E’ stato presentato ufficialmente nel corso di un convegno al quale hanno partecipato produttori, utilizzatori ed Enti Pubblici, il programma della campagna che la nostra rivista ha promosso per contrastare l’impiego dei cosiddetti “diluenti truccati”, contro i quali da tempo siamo impegnati. La commercializzazione dei diluenti venduti in modo non conforme alle leggi e quindi spesso truccati è talmente diffuso nel nostro settore, da non aver bisogno di ulteriori denunce. E’ necessario a questo punto misurare la volontà dei produttori e dei distributori più seri di offrire precise garanzie agli utilizzatori, per consentire loro di selezionare ciò che il mercato propone, affidandosi a persone competenti per ottenere prodotti giusti, che rispecchino precise specifiche sulla composizione dei formulati. Anche i più corretti fornitori di diluenti e di materie prime che abbiamo incontrato nel corso di alcune riunioni sin dalla fine del ’97, lamentano la gravità di un fenomeno che si configura, tra l’altro, con forme di pesante concorrenza sleale e che non conferisce chiarezza ad un settore già particolarmente delicato e sicuramente oggi molto chiacchierato per quanto riguarda la difesa dell’ambiente. Partendo da queste considerazioni si è giunti alla determinazione di realizzare qualcosa di concreto e di lanciare una campagna nazionale a favore dell’impiego “sicuro” dei diluenti.
AUTOREGOLAMENTAZIONE: IL PRIMO OBIETTIVO
Coloro che promuovono questa iniziativa, si impegnano innanzitutto a rispettare un codice di autoregolamentazione chiaro e dettagliato per i produttori e distributori dei diluenti, per il rispetto dell’ambiente e dell’utilizzatore e valido per tutti i prodotti. In altre parole le aziende che hanno aderito, hanno sottoscritto un documento attraverso il quale si impegnano a:
non usare, per promuovere i propri prodotti, i termini “ecologico, atossico, non nocivo”, che rappresentano un modo ingannevole e pericoloso di definire qualsiasi prodotto chimico. Ricordiamo ai nostri lettori che esistono alcune leggi specifiche per quanto riguarda la confezione e l’etichettatura, che non prevedono però specifici vincoli sul linguaggio da utilizzare sui depliant o nelle presentazioni aziendali: a questo proposito comunque il “Garante della pubblicità ingannevole” si é già espresso in modo chiaro, condannando con numerose sentenze i comportamenti scorretti.
rispettare scrupolosamente le regolamentazioni in vigore sui prodotti (etichettatura degli imballi, etichettatura del trasporto, schede di sicurezza ecc.)
promuovere l’utilizzo razionale e sicuro dei diluenti e delle vernici, limitando particolarmente le emissioni sul luogo di lavoro, nell’ottica di un progressivo miglioramento degli standard ambientali
promuovere una buona gestione dei rifiuti e facilitare il recupero dei prodotti di scarto, in collaborazione con società regolarmente autorizzate.
promuovere l’eliminazione dei rifiuti di imballaggio attraverso i canali autorizzati.
utilizzare per i fusti da 200 litri tappi sigillati.
sostenere iniziative di informazione e aggiornamento degli utilizzatori sulle modalità di corretto impiego dei diluenti, organizzate e coordinate dalle associazioni di categoria e dagli enti indipendenti, nonché l’istituzione di corsi con borse di studio riservate agli utilizzatori
promuovere incontri periodici con gli enti pubblici competenti in materia di sicurezza e ambiente, nell’ottica di una piena disponibilità e collaborazione basate sulla trasparenza dei rapporti tra le parti.
Questi sono gli impegni che dovranno sottoscrivere tutte le aziende, che ci auguriamo numerose, vorranno aderire a questa iniziativa.
Forti di questo impegno i verniciatori potranno meglio selezionare i propri fornitori, riconoscendo attraverso uno specifico logo, non commerciale, quelli che saranno identificabili sotto il marchio “Diluenti & Sicurezza”.
Attualmente le aziende si stanno impegnando nella preparazione di tutte le procedure che consentiranno una corretta stesura delle griglie a cui dovranno sottostare le aziende che intendono fregiarsi del marchio.
“DILUENTE CERTO”: IL SECONDO OBBIETTIVO
La seconda iniziativa che è stata intrapresa è la promozione e la diffusione di una linea selezionata di diluenti per vernici, contrassegnata dal marchio “Diluente Certo”. Si tratterà di prodotti caratterizzati da prestazioni tecniche e ambientali superiori, garantite da una struttura di controllo indipendente: il marchio potrà essere utilizzato soltanto dalle aziende che aderiscono al codice di autoregolamentazione. In pratica le aziende si impegnano a formulare una linea di prodotti denominata con le seguenti modalità:
assenza di sostanze cancerogene e/ o teratogene (senza frasi di rischio R40, R45, R46, R49, R60, R61, R62, R63, R64)
assenza di sostanze appartenenti alla classe I e II (tab. D del DM 12.7.90)
assenza di alcoli primari nei diluenti poliuretanici
acqua in percentuale inferiore allo 0,05% nei diluenti poliuretanici
costanza di formulazione, secondo precise specifiche tecniche.
Non si tratta, come si può notare, di caratteristiche “fantascientifiche” e quindi si tratta di prodotti che già esistono sul mercato. La grande novità di questa iniziativa sta però nel sistema di tutela del consumatore. Infatti, al fine di coordinare e verificare queste specifiche, sarà costituito dal 1.1.1999 un sistema di controllo e analisi dei diluenti prelevati sul mercato, per controllare il rispetto degli impegni presi dalle aziende aderenti. I rivenditori e gli utilizzatori dei diluenti contrassegnati dal marchio “Diluente Certo”, una volta all’anno potranno inviare gratuitamente ai laboratori indipendenti convenzionati con la struttura di controllo, un campione di prodotto prelevato da una qualunque partita acquistata, in modo da avere la garanzia del rispetto delle condizioni previste. Indubbiamente un percorso lungo e difficile, ma che grazie all’iniziale entusiasmo delle aziende promotrici, produrrà notevoli vantaggi. L’azione comune di fornitori di diluenti qualificati e utilizzatori sensibili al problema, consentirà di limitare il diffuso fenomeno dei “diluenti truccati”, che mette a rischio la sicurezza dell’ambiente e degli utilizzatori, danneggiando le aziende corrette.
DA UN COMUNICATO REALIZZATO DALL’UFFICIO STAMPA DI “TRIVENETO ‘98”
“Con la scusa del supersconto , venditori privi di scrupoli realizzano lauti guadagni sulla pelle dei polli che acquistano diluenti targati nitro o poliuretanici, ma che in realtà contengono una vasta gamma di solventi più o meno pericolosi e quasi sempre di scarsa qualità”. Non ha peli sulla lingua Pierluigi Offredi, di HB pi.erre editrice, che realizza la rivista “Professione verniciatore”. La sua denuncia è partita al Triveneto ‘98 nel corso del convegno “ Diluenti truccati, se li conosci li eviti ” che ha messo in luce una pratica che può creare seri danni alla salute di chi vernicia. “ Un prodotto come il diluente, il cui prezzo è già tirato all’osso, se viene venduto a prezzi nettamente al di sotto della media – ha precisato Offredi – nasconde la sua vera identità. Si tratta infatti di diluenti di recupero, prevenienti da lavorazioni industriali (meccaniche, farmaceutiche e altro) che contengono miscele di varia natura”. I diluenti di recupero possono essere una risorsa importante, se sono venduti correttamente, ma è altrettanto vero che “ i risultati che emergono dalle analisi di campioni prelevati in varie zone d’ltalia sono preoccupanti e dovrebbero mettere in serio allarme gli utilizzatori più sprovveduti, in quanto i danni per la salute possono essere gravissimi anche se non immediati”. Per uscire da questa situazione é necessario conoscere la reale pericolosità dei prodotti, ma soprattutto bisogna evitare di usarli pericolosamente. Per questo dovrebbero essere svolta una costante azione informativa e formativa: in questo senso l’apporto delle schede di sicurezza é risultato fallimentare nel nostro settore, soprattutto a causa della incomprensibilità del linguaggio delle schede di sicurezza dei diluenti e delle vernici. Per evitare da un lato la frode, dall’altro rischi per la salute, i verniciatori possono applicare una serie di regole, che Offredi ha schematizzato. “Prima dell’acquisto farsi consegnare dal fornitore la scheda di sicurezza del diluente, che rappresenta la carta d’identità del prodot to e leggerne i punti essenziali. Alla prima fornitura del diluente fare un’analisi del prodotto (costa solo duecento mila lire), facendo verificare la corrispondenza con quanto è stato dichiarato nella scheda e la correttezza dell’etichettatura. Infine conservare un campione del prodot to e far eseguir e almeno una volta all’anno l’analisi di controllo sulle partite acquistate. Un metro ancora più semplice é quello del prezzo: un diluente venduto a un prezzo nettamente inferiore a quelli di mercato è sicuramente una miscela di solventi recuperati di scarso li vello qualitativo”.