Funerale ottimista

La stampa tecnica è morta e qualcuno deve cominciare a dirlo, prima che il cadavere cominci a puzzare.

Pierluigi Offredi

Il vecchio rituale della rivista tecnica sulla scrivania, sfogliata sempre più di corsa nel weekend, è già per molti il ricordo di un mondo lontano, in cui usavamo il fax, spedivamo lettere francobollate e telefonavamo con i gettoni.
Siamo stati i primi, circa 30 anni fa, a trasformare la comunicazione nel mondo della verniciatura del legno, creando una rivista indipendente da ogni tipo di condizionamento commerciale, per dare agli utilizzatori informazioni chiare, frutto di un lavoro giornalistico corretto e imparziale.
Pensavamo che solo in questo modo una rivista specializzata potesse diventare utile agli inserzionisti, che pagano per avere a disposizione uno strumento autorevole, letto dai loro clienti, in cui le notizie sono ben separate dalla pubblicità, senza sviolinate e incensature compiacenti, scritte per guadagnare qualche dollaro in più…
Le migliaia di abbonati paganti che abbiamo raggiunto sono stati la conferma della validità di questa filosofia, ma oggi l’avvento del digitale ha cambiato il mondo della comunicazione ed è il momento di fare un’altra rivoluzione.
“Professione Verniciatore” con questo numero cesserà di esistere come rivista cartacea e si trasformerà in uno strumento di comunicazione digitale polivalente, come sempre al servizio degli operatori del settore, che nei prossimi anni dovranno affrontare una sfida epocale, fondata su modalità di comunicazione al passo con i tempi.
Quest’ultima rivista, inviata gratuitamente alle oltre 20.000 aziende che fanno parte del nostro indirizzario, vuol essere anche un ringraziamento agli abbonati e agli inserzionisti, per la fiducia che ci è stata data in questi 30 anni.
Questo numero rimarrà l’ultima testimonianza concreta e palpabile, come solo la carta può essere per tutti quelli che come me sono nati nel secolo scorso, di un mondo in via di estinzione: è tempo che gli anziani nativi analogici lascino spazio ai giovani nativi digitali, sperando di riuscire a trasmettergli la passione per un mestiere che non richiederà più carta e inchiostro, ma che avrà sempre bisogno di indipendenza intellettuale, correttezza, trasparenza e imparzialità.

 

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