mercato serramenti legno

Le vernici non sono così impermeabili come si potrebbe credere, ma anche l’acqua allo stato liquido, di aerosol o film di condensa, non è così penetrante come si pensa comunemente

ENZO MORANDI
C.E.R.T.O. (CENTRO DI RICERCA TOSCANO)

Verniciare il legno, ha i suoi “pro” ed i suoi “contro” rispetto alla plastica, al vetro e ai metalli, i quali hanno sempre, o quasi, il problema dell’aderenza (aggrappaggio). Nella maggior parte delle specie legnose questo problema non esiste, grazie alla porosità del legno, che però crea un altro grosso problema, specialmente per quei manufatti che andranno a contatto con l’acqua o che rimangono in ambienti umidi (infissi, mobili da giardino, ecc.). Proprio attraverso questa porosità il legno assorbe l’acqua sotto forma liquida, gassosa, o d’aerosol (goccioline microscopiche sospese nell’aria) creando vari problemi. Il primo, quasi immediato, è l’aumento di dimensione, soprattutto nel senso della crescita annuale, o lungo gli anelli annali, molto meno nel senso della venatura (longitudinalmente). Questo aumento non giova certo per esempio ai serramenti che, quando va bene, si chiudono male, per effetto dell’aumento di dimensione. Inoltre la differenza tra l’aumento trasversale (tanto) e longitudinale (poco), crea un altro problema di notevole importanza, nei casi in cui le venature vengano contrapposte. Ad esempio, nel montaggio di una finestra il tenone s’infila a forza e con colla nella mortasa, creando così un’unione molto robusta che, in assenza d’umidità, è stabile. L’umidità però tende a aumentare lo spessore e la larghezza del tenone, che in alcuni casi può spezzare il regolo in cui è inserita la mortasa, la quale cresce quasi soltanto come profondità di cava, ma non in larghezza e spessore, per cui tende a sfilarsi tanto quanto aumenta di spessore, proprio perché il tenone non si allunga mentre la mortasa sì. Quando, per effetto dell’umidità, la mortasa aumenta, il tenone longitudinalmente non cambia dimensione, mentre il regolo con mortasa, aumentando, tende a scorrere lungo il tenone in maniera crescente, poco nella zona di battuta, ma sempre di più verso l’esterno. In alcuni casi (ad esempio nelle finestre verniciate male o grezze) si ha uno sbalzo anche di 2 mm e quando la finestra si asciuga e torna alle dimensioni iniziali, il regolo con mortasa si restringe, ma trovandosi 2 mm fuori dal tenone, senza nessuna forza presente per riportarlo dove si trovava, restringendosi si scosterà almeno di 1,5 mm dall’appoggio del tenone. Alla prima pioggia l’acqua farà meno fatica ad entrare nel giunto, così il danno aumenterà sempre di più; in quella fessura poi si infileranno spore, insetti, sporco, terra, tutte cose che con l’umidità daranno vita all’altra parte di difetti portati dall’acqua: funghi, insetti xilofagi, muffe, licheni, addirittura anche piante seminate dal vento nelle fessure, che contribuiscono al deterioramento e alla marcescenza. Il problema è certamente complesso e molto grave, ma molte vernici oggi assolvono bene il compito loro assegnato. Attenzione, non pensate che tutte le vernici siano completamente impermeabili, una caratteristica per altro molto difficile da ottenere, che poi non è neanche un bene per le applicazioni sui serramenti. Prima di tutto l’impermeabilità è molto relativa e cambia insieme al supporto; inoltre il concetto di impermeabilità andrebbe trattato in un articolo a sé ed abbastanza lungo. Limitiamoci per ora al fatto che le vernici non sono così impermeabili come si potrebbe credere, ma teniamo anche conto del fatto che l’acqua allo stato liquido, di aerosol o film di condensa, non è così penetrante come si pensa comunemente. Senza pressioni, osmosi, o assorbimenti per depressione, non entrerebbe neanche in un foro da mezzo millimetro; il problema è che in un manufatto poroso che contiene molta aria, sia pure verniciato, quando diminuisce la sua temperatura, il gas contenuto (l’aria) si ritrae (e non poco), creando all’interno una certa depressione che deve essere compensata dall’esterno. Siccome questo succede soprattutto la notte, con un’umidità quasi sempre più alta (anche senza considerare il meccanismo di condensazione), insieme all’aria che andrà a compensare la depressione entrerà anche l’umidità, che tanto più fine sarà (cioè tanto più piccole saranno le goccioline di acqua), tanto più facilmente entrerà attraverso la vernice nel legno, con tutti i problemi già visti. Qualora questo problema sembrasse troppo facile da capire e da risolvere, quest’altro problema ci complicherà ulteriormente la vita: all’impermeabilità “normale”, quella insomma che non fa entrare l’acqua o il vapore nel legno, bisogna aggiungere quella “negativa”, vale a dire quell’impermeabilità “inversa” che non lascia uscire l’acqua quando è entrata e si è propagata per capillarità a tutto il legno. Avete presente quei famosi pannolini della pubblicità che non fanno uscire la pipi? Ecco, la vernice per i manufatti in legno soggetti all’umidità, dovrebbe essere un “pannolino inverso”, che lascia uscire “l’acqua”, ma che non lascia entrare neanche il vapore. Questo pannolino…pardon, questa vernice, sarebbe l’ideale e la ricerca va avanti; anche le prove che stiamo facendo mostrano che la strada è aperta ed è quella giusta: presto chi ha comprato le finestre in PVC o in metallo tornerà al legno.