ARAM: Siamo andati a visitare una piccola azienda che opera nel campo degli arredamenti turistico-alberghieri. Quello che abbiamo trovato ci ha sorpreso non poco e sicuramente ha superato di gran lunga le nostre aspettative.

DEBORA BRIVIO

QUANDO LE APPARENZE INGANNANO…

Talvolta dietro ad apparenze per così dire normali si celano grosse sorprese. Quante volte ci é capitato di incontrare persone che a vederle non gli avremmo dato 100 lire per poi scoprire dopo un esame più accurato, che erano a seconda dei casi dei veri geni, dei “fustacchioni” (o fustacchione) tipo “beautiful” o dei comici nati. Così, anche se spesso si dice che la prima impressione é quella che conta, non bisogna mai fermarsi al primo impatto. Ne sa qualcosa chi, dopo aver conosciuto qualcuno talmente interessante e indimenticabile che un secondo dopo avergli stretto la mano non si ricordava neppure il nome, si ritrova dopo qualche tempo in una chiesa davanti a un prete a prendere per marito o per moglie (sempre a seconda dei casi) proprio quello sconosciuto che aveva definito come “un tipo davvero insignificante”. Mai dire mai quindi, tutto é possibile, tutto col tempo può cambiare!
Ma lasciamo da parte le divagazioni filosofiche, che peraltro ci servono ad introdurre questo breve articolo realizzato presso la Aram, una piccola azienda che lavora nel settore degli arredamenti turistico-alberghieri. Ebbene la prima impressione che abbiamo avuto arrivando presso la sede della Aram a Limbiate é stata del tutto normale: un paese della provincia milanese come tanti, una palazzina industriale come tante e un cane lupo di quelli che abbaiano quando sei fuori e scondinzolano non appena entri, come tanti insomma. Eppure dopo che Giuseppe Madaffari, responsabile di fabbrica, ci ha ricevuti e ci ha fatto visitare l’officina dove realizzano i loro arredamenti, ci siamo accorti subito che qui di “come tanti” ce n’erano ben pochi, anzi a dire il vero nessuno.
Non avremmo mai pensato che in una ditta di sole 20 persone (11 circa alla Aram e 10 negli studi di progettazione della Orvan a Milano) si potessero realizzare cose tanto belle, con quella bellezza frutto di una ricerca volta al particolare, all’inusuale, al diverso.

VERNICIATURA A 5 STELLE …

La Aram produce mobili per alberghi, ristoranti, discoteche e talvolta anche per privati partendo dalla progettazione, passando per la costruzione pratica fino ad arrivare alle fasi di montaggio in loco. Alcuni lavori della Aram sono ad esempio gli arredamenti di alberghi 5 stelle nelle piu’ belle località turistiche italiane o ristoranti particolari per stile e gusto come il Porcao a Milano o ancora l’Hotel Liberty sempre a Milano. Pensate che per un Hotel nella splendida Sardegna la Orvan, società collegata alla Aram che si occupa di progettazione, ha studiato l’intero piano di ristrutturazione a partire da un vecchio cascinale, mentre la Aram ha realizzato poi l’intero arredamento dalle sale ristorante, alle sale conferenza, alla hall e altro ancora, eseguendo anche il montaggio direttamente sul posto.
La fase progettuale, ci ha confidato Giuseppe Madaffari, é molto importante, anche se spesso non é seguita dalla realizzazione vera e propria; in alcuni casi infatti il progetto della Orvan viene approvato, ma poi la realizzazione viene affidata ad altre ditte che magari hanno costi inferiori. La Aram-Orvan si rivolge ad una clientela medio-alta, con soluzioni davvero particolari e studiate nei minimi dettagli, che naturalmente non possono essere comprese e accettate da chi vuole prima di tutto spendere poco. Nulla viene prodotto in serie, tant’é vero che di solito tre grosse commesse sono sufficienti per un anno di lavoro, arrivando ad un fatturato di circa 2 miliardi e mezzo. Attualmente la Aram sta concorrendo a livello internazionale per la realizzazione di un albergo in Lettonia il cui compenso dovrebbe aggirarsi sui 6 miliardi! Il progetto della Orvan sembra abbia già sbaragliato tutti gli altri avversari.
Ma vediamo meglio come é strutturata la ditta. La Aram, nata circa 25 anni fa, é composta da un reparto per la lavorazione del legno (ad es. mogano, palissandro, pero, ciliegio e rovere) e un reparto di verniciatura a spruzzo con una cabina elettrostatica a velo d’acqua. Il ciclo standard prevede fondo più due mani di acrilico, oppure una mano di opaco acrilico. La lucidatura viene normalmente fatta fare da terzi. La verniciatura non rappresenta pero’ una fase predominante poiché annualmente non si arriva ai 10 quintali di vernice consumata.

… MA CON QUALCHE PROBLEMA

C’é da dire però che, anche se in percentuale la verniciatura rappresenta una quota minima del lavoro, é sicuramente quella che crea i maggiori problemi. Infatti in due alberghi realizzati rispettivamente in Calabria e in Piemonte ci sono stati grossi guai per via, nel primo caso, di un antingiallente che ha fatto virare una vernice azzurra in un marroncino, mentre nel secondo caso una radica di olmo trattata con un poliesterino di fondo catalizzato al 50% é diventata a chiazze. Il danno per l’albergo in Calabria ha sfiorato i 70 milioni di lire, cifra trattenuta dal cliente a danno della Aram. In Piemonte invece la questione non é ancora risolta ed é tuttora in fase di discussione nel tentativo di trovare un accordo.
Sempre difficile stabilire la responsabilità in questi casi: sarà del produttore di vernici, dell’applicatore o ancora del committente finale che magari ha trattato impropriamente le superfici? Sembra proprio questo il caso verificatosi in Calabria, dove il cambiamento di colore della vernice potrebbe essere attribuito alle esalazioni di acido muriatico con cui sono stati lavati i pavimenti in cotto. La Aram però ha preferito non approfondire, limitandosi ad interpellare il produttore di vernici, che al massimo si é offerto di ripagare la vernice. E gli sembra già tanto! Non sappiamo per quale motivo i verniciatori siano spesso restii ad effettuare analisi e perizie approfondite, forse per il fatto di non avere riferimenti precisi a cui rivolgersi, forse per “amore del quieto vivere”, oppure semplicemente perché partono con la convinzione che tanto non servirebbe a niente. Fatto sta che chi vernicia spesso o sempre ci rimette e a volte non cerca nemmeno di stabilire di chi sia la colpa.
Lasciando da parte queste “questioni veniali” passiamo ad un altro problema che ci ha fatto notare il nostro intervistato Giuseppe Madaffari: la difficoltà di trovare falegnami e verniciatori esperti e non. E’ questa una questione di cui si é già molto discusso, tanto che si é anche parlato dell’esigenza di creare delle scuole di formazione professionale per queste figure legate al settore artigiano che oggi vanno via via scomparendo. Oggi è sempre più difficile trovare ragazzi disposti a fare un certo tipo di lavoro definito “pesante” e per alcuni “umile”, anche perché ormai tutti studiano con la speranza di diventare ingegneri, progettisti o impiegati e nessuno subisce più il fascino dei lavori “pratici”.
“E’ sicuramente uno dei problemi che sentiamo maggiormente”, ci ha detto Madaffari rispondendo ad una delle nostre ultime domande.
Alla fine della nostra intervista abbiamo salutato il nostro ospite e siamo usciti chiudendoci alle spalle il “solito” cancello, mentre il “solito” cane lupo aveva ripreso ad abbaiare e siamo rientrati nel solito mondo con la sensazione di aver respirato per un po’ l’aria di un altro pianeta in cui si producono cose da favola.

Aram: professione verniciatore – 20/05/2005
Quando le apparenze ingannano…
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