Il parere “dell’operaiaccio” sull’inchiesta dedicata ai sistemi elettrostatici manuali da impiegare con vernici all’acqua
FRANCO GIARDINI
L’INCHIESTA
Nel numero scorso abbiamo presentato i pareri degli operatori del settore, che hanno delineato i pregi e i difetti delle pistole elettrostatiche usate manualmente per applicare vernici all’acqua. Riportiamo le domande alle quali gli esperti avevano risposto e il pungente commento di Franco Giardini.
QUALI REQUISITI RICHIEDONO LE PISTOLE ELETTROSTATICHE PER USO MANUALE?
SONO UTILIZZABILI IN PIENA SICUREZZA DA CHIUNQUE?
ESISTONO LIMITI APPLICATIVI A SECONDA DEL TIPO DI MANUFATTO DA VERNICIARE?
SONO UTILIZZABILI INDIFFERENTEMENTE PER PRODOTTI VERNICIANTI ALL’ACQUA E AL SOLVENTE?
QUAL’È L’EFFICIENZA DI TRASFERIMENTO RISPETTO AI SISTEMI CON- VENZIONALI? (MISTO ARIA, AIRLESS, HVLP ECC.)
IL COMMENTO DELL’ ”OPERAIACCIO”
Fare un’analisi sui sistemi elettrostatici manuali (meglio definirli apparecchiature di applicazione elettrostatica) é un po’ restrittivo: perché non parlare anche delle applicazioni automatiche? Comunque, anticipando che quanto espresso nelle risposte delle singole aziende è corretto, ma parziale, proverò a svolgere io stesso il “compitino”. Innanzitutto precisiamo che la norma Cenelec EN 50050 si riferisce ad apparecchiature elettrostatiche utilizzate in luoghi “a pericolo di esplosione” (vernici al solvente), mentre la Cenelec EN 50059 si riferisce a prodotti vernicianti “non infiammabili”. Chi e quando stabilisce che una vernice “all’acqua” è infiammabile e se non è infiammabile allo stato liquido, ma solo in fase di aerosol? E quali percentuali di solvente/cosolvente sono tollerati per essere considerate non infiammabili? Quindi, nel dubbio, un vecchio mestierante come me opta per l’interpretazione più restrittiva della norma. Per quanto riguarda la domanda n° 1, io sceglierei indubbiamente a titolo prudenziale un’apparecchiatura omologata EN 50050, che nei modelli per vernici conduttive può applicare i prodotti all’acqua ai massimi livelli di efficienza, di rendimento e di sicurezza. Per quanto riguarda la domanda n° 2, la sicurezzaé legata dall’applicazione nei modi e nei termini previsti dalla norma. Purtroppo essa non stabilisce, anche se determina i parametri, a chi compete controllare che il luogo e la situazione di utilizzo rispettino i parametri che essa stessa fissa per le applicazioni elettrostatiche. Quindi, in funzione della responsabilità oggettiva prevista dalla 626, ne risponde sempre quel “povero pirla” dell’imprenditore. Il venditore no! In altre parole, io ti posso installare l’elettrostatica nel cesso: se salta per aria perché non ha le ventilazioni sufficienti…cavoli tuoi! La risposta alla terza domanda é si, quando la conducibilità del manufatto é determinata, come nel caso del legno, dal grado di umidità (ma esistono anche sistemi semplici per “condizionare” il supporto). In tutti gli altri casi la risposta é no, ma il problema (vedi i miei precedenti elaborati) è inverso. Prima scelgo lo strumento più adatto al mio manufatto ed alla mia situazione tipica, poi procedo alla selezione del modello o marca più efficiente ed alla messa a punto finalizzata!
Per quanto riguarda la domanda n° 4, la risposta é si, se le apparecchiature sono omologate Cenelec En 50050, ma nel caso si impieghino vernici a solvente le apparecchiature devono tassativamente essere “a terra”, oppure deve essere garantito che nelle aree a rischio non si superi il L.E.L. (Limite minimo di esplosività). Se invece si usano prodotti all’acqua, quelli veri, non infiammabili anche in fase di aerosol, le pistole devono essere isolate. Per quanto riguarda la domanda n° 5, non c’é dubbio che l’efficienza sia sempre superiore in tutti i casi, ma è necessario fare alcune distinzioni. Nell’elettrostatica a “effetto corona”, per applicare vernici conduttive, l’elettrodo deve essere posizionato a distanza tale che il tubo di alimentazione non disperda eccessivamente la carica erogata. Il valore di efficienza, in una scala da 1 a 10, é un 6 scarso. E se cambia l’umidità relativa dell’aria? Nelle apparecchiature a “carica diretta” (sistema isolato) l’efficienza, utilizzando sempre la nostra scala relativa, vale 10. Occorrono comunque i necessari dispositivi di sicurezza ed anti shock. I dispositivi di interruzione della continuità (carica diretta) disponibili sul mercato, comportano dispersioni e costi di manutenzione ingenti. L’efficienza vale 8 (almeno finché non sarà disponibile il mio, di cui devo ancora realizzare il prototipo…eh, eh!). Allora ritengo che sia utile e necessario precisare alcune cose. Un prodotto ininfiammabile non si identifica sempre e necessariamente con una vernice all’acqua. Purtroppo mi è capitato di provare vernici all’acqua che erano classificate non infiammabili sulla scheda di sicurezza (allo stato liquido), ma che in fase di spruzzatura, per la quantità e la natura dei solventi contenuti, assumevano un pur ridotto grado di pericolosità. Il luogo comune secondo il quale una vernice all’acqua é ecologica e sicura non é vero e reale, né automatico; infatti vediamo che alcune vernici all’acqua non sono in grado di rispettare i limiti imposti dal DPR 203 sull’inquinamento atmosferico e richiedono quindi un sistema di abbattimento delle emissioni. Non possiamo, come ragionevolmente evidenzia la norma Cenelec EN 50050, riferirci al solo strumento di applicazione o al prodotto impiegato; dobbiamo analizzare anche la situazione operativa verificando:
che la cabina sia idonea all’applicazione elettro statica
che l’efficienza dell’aspirazione sia ottimale
che siano stati adottati tutti i dispositivi di sicurezza necessari.
Questo è lo spirito della legge, quando impone di redigere la scheda dei rischi residui e dei rischi congiunti.
Quindi dovremmo dare all’utilizzatore alcune importanti indicazioni:
se la vernice all’acqua contiene una certa concentrazione e un certo tipo di solventi devi prestare attenzione
bisogna mettere il flussostato o il pressostato differenziale sul sistema di aspirazione, per controllare lo stato di efficienza dei filtri
l’alimentazione dell’elettrostatica deve essere subordinata a specifiche precauzioni. Nell’elenco dei rischi residui, secondo me, andrebbero citati anche i riferimenti specifici ad altre norme: 626, Direttiva Macchine, DPR 203 sull’inquinamento atmosferico, ecc.
Invece no! Si preferisce semplificare tutto facendo passare il concetto “vernice all’acqua=pericolosità zero”, anche se ha un contenuto in solvente elevato! Con le vernici al solvente…la cabina non aspira, ma cosa me ne frega a me…boom! L’imperativo é vendere! Auguri. Lo spirito della legge è chiaro e non si riferisce solo alla sicurezza: l’operaio non solo non deve morire folgorato dall’elettrostatica e non deve saltare in aria con la cabina, ma deve anche essere salvaguardato sotto tutti i punti di vista (ergonomia degli strumenti, addirittura comfort). Invece no! Vendere…e venderemo! Io non ci sto! Non l’ho mai fatto prima…figuriamoci adesso che faccio il consulente! Entriamo ora nel merito delle risposte fornite dalle singole aziende. All’amico della Kremlin, contesto anzitutto che, secondo le abitudini aziendali, si è lasciato prendere la mano dall’aspetto pubblicitario, più che dall’argomento puramente tecnico. Non è stato esauriente in nessun punto e quanto espresso al punto 4 non corrisponde: opportuni dispositivi ed accorgimenti impiantistici rendono possibile e sicuro l’impiego dei sistemi elettrostatici per prodotti all’acqua o a solvente, ma, come precisato, non in uso contemporaneo!
Non condivido neppure la soluzione “allorquando si rilascia il grilletto della pistola il gruppo va a massa”. Nel caso i rendimenti calano ed i costi di manutenzione crescono. Esistono altri dispositivi approvati, anzi indicati dalla norma, ma qui siamo sempre nel campo delle interpretazioni e quindi delle opinioni di ciascuno. Al sig. L.M.R. della Ravarini, contesto quanto affermato nella risposta 4 e ribadisco che con opportuni dispositivi l’impiego è possibile, ma non in uso contemporaneo! A Gionfini della Verind, che saluto dopo molti anni, contesto ancora il punto 4: la “sua” elettrostatica ha una configurazione diversa! Possiamo discuterne. Ed ancora: la tabella della efficienza di trasferimento si salva con le ultime tre righe di spiegazione. Si confonde, come già espresso in precedenti elaborati, il concetto di efficienza e di rendimento. Si è mai chiesto perché nell’applicazione di prodotti tixotropici ad alto spessore (impiegati nella verniciatura di serramenti) lo strumento più utilizzato é l’airless elettrostatico? Ognuno tira l’acqua al suo mulino (comunque è sempre un ottimo professionista). A tutti contesto di non aver sottolineato il fatto che:
le apparecchiature di applicazione elettrostatica manuale devono essere omologate, non è sufficiente che rispondano alla normativa (c’è una bella differenza!)
che la normativa non si riferisce solo allo strumento ed al prodotto verniciante che deve applicare, ma anche a dove e come viene installato
non si precisa a chi compete fare le opportune verifiche circa l’idoneità della cabina, le modalità di installazione, la pericolosità della vernice, ecc. (…boia! compete solo a me!).
Però così succede che il venditore “furbo” vende apparecchiature in ottemperanza alla norma EN 50059 anche per applicare prodotti pericolosi, ma lui non lo sa… l’acqua è acqua! L’imperativo è…vendere! Bene, basta così, altrimenti Offredi non mi commissiona altri articoli… Ma no…vi faccio omaggio di una piccola “aggiuntina”. Attenzione nelle applicazioni elettrostatiche! Leggete attentamente la normativa, applicatela minuziosamente e meticolosamente, attuate tutte le verifiche ed i controlli. Nel dubbio chiedete (anche perché non è simpatico prendersi una “kricca” o “strinarsi” tutti!) Nell’applicazione di vernici all’acqua tenete ben presente due cose. Si verificano effetti di ritorno, e quindi se non volete vedere il vostro verniciatore completamente verniciato, curate l’efficienza dell’aspirazione e l’abbigliamento. Si formano inevitabilmente delle “capacità”, quindi curate in modo particolare i dispositivi di sicurezza e di messa a terra, se non volete vedere il vostro uomo con i capelli dritti e gli occhi “stralunati”. Il venditore “furbo” vi dirà che una “Kricchetta” ogni tanto incrementa la potenza sessuale, ma a me non è mai venuto l’estro o la curiosità di controllare la virilità dei verniciatori.
Quindi non ci credo!