Negli ultimi anni il grande tema della certificazione di prodotto è diventato una priorità anche nella filiera legno-arredo: il marchio Catas garantisce che un tavolo, una sedia, una pavimentazione, una vernice, una poltrona, una cucina rispondono a precise norme che ne definiscono la funzionalità, la sicurezza, l’origine, la qualità, la sostenibilità è un valore irrinunciabile.
Un certificato che nasce da prove, test e verifiche che sta assumendo in sè nuovi valori: non solo una “patente” che permetta al produttore di partecipare a determinate gare o di soddisfare particolari richieste, ma un “segno”, un marchio, un documento che attesti valori e prestazioni che possano diventare un motivo di scelta per il consumatore finale.
30 anni di certificazioni
Dall’oramai lontano 1993 – anno in cui Catas rilasciò il primo “CQA-Catas Quality Award”, il primo documento che certificava la bassa emissione di formaldeide di pannelli a base legno – è passata molta acqua sotto i ponti e l’istituto oggi rilascia oltre 180 diverse certificazioni, dalle vernici ai profili lamellari, dalle materie prime alle pavimentazioni dei parchi gioco. Documenti che, per quanto determinanti nella qualità finale di qualsiasi prodotto vada poi nelle mani del consumatore finale, hanno sempre espresso il loro valore, il loro significato nel “B2B”, nel rapporto fra produttori coinvolti nelle diverse fasi del passaggio dai materiali al semilavorato e poi al prodotto finito.
I tempi cambiano
“Le cose stanno rapidamente cambiando e sono sempre più numerosi gli stimoli che ci portano a operare nella direzione del consumatore finale – ha commentato Franco Bulian, direttore di Catas – un trend che, se possibile, aumenta ulteriormente il valore del nostro lavoro, che diventa sempre più un modo per comunicare all’utente in modo chiaro ed efficace la bontà di ciò che sta acquistando.
Da tempo stiamo lavorando anche agli strumenti di comunicazione delle certificazioni rilasciate per i nostri clienti, tra i quali, lo ricordiamo, risultano presenti alcuni dei principali gruppi industriali della produzione e ora anche della grande distribuzione organizzata. Mi riferisco a un restyling dei nostri marchi di certificazione, che consente di “parlare” in modo diretto al consumatore o a chi acquista materiali certificati, e di far comprendere in modo immediato all’interno di un marchio – il Catas Quality Award, il “Made in Italy by Catas” – i valori di sicurezza, qualità e prestazioni garantiti da un ente terzo di riconosciuta autorevolezza nel settore”.
Certificazione di prodotto Catas: l’attenzione per il consumatore finale
Un passaggio epocale anche per Catas, che ora vede esplicitata in modo chiaro e forte la propria vocazione da sempre, arrivando finalmente a parlare di qualità, a certificare valori e verità per tutta la filiera, fino al consumatore finale.
Un passaggio al quale hanno contribuito da un lato la sempre maggiore attenzione, competenza e informazione degli utenti, che oggi scelgono potendo accedere a un numero infinito di fonti di informazioni, fra le quali è indispensabile trovare dei punti fermi, dei segni, dai marchi riconoscibili per autorevolezza e affidabilità.
Dall’altra per la oramai universale consapevolezza delle imprese, che nella “qualità certificata” – a qualsiasi livello del processo di creazione di valore essa si collochi – sono insiti elementi indispensabili per accedere ai mercati, dimostrare la propria competenza, esprimere vantaggi competitivi.
“Un nuovo tempo che sta rapidamente aprendo nuovi scenari”, ha concluso Bulian. “Negli anni abbiamo definito e continuiamo a “costruire” – secondo le norme di legge più aggiornate e severe – nuovi protocolli di prova in tema di sostenibilità, ad esempio, per dimostrare concretamente quanti e quali valori si celino dietro questa parola spesso abusata”.
Il nuovo sito
Messaggi che devono essere innanzitutto chiari e univoci. Non è un caso che Catas abbia scelto di investire in una nuova vetrina on line; il sito cqa.catas.com permetterà infatti a chiunque lo desideri di conoscere da vicino e in modo approfondito cosa ci sia “dietro e dentro” le certificazioni di prodotto “Catas Quality Award”.
CQA-Catas Quality Award
Non ci sono dubbi: la massima espressione di ogni certificazione di qualità è il valore, la bontà (non in senso organolettico) di un prodotto, di un semilavorato di una materia prima che – prima o poi – finirà in qualche modo nelle mani di tutti noi consumatori finali. Per quanto aziende e imprese siano impegnate oramai da decenni in questo cammino, solo in questi ultimi anni appare evidente quanto ci si stia avvicinando al pubblico in modo evidente e visibile, alla vita di tutti giorni.
Anche per la filiera legno il processo ha vissuto una progressiva accelerazione che ha portato dalla certificazione delle materie prime, già riconosciuta e voluta dalle imprese da alcuni decenni, ai prodotti finiti, segno tangibile di una maggior sensibilità verso gli utenti finali che sono sempre più informati, attenti, coinvolti. C’è una diversa consapevolezza che è maturata nei tempi più recenti, una forte attenzione del consumatore, degli utenti finali verso i temi della sicurezza, della qualità e della sostenibilità di tutto ciò che viene introdotto nelle loro e nostre case, beni e prodotti, mobili e poltrone, armadi e letti con cui interagiamo continuamente, che sono parte fondate del nostro vivere.
In quest’ottica crediamo valga la pena di rinfrescarci la memoria e di ripassare insieme qual è il significato del termine “certificazione”, per poi provare a valutare come e perché questo concetto si stia evolvendo
Cos’è la certificazione?
Il verbo certificare deriva dall’unione dei due termini latini “certus” e “facere” e significa dunque rendere “certo” o comunque “attestare la verità” su un fatto o su un determinato prodotto.
Il compito di certificare compete a un soggetto terzo non coinvolto, nel caso del prodotto, nella sua produzione e nella sua commercializzazione, qualcuno che abbia le carte in regola per essere sopra le parti, ma che possieda tutte le competenze per esprimere una valutazione oggettiva.
Un aspetto fondamentale di questo processo, infatti, riguarda proprio la necessità che chi certifica sia un soggetto autorevole – ovvero accreditato da un ente superiore, come ad esempio lo Stato – o la cui autorevolezza sia comunque manifesta e riconosciuta dal mercato. Il “beneficio” che porta con sé il processo di certificazione è, infatti, quello di rassicurare chi acquista il bene sulla sua qualità o sulla sua sicurezza, dal momento che questi aspetti sono stati verificati e “attestati” da un organismo terzo che può vantare una riconosciuta fiducia.
Non è tuttavia solo questo il beneficio di una certificazione: ci sono indubbiamente altri fattori in gioco, primo fra tutti l’immagine che una azienda vuole dare di sé e del proprio prodotto, perché poter vantare che una sedia, una cucina, un divano rechino un marchio che racconta immediatamente che quel prodotto risponde a determinate caratteristiche di valore, un marchio rilasciato da un ente autorevole, è indubbiamente un potente strumento di marketing, oltre che una sorta di “comoda patente” che il consumatore può riconoscere e preferire.
Certificazione di prodotto Catas e mercato
Per noi di Catas la certificazione di prodotto è molto di più, in quanto consente all’azienda certificata di essere – in primo luogo – costantemente allineata con quelle esigenze del mercato che sono dettate da norme tecniche pertinenti. Come sappiamo, nel settore dell’arredo le norme sono in costante evoluzione e l’ente di certificazione deve pertanto costantemente aggiornare i propri regolamenti, un aggiornamento che a sua volta determina le modalità di prova alle quali un prodotto viene sottoposto per poter essere certificato, dunque assolutamente e innanzitutto conforme ai requisiti delle più aggiornate disposizioni normative e di legge.
C’è ancora di più: una certificazione si concretizza nel rapporto continuo tra azienda ed ente di certificazione. Che cosa significa? Significa che fra queste due realtà si crea inevitabilmente una condivisione di un percorso verso la massima qualità, un cammino lungo il quale eventuali criticità o difetti vengono affrontati insieme, discussi, valutati per creare un circolo virtuoso che porti il produttore a fare sempre di più e meglio!
Ci teniamo a sottolineare fortemente questo aspetto: la funzione di un processo di certificazione non è solo attestare la qualità di un prodotto nel tempo, ma anche di contribuire, se è il caso, a renderlo sempre migliore.
Certificazione di prodotto Catas e rapporto di prova
Fatte queste premesse, risulta chiara la differenza tra il rapporto di prova e l’attestato di certificazione di prodotto: con il primo documento un laboratorio esprime esclusivamente il risultato emerso della prova eseguita, senza dimenticare che lo stesso – sia esso positivo o negativo – si riferisce solamente al campione sottoposto alla prova.
Nella certificazione di prodotto c’è molto di più, in quanto l’organismo di certificazione attesta la rispondenza a determinati requisiti normativi, legislativi o derivanti da specifici regolamenti di tutta la produzione e non solo del campione testato.