Il prezzo della latta di vernice

I rifiuti e il loro smaltimento abusivo sono ormai diventati un business enorme. In Italia si calcola un giro d’affari di circa 15 mila miliardi di lire all’anno. L’allarme della Commissione parlamentare sulle “ecomafie”

A CURA DELLA REDAZIONE

Ormai non si tratta più dello scoop di qualche giornale ambientalista. I mezzi di comunicazione nazionali, hanno dato ampio spazio al fatto che la mafia gestisce direttamente il 30% dello smaltimento dei rifiuti solidi e speciali. Il dato è stato presentato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, e fa parte di un rapporto che è stato trasmesso alla Direzione nazionale antimafia. Si tratta di un business criminale da 15mila miliardi di lire all’anno, una cifra che deriva dal “trattamento” illegale di 35 dei 108 milioni di tonnellate prodotte in un anno in Italia. A differenza delle altre attività criminali, nella gestione illecita del ciclo dei rifiuti non si registrano forme diconcorrenza oscontri. Il business, commenta la Commissione, “è talmente consistente da rendere preferibile la collaborazione alla concorrenza”. Non si tratta più solo di discariche abusive, ma anche di interramenti e sversamenti di minore entità, o di abbandoni di rifiuti in aree chiuse (ad esempio capannoni industriali dismessi). Con il cosiddetto “giro bolla”, i rifiuti speciali (80mila tonnellate all’anno di rifiuti pericolosi in varia forma) passano da un soggetto all’altro, accompagnati da false ricevute. In realtà non vengono movimentati e trattati, bensì spediti in cave abbandonate o discariche non autorizzate, o mescolati a terriccio per essere utilizzati nella costruzione di strade e abitazioni, dove rischiano di emettere sostanze nocive. Il fenomeno dello smaltimento abusivo, anche se si concentra soprattutto al sud, sta espandendosi anche nel nord Italia. In Piemonte ad esempio l’Amiat di Torino ha dovuto istituire dei controlli severissimi per evitare che camion abusivi entrassero in discarica e in tutto il nord moltissime discariche sono sotto inchiesta. Sono comunque al sud la maggior parte delle discariche private illegali (il 76 % in Campania, l’80% in Calabria, il 63% in Puglia e così via). Il danno per l’ambiente naturalmente è incalcolabile: in Calabria le Grotte di Aspromonte sono ormai piene di rifiuti e nel Parco Regionale di Lama Balice in Puglia sono state scaricate circa 30 mila tonnellate di rifiuti. Sono coinvolte anche Abruzzo e Molise, mentre èstata individuata una “rotta” che attraversa Emilia Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Il rapporto descrive un nuovo modello di criminalità: le ecomafie hanno iniziato a gestire tutto il ciclo dei rifiuti, acquisendo anche appalti pubblici, grazie anche, secondo la Commissione, “a industrie nazionali e internazionali, comprese aziende a forte partecipazione di capitale pubblico”. Tutti sono alla ricerca dello smaltimento al minor costo, ma questo processo esasperato su un settore così delicato sta portando a risultati disastrosi, sia per la competitività degli operatori corretti, sia per l’ambiente. Il rapporto denuncia anche l’inefficienza del sistema di monitoraggio dei rifiuti da smaltire. Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta ha descritto una “zona grigia, di impreseche diventano, consapevolmente o meno, interlocutori della criminalità organizzata”, mentre occorrerebbe un concreto controllo telematico che consenta in tempo reale di conoscere l’esatta movimentazione del singolo rifiuto. La grande industria dei rifiuti abusivi è invece perfettamente organizzata nei minimi particolari. I camion che trasportano i rifiuti nelle discariche abusive, arrivano di notte e trovano ad attenderli persone “esperte” che li guidano attraverso viottoli e scorciatoie. Si calcola che i TIR che si occupano di trasporto abusivo sono circa 28.000 e che se si mettessero tutti in fila si otterrebbe una fila da Milano a Roma. L’avventura dei rifiuti segue spesso questo copione: prima si scava “la buca” e si ruba la terra, poi si riempie la buca con i rifiuti e infine si livella e si costruisce abusivamente, guadagnando ancora una volta. Si tratta a conti fatti di un triplice guadagno. Molte volte il traffico di rifiuti abusivo è “coperto” da alleanze con politici e personalità dell’amministrazione pubblica corrotti.Per il futuro inoltre la mafia ha già pronta una valida alternativa al traffico dei rifiuti; quando la possibilità di facile guadagno sarà esaurita si passerà al business dei servizi ecologici. Il problema del traffico dei rifiuti e del loro smaltimento è molto difficile da risolvere, poiché ovviamente i prezzi degli smaltitori abusivi sono concorrenziali e molti preferiscono affidarsi a loro piuttosto che servirsi di ditte di smaltimento in regola: come spesso accade, i fenomeni criminali prosperano sulla superficialità (e la complice connivenza) di tutti coloro che preferiscono non cercare le motivazioni di una continua corsa al ribasso, evidenziata da offerte a prezzi ben inferiori a quelli di mercato.