificazione di prodotto infatti ha molti vantaggi in più rispetto al rapporto di prova che lei intende proporre. Più precisamente la certificazione di prodotto offre le seguenti garanzie.
Il prodotto o il ciclo di prodotti da testare vengono ritirati personalmente da incaricati dell’istituto esaminatore presso la ditta produttrice o direttamente sul mercato, per essere certi che le valutazioni siano poi estendibili a tutta la produzione.
L’applicazione viene fatta dai tecnici dell’istituto, in modo da rispettare le indicazioni che il produttore scrive nella scheda tecnica e simulare realmente in questo modo quello che farà l’utilizzatore. Non si può dunque ad esempio aumentare lo spessore della vernice applicata, rispetto a quello che viene normalmente suggerito, per raggiungere prestazioni migliori. Inoltre i tecnici dell’istituto controllano anche tutta la documentazione tecnica e di sicurezza, per verificare che sia corretta e coerente rispetto al prodotto venduto.
L’aspetto più importante della certificazione di prodotto, e del marchio di qualità che ottiene il prodotto in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti, è comunque legato al fatto che l’azienda produttrice deve consentire all’istituto esaminatore di continuare a fare i prelievi e le prove con una certa periodicità durante l’anno, in modo da controllare che il prodotto venduto non sia mai di qualità inferiore a quello che ha ottenuto la certificazione. In sostanza dunque la certificazione di prodotto consente di qualificare un prodotto tramite un marchio rilasciato da una terza parte indipendente da venditore ed acquirente. Per questo io sono convinto che questo sia lo strumento più efficace e credibile che un utilizzatore possa avere per fare le sue valutazioni su di una vernice e per scegliere il prodotto giusto che gli possa evitare spiacevoli sorprese nel suo utilizzo. Sulla scorta di questi ragionamenti, volendo utilizzare per i miei clienti e per l’alta qualità dei miei serramenti il prodotto che dava maggiori garanzie in questo senso, ho scelto le vernici della ditta austriaca Adler la quale, a quanto mi risulta, è l’unica azienda di vernici attualmente certificata in Italia.
Personalmente poi, utilizzo dei cicli e delle tinte ancora più protettive rispetto a quelle certificate dalla Adler presso il CATAS, per essere certo che il film di verniciatura che io applico ai miei serramenti raggiunga prestazioni addirittura superiori a quelle, pur elevate, richieste dal CQA. Come risultato di questa scelta ho eliminato qualsiasi contestazione nella verniciatura dei miei serramenti (che invece prima erano frequenti) e da quando utilizzo Adler (oltre 4 anni) non ho più avuto alcun reclamo. Naturalmente sarei ben felice di utilizzare vernici di altro marchio che associassero alle stesse garanzie offerte dalla ditta Adler un prezzo più conveniente, ma nessuna altra azienda in Italia ha mai garantito in modo scientifico autorevole e, soprattutto, super partes le prestazioni dei propri prodotti.
Certo tutti mi dicono a parole che il loro prodotto è il migliore, ma nessuno accetta di farsi certificare dal CATAS e di lasciare il posto ai fatti. Sulla mia pelle ho dovuto purtroppo provare che la protezione del legno all’esterno è una cosa così complicata che le chiacchiere, o le eccessive economie o i “prodotti magici”, alla fine causano sempre dei danni che fatalmente ricadono sempre sulle spalle di noi produttori di serramenti, con effetti economici disastrosi.
Per evitare questo ho investito molto del mio tempo nella ricerca della giusta vernice ed ho cercato di capire e studiare i vari rapporti di prova, certificati, omologazioni e garanzie che tutti mi offrivano. Alla fine di tale ricerca sono convinto che il CQA sia l’unica vera garanzia per noi consumatori e naturalmente per i nostri clienti.
Per queste ragioni leggendo il suo articolo e l’iniziativa che si accinge ad intraprendere ho sentito il desiderio di ricordare a lei ed ai miei colleghi che se davvero l’intento è quello di valutare la qualità di un prodotto, con il CQA la strada maestra è già tracciata e tutto il resto è riduttivo. Certo qualsiasi cosa è meglio di nulla, ma se non si fa chiarezza sulla reale portata che i risultati dei rapporti di prova avranno per noi consumatori, invece di portare una ventata di chiarezza nel settore aumenterà la confusione. Da assiduo lettore della sua rivista sono certo che lei saprà evitare confusioni di questo tipo; ritengo infatti giusto riconoscere che il suo lavoro ha davvero portato un po’ di chiarezza e trasparenza nel settore della verniciatura e in molti casi mi è stato d’aiuto per orientare le mie scelte negli acquisti.

Cordiali saluti.

Marco Pizzi
PIZZI SERRAMENTI

Caro Pizzi,
la ringrazio per le parole di apprezzamento e per l’attenzione dimostrata per le nostre iniziative. Credo sia d’accordo con me nel considerare la nostra storia editoriale come la migliore garanzia di serietà nell’affrontare temi delicati e difficili come quello delle prestazioni delle vernici, per cui può essere sicuro che anche stavolta faremo di tutto per evitare confusioni o fraintendimenti. Innanzi tutto tengo a precisare che il progetto che ci ha affidato l’associazione “Edilegno di Federlegno-Arredo” non si contrappone alla certificazione di prodotto, che ritengo senza dubbio un importante forma di garanzia per l’utilizzatore e certamente più valida di un semplice rapporto di prova, come credo di aver esaurientemente approfondito in varie occasioni (vedi ad esempio l’articolo “Certificati o depliants?” su “Professione Verniciatore” 32). Del resto il fatto che altre tre aziende, oltre ad Adler, abbiano richiesto la certificazione CATAS, dimostra che si tratta di un utile strumento a disposizione del mercato, che prenderà sempre più piede tra i consumatori più attenti ai temi della qualità. Noi vorremmo invece, molto più umilmente, proporre un metodo di controllo che ogni utilizzatore può mettere in pratica individualmente, indipendentemente dal fatto che impieghi un prodotto certificato o fornito con un semplice attestato. Se infatti un’azienda non si ritiene garantita dalla certificazione (potrebbe ad esempio non fidarsi della professionalità del CATAS, o potrebbe ritenere il prezzo dei prodotti certificati troppo alto rispetto ai vantaggi ottenuti, o ancora considerare inutili alcune prove e ritenerne utili altre), può di tasca propria pagarsi le prove che ritiene più adeguate alle proprie esigenze e con questo progetto crediamo di aver fornito alcune utili indicazioni in questo senso. Come l’amico Pizzi ben sa, la stragrande maggioranza dei serramentisti italiani (che non usano prodotti certificati) si sente soddisfatta dei propri risultati, mentre i serramentisti tedeschi, che non si sentono garantiti né dalle norme previste emanate a livello europeo (EN 927), né dal Catas Quality Award, hanno stabilito un elenco di requisiti molto più articolato e severo (vedi tab. I). In questo senso nessuno può considerarsi “primo della classe” e, un po’ come nel gioco del poker, c’è sempre qualcuno che può vantare di avere in mano più punti degli altri, con la differenza che nel poker ogni giocatore può vincere (magari bluffando), mentre nel nostro settore di solito il perdente è il serramentista, che non riesce quasi mai ad attribuire a qualcuno la responsabilità di un danno: il fornitore di legname dà la colpa alla vernice, il fornitore della vernice la dà al serramento costruito male e così via, per non parlare delle cause climatiche e “psicologiche”. Lascio quindi agli utilizzatori la scelta del metodo e del livello di severità delle prove a cui sottoporre i propri serramenti: il mio compito è quello di fornire gli strumenti informativi per approfondire la conoscenza dei miei lettori ed aiutarli in una scelta che richiede una profonda conoscenza della materia. So che ciò comporta uno sforzo da parte dei serramentisti, che vorrebbero semplicemente qualcuno che gli dicesse: “compra questo prodotto e ti toglierai ogni problema”. Il mercato invece, con la sua pluralità di soluzioni disponibili, ci costringe sempre a valutare le diverse alternative, per trovare il giusto rapporto “prezzo/prestazioni”. Il fatto é che la scelta delle prove necessarie per poter dare un giudizio oggettivo é molto complessa: dopo dieci anni di studi e lavori, gli esperti europei sono riusciti a mettersi d’accordo nel definire soltanto due requisiti che consentono di giudicare le prestazioni di un ciclo di verniciatura per serramenti; il Catas per la sua certificazione ne ha aggiunte altre quattro, mentre i serramentisti tedeschi, come già accennavo, ne ritengono indispensabili almeno venti: come vede, caro Pizzi, lei si accontenta di poco! E non entro neanche nel merito delle prove sulle prestazioni dei biocidi, che dovrebbero (il condizionale é d’obbligo…) proteggere i serramenti da funghi e insetti: come lei sa non esiste ancora nessuna certificazione di prodotto che ne garantisca la presenza nel barattolo di vernice, e nessuno negli ultimi venti anni ha fatto alcun test in proposito. Si tratta, come sempre, di una pura questione economica: fare prove e ricerche costa e finché non c’é nessuno che sente la necessità di farle avremo ben pochi elementi oggettivi per fare dei confronti seri. L’associazione dei serramentisti che ha promosso il progetto che mi é stato affidato, di soldi ne aveva pochini, per cui ho cercato di individuare quegli elementi che, con le risorse disponibili, potranno contribuire a fornire qualche elemento in più. Tra l’altro i risultati di queste prove ci consentiranno di valutare le differenze che si riscontrano sulle stesse vernici applicate in laboratorio rispetto a quelle applicate dai serramentisti nelle proprie aziende, per cui potrà emergere un interessante elemento di riflessione sulle modalità con cui si fanno le prove in condizioni ideali, rispetto a ciò che avviene in fabbrica (non dimentichiamoci che tutte le prove ufficiali devono essere fatte esclusivamente su provini di un particolare tipo di conifera, mentre in Italia, come tutti sanno, si usano svariate specie legnose, per cui ancora nessuno é in grado di dire con certezza se un prodotto che ha dato buoni risultati sul provino del laboratorio sarà altrettanto valido su altri tipi di legno). Concludendo, desidero ribadire che la nostra iniziativa non si pone in contrapposizione alle certificazioni, né vuole creare marchi di qualità o “hit parade” commerciali: si tratta solo di un modesto contributo alla sperimentazione, che ha già ottenuto un grande risultato, costringendo gli utilizzatori e i fornitori di vernici ad approfondire la conoscenza di un argomento sul quale si giocheranno gli interessi tecnici ed economici di tutto il settore dei serramenti in legno, come ha già ben compreso l’associazione Edilegno di Federlegno-Arredo, a cui va il merito di aver aperto la strada.

Pierluigi Offredi

 

TAB. I – REQUISITI RICHIESTI ALLE VERNICI PER ESTERNO DAI PRODUTTORI DI SERRAMENTI TEDESCHI (VFF)
Requisito Spessore Prima del montaggio
Dopo il montaggio – vernici trasparenti Dopo il montaggio – laccature

30 um
60 – 80 um
100 – 120 um

Permeabilit Acqua EN 927-5 Vapore EN-927-4 Vapore DIN 52615 < 170 g/m2
RMPA < 50 % – DMP > 50 %
Sd > 0,5 m (amb. Umido) Sd > 1,0 m (amb. Secco)
Invecchiamento Naturale EN 927-3
Naturale con sollecitazioni speciali EN 927-3 con pannello modificato
Naturale con grandine artificiale EN 927-3 con pannello modificato
Artificiale UV+CON+Spray (2024 h)
vedi ENV 927-2
come inv. Naturale
Informativo Nessun difetto
Permeabilit alle radiazioni Spettr. UV/VIS con sfera di Ulbricht 280-440 nm < 3 %
Blocking Su base inerte (plastica) † 3
dopo 48 h a 23/50 1 N/cm2 a 50¡C per 24 h
dopo 7 gg a 20/98 1 N/cm2 a 20/98 per 24 h † 2
Su legno (compensato)
dopo 48 h a 23/50 2,8 N/cm2 a 50¡C per 24 h † 2
dopo 7 gg a 20/98 2,8 N/cm2 a 20/98 per 24 h † 3
Elasticit Prova su film liberi di 10 cm allungamento > 30 %
Compatibilit con guarnizioni Dopo 24 h dall ultima mano i profili vengono inseriti tra due pannelli con un certo carico e posti per 14 gg a 50¡C. Nessun incollaggio Nessun rammollimento
Nessun cambiamento di colore
Scolorimento Malta di calce applicazione per 2 h e 24 h 0-1
Malta idraulica applicazione per 2 h e 24 h 0-1
Malta di cemento applicazione per 2 h e 24 h 0-1
Legni particolari A 20/98 per 7 gg 0-1
Metalli Applicazione di viti e chiodi + 7 gg a 20/98 0-1
Adesione a umido Come ISO 2409 + applicazione per 2 ore di una garza inumidita dopo l esecuzione dei tagli 0-1
Requisiti Ambientali Nessun contrassegno Nessun componente tossico
Nessun componente cancerogeno o mutageno Monomeri residui < 0,05 %
Conservanti < 0,5% Formaldeide < 10 mg/Kg Pb – Cr – Cd < 0,01% VOC < 10%

 

PROVE E REQUISITI PREVISTI DAL CATAS QUALITY AWARD
PROVA RIFERIMENTO REQUISITO CQA
 

Invecchiamento naturale
Permeabilità al vapore Permeabilità all’acqua
Permeabilità ai raggi UV
Stackability
Resistenza all’acqua
Invecchiamento accelerato

 

EN 927-3
EN 927-4
EN 927-5
Procedura CATAS
EN ISO 4622
EN 12720
Procedura CATAS

 

classe A secondo EN 927-2
RMPA <50%
<175 g/m2
<2,4%
a 24 ore – 23°C = nessun difetto a 120 ore – 50°C = nessun difetto
Valutazione minima = 4
Controllo interno = nessun difetto

 

PROVE E REQUISITI PREVISTI DALLE NORME EUROPEE EN 927
PROVA RIFERIMENTO REQUISITO EN 927 – 2
Invecchiamento naturale

Permeabilità al vapore Permeabilità all’acqua

 

EN 927-3
EN 927-4
EN 927-5

 

classe A
RMPA <50%
<175 g/m2