Spruzzatrice automatica profili verniciatura

Analisi commentata dei risultati dei prelievi realizzati per conto della Provincia di Treviso presso un’azienda del comparto legno

INTRODUZIONE

L’Amministrazione provinciale di Treviso ha affidato ad un laboratorio chimico autorizzato, l’incarico di effettuare prelievi ed analisi chimiche su un impianto che svolge l’attività di verniciatura di elementi in legno. Tale intervento era finalizzato a determinare e quantificare il rispetto dei limiti per le emissioni convogliate e le emissioni diffuse previsti dalla vigente norma sull’inquinamento atmosferico (Dlgs 152/06 Parte Quinta, art. 275).
Le analisi sono state effettuate per una intera giornata lavorativa (9.00-12.00 e 13.30-18.30) nei seguenti locali dell’azienda, dove avvengono le operazioni di verniciatura:

a) Cabina di verniciatura aperta per fondo
La cabina è dotata di aspirazione frontale, per l’applicazione manuale a spruzzo della mano di fondo ai bordi dei tavoli, che prevede l’utilizzo di prodotti vernicianti poliesteri. L’essiccazione dei manufatti avviene in prossimità della cabina. Nel corso delle prove sono stati utilizzati 40 kg di prodotto verniciante (fondo poliestere, soluzione metallica accelerante, iniziatore perossido, pasta colorata, diluente acetone).

b) Impianto in linea
Viene utilizzato per l’applicazione a spruzzo della mano di finitura, che prevede l’utilizzo di prodotti vernicianti acrilici e la successiva essiccazione con aria calda, seguita da essiccazione con lampade UV. Nel corso delle prove sono stati utilizzati 151 kg di prodotto verniciante acrilico.

c) Cabina di verniciatura per anticatura
Viene utilizzata per l’applicazione manuale a spruzzo di prodotti vernicianti poliuretanici, per conferire un effetto “anticatura”. L’essiccazione dei pezzi avviene all’interno della cabina. Nel corso delle prove sono stati impiegati 9 kg di prodotto verniciante (finitura poliuretanica, catalizzatore poliuretanico, diluente).

LE EMISSIONI CONVOGLIATE

Per ogni punto di prelievo (camino di scarico in atmosfera) sono stati eseguiti due serie di tre prelievi ciascuna: una serie la mattina e una serie al pomeriggio. Presso il camino n. 4 è inoltre stato eseguito un prelievo durante la fase di lavaggio/pulizia della linea al termine della giornata lavorativa.

Il quadro dei camini presenti era il seguente.

Camino 1 = convogliamento di 4 camini provenienti da due cabine di verniciatura in cui si applica fondo + anticatura; nel dettaglio:
Camini n. 1.1.F e 1.2.F = punti di emissione della cabina di vernicia- tura più grande, in cui si applica il fondo;
Camini n. 1.3.A e 1.4.A = punti di emissione della cabina di verniciatura più piccola, in cui si applica l’anticatura;
Camino n. 2 = emissione di aspirazioni sulle postazioni di lavorazioni meccaniche del legno.
Camino n. 3 = emissione aspirazioni dei banchi di lavorazione manuale. Camino n. 4 = emissioni della linea di verniciatura automatica.
Camino n. 5 = emissione aspirazioni delle postazioni di levigatura della linea di verniciatura automatica.

Per queste analisi sono stati misurati i seguenti parametri: portata volumetrica (metodo UNI 10169), temperatura (metodo UNI 10169), SOV (metodo UNI EN 13649), Carbonio Organico Totale COT (con analizzatore FID secondo il metodo UNI EN 13256-12619).

I risultati delle analisi sono riportati in Tabella A. Poiché l’azienda in questione ha un consumo di SOV superiore a 15 tonnellate/anno ma inferiore a 25 tonnellate/anno, il limite alle emissioni convogliate che deve rispettare, è quello previsto nella Tabella 1 (attività 10) della Parte III dell’Allegato III alla Parte Quinta del Dlgs 152/06: 100 mgC/Nm3 (sia per la fase di applicazione che per la fase di essiccazione). Come si può facilmente riscontrare dai dati riportati in Tabella A (colonna COT), tutti i camini ad eccezione del n. 4 rispettano il limite alle emissioni. Le due principali cause che portano a questo risultato, sono da imputarsi sia al fatto che nella linea di vernicia- tura automatica (convogliata al camino 4) viene utilizzato un maggior quantitativo di prodotti vernicianti (151 kg sui 200 kg complessivamente spruzzati il giorno del controllo), sia al fatto che i prodotti vernicianti impiegati possiedono un residuo secco inferiore (R.S. = 45% circa) rispetto a quelli utilizzati nelle cabine per il fondo e l’anticatura (R.S. = 65% circa).

A completamento di questo studio, le emissioni convogliate sono state contemporaneamente monitorizzate mediante un analizzatore FID in continuo, che ha fornito dei grafici in cui è visibile l’andamento della concentrazione al camino durante il periodo di campionamento. Scopo di questa analisi parallela è stato quello di verificare la sincronia dei dati, prelevati con metodiche diverse. Come risulta evidente dai grafici esposti, la concordanza tra i dati ottenuti è estremamente elevata.

LE EMISSIONI DIFFUSE

Per quanto riguarda le emissioni diffuse, sono state posizionate due serie di “Radiello” (campionatori passivi) in 8 postazioni all’interno dello stabilimento. I campionamenti hanno interessato un arco di tempo di 24 ore, e si sono svolti durante il periodo giornaliero (8,00-18,00) e notturno (18,00-8,00): i risultati finali sono esposti in Tabella B.
I dati mostrano come la diffusione delle SOV in ambiente di lavoro sia estremamente bassa: il valore medio di esposizione consigliato dall’ACGIH americana per l’acetone (la sostanza che, tra quelle presenti nei campioni analizzati, rappresenta il 60-80% della miscela di solventi) è infatti pari a 1.188 mg/Nm3 (TLV- TWA).
Da notare, invece, il fatto che la con- centrazione media in ambiente risulta maggiore di notte rispetto alle ore diurne: presumibilmente ciò è dovuto al fatto che ad attività lavorativa ferma, i punti di aspirazione non sono in funzione e le sostanze residue non convogliate sono libere di diffondersi. Non è tuttavia possibile utilizzare i dati così ottenuti per arrivare a definire la quantità di emissione diffusa effettivamente rilasciata in ambiente, da confrontare con il valore limite imposto dalla normativa; questo perché al valore effettivo di emissione diffusa concorrono altre voci (ad es. i solventi presenti nelle acque di scarico) e perché il campionamento dovrebbe essere accompagnato da altre valutazioni quali ad esempio, la cubatura del locale e i ricambi d’aria in esso presenti. Si ritiene che un valore più attendibile per l’emissione diffusa lo si possa ricavare come differenza tra l’input e le altre voci di output diverse da quelle che concorrono a formare la definizione di emissione diffusa (si veda a questo proposito le definizioni presenti nel Piano di Gestione Solventi).