Diluente Certo

Dollmar, Fidea, e Solvet hanno aderito al nostro invito a promuovere la campagna “Diluente CERTO” una linea di prodotti di alta qualità. E gli altri diluentisti?

PIERLUIGI OFFREDI

In termini di principio la nostra campagna contro i “diluenti truccati” é stata lodata da tutti gli operatori del settore, ma in pratica l’impegno a combattere seriamente il fenomeno é stato sottoscritto solo da cinque aziende. Cerchiamo di comprenderne le motivazioni.
Non ci aspettavamo certo di avere l’adesione dei produttori di vernice: nelle centinaia di analisi effettuate su campioni di diluenti non ci é mai capitato di trovare un “diluente truccato” venduto da loro (la spiegazione é facile: nessun colorificio rischierebbe di mettere a repentaglio le prestazioni della propria vernice con un diluente di scarsa qualità!). Inoltre, per esplicita ammissione di alcune aziende, esiste un’oggettiva difficoltà a mettere il proprio marchio a fianco di quello dei diluentisti, pur qualificati, nonostante la campagna venga giudicata positivamente: la diffidenza nei confronti dei produttori di diluente é “atavica” e anni di battaglie commerciali non si superano tanto facilmente…
Più inaspettato é stato il disinteresse manifestato dalla massa di diluentisti (100, 200? Nessuno conosce i numeri di un mercato frammentato in mille rivoli) e dai recuperatori di solventi che immettono sul mercato prodotti rigenerati. Ribadiamo che non abbiamo niente contro i diluenti di recupero,se vengono chiamati con il loro nome e dichiarano il loro contenuto, ma i risultati emersi dalle analisi sono preoccupanti.
Abbiamo dimostrato che spesso le sostanze contenute in tali diluenti (formulati non per rispondere a precisi requisiti tecnici, bensì per smaltire in modo speculativo rifiuti più o meno tossici) possono provocare inconvenienti tecnici alla verniciatura e alle apparecchiature di applicazione, mentre nei casi più gravi possono creare seri problemi alla salute degli operatori. I bidoni di questi diluenti, o meglio questi “diluenti-bidoni”, spesso non vengono etichettati secondo le norme e sono privi di scheda di sicurezza, che consentirebbe di identificarli con precisione e di utilizzarli per operazioni di lavaggio e manutenzione (nei casi in cui le norme lo consentono).
Consigliamo i verniciatori che acquistano prodotti “puri” di farsi mettere per iscritto dal fornitore che il prodotto acquistato non contiene solventi rigenerati. Inoltre, alla prima fornitura del diluente, é utile far fare un’analisi del prodotto, verificando la corrispondenza a quanto dichiarato nella scheda e la correttezza dell’etichettatura, conservando un campione del prodotto:facendo eseguire almeno una volta l’anno un’analisi di controllo casuale sulle partite acquistate (costa circa 100 euro) avrete la certezza di non subire fregature (che rischiano di costarvi molto di più)!