Anche gli utilizzatori possono dare un valido contributo al lavoro normativo. I risultati dell’impegno della Alpi nella ricerca sui metodi per valutare la resistenza alla luce di supporti legnosi,dimostrano l’interesse degli utilizzato riverso le effettive prestazioni delle vernici
Il gruppo Alpi, che opera sul mercato da oltre 70 anni, ha sviluppato una serie di società tali da provvedere all’ approvvigionamento, alla produzione ed alla distribuzione di una vasta gamma di materiali legnosi, dal legno multilaminare grezzo al legno laminato grezzo o verniciato. In particolare la Alpi S.p.A. ha sviluppato la tecnologia di produzione del legno multilaminare, prodotto in cui risulta essere leader mondiale, per mezzo del quale è possibile ottenere dimensioni regolari, volumi elevati e colori ripetibili nel tempo (secondo il fabbisogno del cliente). Il legno multilaminare è costituito da lamine di legno colorato in profondità, sovrapposte ed incollate sotto pressione, in modo tale da formare un blocco o una tavola da cui, mediante successiva lavorazione, è possibile ricavare tranciati o segati di varie dimensioni, destinati prevalentemente a scopo decorativo. Essendo l’azienda, da sempre, interessata agli sviluppi tecnico-scientifici riguardanti il legno, da alcuni anni si è impegnata attivamente all’interno delle commissioni Unichim, partecipando all’attività di normazione dei prodotti sopra citati. In particolare all’interno della commissione “Vernici per legno”, i tecnici Alpi hanno partecipato ad un lavoro di ricerca allo scopo di valutare la resistenza alla luce di supporti legnosi verniciati e non, sottoponendo tranciati di varie specie legnose e di legno multilaminare a dei tests di resistenza alla luce. Le prove sono state eseguite su 23 campioni legnosi, di cui tre multilaminari, verniciati mediante sei diversi cicli scelti tra quelli più utilizzati.
Ciclo A: ciclo nitrocellulosico (utilizzato per verniciare mobili già montati, generalmente rustici e mobili d’arte).
Applicazione: a spruzzo. 1a mano di fondo 100 g/ m2 2a mano di fondo 100 g/ m2 3a mano top 80-100 g/ m2 Diluizione media 25-30 % con diluente specifico.
Ciclo B: ciclo poliuretanico di alta qualità con impiego di prepolimeri isocianici ad alta ritenzione all’ingiallimento (impiego generale: mobilio, semilavorati, perline, cornici ecc.).
Applicazione: a spruzzo. 1a mano di fondo 120 g/ m2 2a mano di fondo 100 g/ m2 3a mano top 100 g/ m2 Diluizione media 35-40 %.
Ciclo C: ciclo poliuretanico di qualità corrente, con impiego di prepolimeri isocianici vari appartenenti alla classe desmodur L (di uso generale).
Applicazione: a spruzzo. 1a mano di fondo 120 g/ m2 2a mano di fondo 120 g/ m2 3a mano top 100 g/ m2 Diluizione media 40 %.
Ciclo D: ciclo acrilico con induritore composto da isocianato alifatico (utilizzato in genere per i prodotti di arredamento).
Applicazione: a spruzzo. 1a mano di fondo 120 g/ m2 2a mano di fondo 150 g/ m2 3a mano top 120 g/ m2 Diluizione media 25-30 %. La miscela è stata additivata con un 2 % di assorbitore UV.
Ciclo E: ciclo poliestere con top finale in poliestere lucido “diretto”(utilizzato per arredamento ed oggettistica). Applicazione: a spruzzo.
1a mano isolante DD 80 g/ m2 2a mano poliestere paraffinato 1509/ m2 3a mano poliestere paraffinato 150 g/ m2 4a mano poliestere paraffinato 150 g/ m2 5a mano poliestere lucido diretto 100 g/ m2 Diluizione media (acetato di butile) 10-15 %.
Ciclo F: ciclo poliestere UV (uso generale: per pannelli piani). Applicazione: in linea UV.
1a mano fondo a rullo 10 g/ m2 2a mano fondo a rullo 10 g/ m2 3a mano fondo (reverse) 30 g/ m2 4a mano opaco a rullo 10 g/ m2 5a mano opaco a rullo 10 g/ m2 Diluizione media: 10-15 %
N.B. Per semplicità non sono state descritte le fasi intermedie che prevedono la placcatura e la levigatura dei campioni.
Le finiture sono state eseguite in maniera tale da permettere la preparazione di provini ove la metà della superficie presenta la finitura richiesta mentre l’altra metà rimane grezza; tali provini sono stati poi segati in dimensioni opportune per un’esposizione al test di invecchiamento accelerato (tramite apparecchiatura Xenotest 150 S). I campioni sono stati analizzati spettrofotometricamente, tramite apparecchiatura computerizzata Color Quest (Hunterlab), in entrambi i settori, prima e dopo l’esposizione alla luce artificiale, su un totale di sei aree per provino corrispondenti ad una superficie di circa 4 cm2. I dati ottenuti sono stati espressi secondo il sistema colorimetrico CIE-Lab, in modo da potere definire le distanze tra i colori come Delta E nel campione prima e dopo esposizione, sia per la parte grezza che per quella verniciata. Tale parametro dà un indice contemporaneo dell’entità dello spostamento del tono di colore e della luminosità, quindi può indicare il livello di fotodegradazione. Bassi valori di Delta E denotano una moderata variazione di colore, mentre valori di Delta E elevati indicano una corrispondente elevata alterazione. L’ analisi dei dati ottenuti, pur non offrendo una visione globale del problema, sia per il numero statisticamente insufficiente dei campioni per specie legnosa, sia per l’esiguo numero (23) delle specie analizzate, permette comunque di effettuare alcune considerazioni, molte delle quali già note ai tecnici del settore, facendo però presente che talvolta i valori di Delta E non corrispondevano alla sensazione soggettiva dell’alterazione. Innanzitutto si è notato che i valori dei Delta E dei legni grezzi, entro determinati limiti di riproducibilità, mostrano oscillazioni imputabili solamente alla grande variabilità chimico-fisica del legno, anche se derivante dalla stessa specie botanica o addirittura dalla stessa pianta (in diverse posizioni del tronco ). In secondo luogo si può notare che il Delta E dei legni verniciati non dipende solamente dal tipo di vernice o dal tipo di legno, ma probabilmente anche da interazioni legno-vernice evidenziate dal fatto che alcuni trattamenti che permettono di ottenere bassi valori di Delta E su determinati legni generano alti valori di Delta E cambiando la specie legnosa, indipendentemente dal Delta E del legno grezzo. Da quanto detto si può ipotizzare che non è possibile definire a priori, indipendentemente dal supporto legnoso, se un determinato tipo di trattamento verniciante possa permettere l’ottenimento di bassi Delta E. Terza considerazione riguarda il fatto che dai dati in nostro possesso non sembrano esserci differenze significative tra i Delta E osservati per i campioni di legno multilaminare e quelli degli altri campioni. Tale lavoro pur essendo in se concluso non è da ritenersi esaustivo del problema e anche per questo la Alpi S.p.A. continua nella sua collaborazione col gruppo Unichim “Vernici per legno”.