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Le prove che ogni verniciatore dovrebbe fare per misurare le prestazioni delle vernici, senza over assumere tecnici o investire in costose attrezzature di laboratorio. Basta solo qualche semplice strumento e un po’ di buona volontà.

Enzo Morandi – CE.R.TO.(Centro Ricerche Toscano)
Pierluigi Offredi – Professione Verniciatore del Legno

A COSA SERVE

Questa prova è importantissima per i piani di mobili in genere, ma è utile anche per una valutazione generica dei prodotti vernicianti; consente infatti di misurare la durezza di un film di vernice applicato su un supporto, caratteristica che molti verniciatori verificano già con strumenti non normalizzati: unghia standard del “Giuseppe” (in ogni verniciatura c’é almeno un Giuseppe dotato di un unghia esperta), moneta da 1 euro o altri strumenti con cui scalfire la superficie.  Noi invece utilizzeremo le norme UNI, ma non prenderemo in esame la UNI 9428, perché per eseguirla occorre un’apparecchiatura costosa e difficile da usare; ci riferiremo invece alla norma americana ASTM D 3363/80 (rigatura con matite normalizzate), oppure alla UNI 9395 (rigatura con penna).

MEZZI OCCORRENTI PER ESEGUIRE LA PROVA

La ASTM D 3363/80 viene anche chiamata prova “Pencil” (matita) e si effettua con matite di diversa durezza fino a quando, a seconda della durezza del film di vernice applicata sul supporto, la prima matita lascerà un graffio sulla superficie. La UNI 9395, invece, si esegue con una “penna” speciale, che ha all’interno una punta di metallo duro appuntito, tenuto spinto in basso da varie molle di diversa potenza, o da un’unica molla con una scala per le regolazione di varie pressioni. Con questa penna si traccia una riga, premendola fino a schiacciare leggermente la molla quel tanto da staccarla dalla battuta, aumentando la pressione fino a quando, magari cambiando scala, la punta non comincia ad incidere la vernice.

COSTO DEGLI STRUMENTI

Si trovano in commercio apparecchiature di varie marche ed il prezzo si aggira sui 300 euro. Il disegno presentato in questo articolo rappresenta un tipo di penna dotata di un pomello e di un nonio, che va spostato sempre più in basso (dando più pressione alla molla) fin quando si evidenzia il graffio sulla superficie: in quel punto si legge la durezza dal nonio-pomello. Per la ASTM D 3363/80, come dicevamo all’inizio, servono delle matite di grafite di varie durezze (meglio se normalizzate, anche se costano molto di più). La scala completa ne comprende 12, ma secondo il nostro parere per prove interne e comparative ne bastano 5: 3H, la più dura, 2H, HB, 2B, e F, la più morbida. Non trovando queste matite, potete usare un portamine di tipo vecchio, quelli per punte da 2 mm circa, con relative mine di uguale durezza.

COME SI ESEGUE LA PROVA

Si appuntiscono perfettamente le matite o le mine e si depone il pannello in esame su un tavolo, in modo che non si muova. Si prende la matita F, la più tenera, e si traccia una riga da 10 cm tenendo la matita verticale, con una leggerissima pressione verso il pannello, tanto da non rompere la punta. Se non si vede nessun graffio si passa alla seconda matita, la 2B, si fa ancora una bella riga distante 1cm da quella precedente e via con la terza, la quarta e così via. Con una gomma cancellate i segni lasciati dalle matite fino a metà di ogni riga o poco più (non vanno cancellati tutti, perché altrimenti si può fare confusione con qualche graffietto già presente prima della prova). Bisogna guardare bene il pannello con tutte le angolazioni di luce possibile, per controllare sotto a quale dei segni cancellati è rimasto un graffio, anche piccolo. Attenzione, deve essere proprio un graffio, non una lucidatura o un segno mal cancellato (si deve vedere l’incisione, sia pure piccola). Quando la prima matita comincia a graffiare, se tutto ha funzionato a dovere dovrebbero continuare a graffiare anche le seguenti. Se ad esempio la matita HB ha graffiato per prima, dovrebbero graffiare anche la 2H e la 3H: se questo non succede bisogna ritemperare le matite e ripartire daccapo. Il valore di resistenza al graffio della vernice è dato dall’ultima matita che non ha graffiato. Nel nostro esempio, se il primo graffio l’ha fatto la matita HB, la vernice che abbiamo esaminato ha una resistenza al graffio di 2B.

 

Nelle puntate precedenti
– La viscosità
– Il picnometro e la densità
– Il residuo secco
– Il “pot-life”
– Il grindometro e la macinazione
– Il filmografo e il potere coprente