Uno sguardo in 3D sull’oscuro mondo dei catalizzatori poliuretanici “non ingiallenti”
Ci sarebbe da chiarire qualcosa circa i catalizzatori poliuretanici, piccole cose che, forse…. non tutti sanno. Io mi chiedo se non avete mai fatto caso che ci sono catalizzatori definiti “non ingiallenti” che alle volte ingialliscono come arance siciliane, dando adito a pesanti conseguenze materiali e ad incomprensioni reciproche fra le parti…. ivi comprese insospettabili allusioni alla madre di qualcuno… Per questo penso che sia bene chiarire, con Voi, la cosa… Come ben sapete (e se non lo sapevate, adesso lo saprete) esistono due tipi fondamentali di isocianati (da cui derivano i prepolimeri volgarmente definiti “catalizzatori”) gli isocianati aromatici (es: TDI (ti-di-aihh!) = toluendiisocianato) gli isocianati alifatici (es: HDI (acca-di-aihh!) = esametilendiisocianato) Dal primo derivano i primi catalizzatori poliisocianici comparsi sul mercato (es. Desmodur L/ Suprasee K). Dal secondo derivano i primi catalizzatori poliisocianici alifatici (es: Desmodur N). Dal primo e dal secondo derivano catalizzatori “misciotti”, cio delle cosine miste che presentano, “nella misura in cui sono misti” le caratteristiche dell’una e dell’altra classe…. Ora: la caratteristica fondamentale di un poliisocianato aromatico quella di essere rapido (diciamo una Ferrari 355), impartire rigidit , ed ingiallire…al color Whisky di malto…. mentre la caratteristica fondamentale di un poliisocianato esametilenico (alifatico) quella di essere molto lento (diciamo una Citroen 2 CV), impartire flessibilità, ed ingiallire al colore “ghiaccio e Vodka”…. Qui diventa chiaro che i “misciotti” (TDI+HDI) debbano esistere in quanto pu andar bene una Thema 16 V. per schiarire a livello di un Glenn Grant… Bisognerà comunque scendere ad una Mercedes diesel se si vuole a tutti i costi arrivare almeno ad una Grappa Bocchino. Il tipo di catalizzatore usato diventa quindi fondamentale per la resistenza all’ingiallimento ad esempio di un laccato bianco. Ma lo sono anche la resina o le resine che costituiscono il componente A! Il tecnico può infatti agire sul veicolo (resina o miscele di resine) del componente A. Per poter usare poliisocianati puri (la 2 CV!) dovrà impiegare un veicolo di per s estremamente rapido e rigido, onde compensare meglio che può l’estrema lentezza della Citroen e non detto che per farlo non sia costretto ad impiegare un po’ di nitrolcellulosa… (col che si ritroverà almeno con una Croma e una vodka senza ghiaccio). Un analogo risultato il tecnico potrebbe raggiungerlo con un veicolo meno rapido, non ingiallente, senza nitro, ma con un buon “misciotto” alifatico/aromatico come catalizzatore (es. Desmodur HL) e si ritroverà con la Croma e una grappa Bocchino. In entrambi i casi si tratter di prodotti molto stabili all’ingiallimento (soprattutto il primo), tanto che il produttore potrà dichiararli “non ingiallenti” e sufficientemente rapidi di essiccazione. Adesso per vi devo dire una cosa: i gruppi uretanici che si formano dagli isocianati aromatici sono molto sensibili a situazioni ossidanti; infatti se volete sapere se un film poliuretanico contiene o meno isocianati aromatici toccate il film stesso con una goccia di acqua ossigenata e, se avverr un viraggio al “Whisky di malto”, o anche solo “a un Glenn Grant” quasi certa la presenza di isocianati aromatici anche in minima quantità . I due prodotti di cui parliamo, se applicati su un supporto contenente tracce di sostanze ossidanti (esempio residui di un processo di sbiancamento del legno), si comporteranno in modo completamente diverso da quello (correttamente) dichiarato dal produttore e il prodotto col “misciotto” evidentemente ne subir le conseguenze (piccole quantit di poliisocianati ti-di-ahihhh!). Succeder anche che il catalizzatore “misciotto” se impiegato non con il suo componente A ma con il componente A formulato dal tecnico per il puro catalizzatore alifatico (…eVvvia! che cos diventa pi rapido..!!!), irrigidir notevolmente il film (troppo!) e perder del tutto la sua buona resistenza all’ingiallimento a causa di una situazione “ossidante” dovuta alla presenza anche di poca nitrocellulosa nei confronti della sua parte aromatica (“ti-di-aihh” ! del “misciotto”….). Succeder anche che se, al contrario, impiegate il catalizzatore totalmente alifatico con il secondo componente A (quello formulato per il “misciotto”) vi ritroverete si con una buona Vodka ma anche con un “Fiorino”! Vi dico anche una cosa di pi : il prodotto alifatico puro, se tenuto al buio (pannello ammonticchiato o imballato), pu avere ingiallimento al buio maggiore che non quello col “misciotto””, tenendo per presente che questo “viraggio al buio” rientra in gran parte (cio quasi sparisce) nel giro di pochi giorni dal momento in cui lo stesso pannello rivede la luce… …..e a questo punto, mentre mi scuso con la Bayer per aver definito volgarmente “misciotto” un Signor prodotto come il Desmodur HL (ma, nel contempo, continuo a sollecitarla perch si capisca finalmente questa faccenda degli alifatici al buio!), mi viene spontanea la domanda al nostro caro e giovane rappresentante figlio d’arte: se almeno lui, con una cos chiara visione della vita, sa quanti e quali pagamenti possono risentire della “luce” pur avendoli, lui, “tenuti al buio”, redditizi e insospettabili…
NOTA DELL’EDITORE Molti lettori ci hanno chiesto chi si nasconde sotto lo pseudonimo di “Frank Peer Underall”. Il nostro collaboratore non ritiene ancora opportuno svelare il suo segreto, ma chiunque voglia porgli quesiti diretti sui retroscena del mondo della verniciatura, pu scrivere alla nostra redazione, indirizzando le domande a “Professione Verniciatore del Legno”, rubrica “Pensierini in 3D”.
Dr. Frank Peer Underall