Le complicate procedure sulle autorizzazioni alle emissioni in Piemonte, che in realtà dovrebbero essere semplificate e i lamenti del consulente
Emissioni semplificate in Piemonte
Levanto, una fresca serata di metà luglio nella piccola e verde Piazza Staglieno. Sono in attesa dell’evento che un attempato gruppo musicale dedicherà a Fabrizio de André (nel tardo pomeriggio ho sentito qualche prova e non mi sembrano male). Mentre gusto una succosa macedonia con yogurt naturale, osservo villeggianti e passanti e, tra loro, scorgo quel consulente che, talvolta un po’ sconsolato, scrive alla nostra redazione. Cerco di ricostruire il dialogo che inevitabilmente, dopo i convenevoli di rito, è sconfinato in ambito lavorativo.
Consulente
Egregio direttore, cosa ci fa da queste parti? Non sapevo fosse un estimatore del Levante ligure e, in particolare, della graziosa cittadina di Levanto.
Direttore
Che piacere, si accomodi, le consiglio una macedonia di frutta fresca con questo yogurt, il tutto è davvero squisito e, tra l’altro, estremamente salutare. A Levanto ci sono venuto per diversi anni, nel mese di giugno, in occasione del Festival del Cinema; da qualche anno il Festival non si fa più (un vero peccato), ma ogni tanto ci torno.
Consulente
Ho frequentato per anni questa cittadina, porta di accesso alle Cinque Terre; mia figlia ci trascorreva parte dell’estate con i nonni e spesso anche le vacanze di fine anno. Ora ci torno di tanto in tanto, preferibilmente nel mese di luglio, una sorta di anticipo delle vacanze agostane.
Mentre le rispettive signore si intrattengono in conversazioni sulla cittadina ligure che le ospita, sulle rispettive sistemazioni (albergo e casa), su qualche problema di limpidezza del mare (sarà l’impianto di depurazione delle acque che non funziona a dovere?), sui programmi delle prossime vacanze, eccetera, è inevitabile che con il consulente si finisca a parlar di lavoro, o meglio, delle disavventure che capitano nello svolgimento del lavoro.
Consulente
Caro direttore, questa gliela devo proprio raccontare: ha presente le autorizzazioni cosiddette “in deroga”? Sono quelle relative alle emissioni in atmosfera e per le quali, essendo definite dalle Regioni specifiche autorizzazioni in via generale, è possibile presentare un’istanza e, dopo 45 giorni, beneficiare del meccanismo del “silenzio-assenso”; trascorso tale periodo è legittimo attivare la nuova attività, o la modifica di un’attività esistente: ho sperimentato il modo in cui le autorizzazioni alle emissioni in Piemonte possano essere semplificate.
Direttore
Certo, ho ben presente tale procedura autorizzativa: mi sembra una procedura (adottata diversi anni fa) che consente una reale semplificazione, sia per la preparazione dell’istanza, sia per la certezza del tempo di rilascio dell’autorizzazione. Purtroppo, in presenza delle procedure ordinarie (dove non vige il “silenzio-assenso”) i tempi per il rilascio delle autorizzazioni sono di diversi mesi e, in qualche caso, di anni. Mi risulta, tra l’altro, che la Regione Lombardia abbia esteso tale procedura anche per stabilimenti autorizzati in “via ordinaria”, limitatamente a certe lavorazioni.
Consulente
Bene, ancora una volta constato che lei è sempre sul pezzo! Ma stavolta non parliamo di Lombardia, bensì del Piemonte, quella terra che fu sabauda alla quale, in verità, per anni ho riconosciuto una competenza tecnica e amministrativa di buon livello. Nel caso in questione, e me ne dolgo, devo proprio raccontare qualcosa che forse potrà interessare i suoi lettori, ma non farà contenta l’amministrazione nel suo complesso, in quanto in Piemonte le autorizzazioni alle emissioni non si sono semplificate.
Direttore
Suvvia, non mi dica ora che mette in discussione anche le poche procedure agevolate e la certezza dei tempi di risposta che le predette procedure garantiscono.
Consulente
Niente di tutto ciò: non metto affatto in discussione una procedura che, come lei ha ricordato, consente tempi di risposta certi e che ora (come lei poc’anzi ricordava) può essere in parte estesa anche agli stabilimenti autorizzati con procedura ordinaria. Sono piuttosto le controverse disposizioni piemontesi che mettono il tutto un po’ in crisi.
Direttore
Sia meno enigmatico e, se può, lasci perdere il burocratichese: si esprima in modo che anche i nostri piccoli e medi imprenditori possano capire di cosa si stia parlando e quale sia il nocciolo del problema.
Consulente
Ci provo. Come lei saprà, le istanze di autorizzazione (ordinarie e in deroga) devono essere presentate al SUAP (SUAP – Sportello Unico Attività Produttive) istituito presso il Comune in cui è ubicato lo stabilimento oggetto dell’istanza, o condiviso tra più Comuni tra loro associati.
Direttore
Sinceramente non ho mai capito il perché di tale passaggio, che prevede nel percorso autorizzativo un ente (il SUAP) che non ha conoscenza né competenza sul procedimento stesso: un passaggio in più, sia in entrata (presentazione istanza) che in uscita (rilascio dell’autorizzazione) non si capisce come possa determinare una semplificazione. Ricordo a chi le legge che è la Provincia l’autorità competente per le autorizzazioni in questione, che riguardano le emissioni in atmosfera.
Consulente
Bravo direttore. Ha colto uno dei punti fondamentali: il passaggio attraverso il SUAP. Prima di presentare un’istanza di autorizzazione in deroga si deve consultare il portale del SUAP di riferimento e seguire le indicazioni in esso riportate.
Alcuni SUAP, come nel caso in questione, adottano il portale messo a disposizione dalla Camera di Commercio (impresainungiorno.it); sono peraltro presenti altri tipi di portali, in alcuni casi gestiti da amministrazioni provinciali (ad esempio a Milano) o dalle Regioni (ad esempio in Lombardia e Piemonte), in altri casi messi a disposizione da società specificamente incaricate dai SUAP.
Direttore
Bene, ma cos’è successo di tanto tragico ?
Consulente
Niente di tragico, non è morto nessuno! Non guasterebbe però un po’ più di efficienza e rispetto per gli utenti (imprese e consulenti). Nel caso in questione la presentazione dell’istanza è stata fatta sul portale “impresa in un giorno”, giusto le disposizioni del SUAP del comune coinvolto.
Non avendo ricevuto comunicazione alcuna dall’autorità competente (Provincia), circa 10 gg dopo la scadenza dei 45 gg (acquisito quindi il “silenzio/assenso”) è stata presentata – come richiesto – la “comunicazione di messa in esercizio” delle nuove lavorazioni (trattasi di attività a carattere meccanico, semplici macchine utensili, prevalentemente costituite da torni automatici).
La Provincia, ricevuta la comunicazione di cui sopra, ha chiesto chiarimenti circa alcune lavorazioni meccaniche – abbondantemente dopo i termini consentiti – e candidamente ha ammesso di non aver ricevuto dal SUAP l’istanza originaria (a proposito di efficienza).
Direttore
Lei avrà sicuramente fornito le informazioni richieste e il tutto si sarà infine sbloccato.
Consulente
Sì certo, rimane da capire come mai il SUAP non abbia trasmesso la prima istanza alla Provincia. Ciò è accaduto anche in altre occasioni: alcune Province lombarde, ad esempio, si sono accorte dell’istanza presentata solo dopo la comunicazione di messa in esercizio. Per quale motivo la compilazione sui portali del SUAP non coinvolge direttamente anche la cosiddetta “autorità competente”, ovvero la Provincia /Città metropolitana? Ma non è finita qui.
Direttore
Cos’altro è capitato…
Consulente
Ricevute le delucidazioni richieste, la Provincia ha preso atto dell’adesione all’autorizzazione in via generale alla quale l’azienda aveva aderito, ricordando le specifiche prescrizioni dettate dalla citata autorizzazione in via generale per lavorazioni meccaniche, approvata nel 2011 dalla Regione Piemonte. Tuttavia nella missava provinciale c’era un’ulteriore richiesta: caricare l’istanza sul portale “SistemaPiemonte”.
Direttore
Mi faccia capire: ha praticamente presentato un’altra volta l’istanza, caricandola anche sul portale della Regione Piemonte?
Consulente
Ha capito benissimo, è proprio quello che ho dovuto fare, entro il termine di 30 gg dal ricevimento della richiesta.
Direttore
Avrà dovuto chiedere uno spiacevole supplemento di compenso al suo cliente per l’ulteriore lavoro svolto.
Consulente
In effetti avrei dovuto: un consulente, lei lo sa, vende il proprio tempo. Tuttavia in questo caso non me la sono sentita di chiedere alcun compenso aggiuntivo al cliente, per un’inefficienza della pubblica amministrazione.
Direttore
Conoscendola, avrà sicuramente aspramente discusso con i funzionari della Provincia in questione.
Consulente
Caro Direttore, non esageri. Ho urbanamente scritto all’apposito indirizzo messo a disposizione da “SistemaPiemonte”. Mi hanno ricontattato e una gentile addetta mi ha confessato che, in effetti, sussiste qualche problema di comunicazione tra il portale regionale e alcuni portali dei SUAP: ci stanno lavorando ma, nel frattempo, tocca alle aziende o ai loro consulenti rimediare al tutto, caricando due volte la stessa istanza: non proprio un modo per rendere semplificate le autorizzazioni alle emissioni in Piemonte.
Direttore
In conclusione: prima istanza non trasmessa dal SUAP alla Provincia e conseguente ritardo nei tempi di acquisizione dell’autorizzazione; in seguito ripresentazione dell’istanza su diversa piattaforma informatica e doppio lavoro – non retribuito – per il consulente.
Verrebbe da dire: come procedura di semplificazione…niente male!
Consulente
Ebbene sì. È per questo che ogni volta che sento parlare di semplificazioni … mi tremano i polsi