Diluente Certo mago

Niente trucco, niente inganno!

Un’iniziativa di “Professione Verniciatore” e “Arcobalegno” per l’impiego sicuro dei diluenti nella verniciatura. Le regole del marchio “Diluente Certo” tutelano l’utilizzatore e l’ambiente

PIERLUIGI OFFREDI

Maggior sicurezza, minor impatto ambientale

La campagna “Diluenti & Sicurezza”, promossa dalla nostra rivista in collaborazione con i verniciatori di “Arcobalegno”, ha raggiunto un nuovo importante traguardo. Il regolamento del marchio “Diluente Certo”, mette a disposizione di tutti gli utilizzatori uno strumento semplice ed economico per selezionare i fornitori di diluenti che operano in modo trasparente, grazie a un meccanismo che consentirà a chiunque di tenere sotto controllo le prestazioni tecniche e ambientali dei prodotti acquistati. Il marchio “Diluente Certo”, garantisce che la formulazione dei prodotti rimarrà costante nel tempo, mantenendo caratteristiche qualitative che nel settore della verniciatura sono decisamente rare. E’ noto infatti che molti produttori modificano frequentemente la composizione dei diluenti a seconda dell’andamento del prezzo di mercato dei vari componenti, o anche secondo la disponibilità di prodotti di recupero con vari gradi di purezza, la cui provenienza è molto spesso ignota. I nostri lettori sanno bene quante volte in questi anni abbiamo pubblicato i risultati delle analisi eseguite su numerosi campioni di prodotti venduti in modo truffaldino e il cui contenuto non rispondeva ai più elementari criteri di efficienza tecnica e di sicurezza dei lavoratori. Oggi questa perversa spirale, che vede spesso (inutile nasconderlo) la connivenza tra venditori senza scrupoli e utilizzatori in cerca di facili risparmi (il prezzo della salute sembra per certi verniciatori un optional), può essere spezzata in modo molto semplice.

Gli impegni dei fornitori di diluente

Chi aderisce alla nostra iniziativa deve formulare i prodotti contrassegnati dal marchio “Diluente Certo” secondo precise caratteristiche:

    1. assenza di sostanze cancerogene e/o teratogene che fanno scattare le frasi di rischio R 40, R 45, R 46, R 49, R 60, R 61, R 62, R 63, R 64
    2. assenza di sostanze appartenenti alla classe I e II (tab. D del DM 12.7.90). La somma totale di eventuali impurezze deve essere inferiore allo 0.1%
    3. assenza di alcoli primari nei diluenti poliuretanici
    4. acqua in percentuale inferiore allo 0,05% nei diluenti poliuretanici
    5. costanza di formulazione secondo precise specifiche tecniche.
I vantaggi per i verniciatori

Il rispetto dei primi due punti, garantisce all’utilizzatore che il diluente marcato non contiene sostanze particolarmente pericolose per la salute dei lavoratori e per l’ambiente esterno. Ovviamente ciò non significa che tali prodotti siano “ecologici”, un termine ingannevole che qualcuno tenta ancora di sfruttare per carpire la buona fede degli utilizzatori. Gli aderenti alla nostra campagna devono sottoscrivere l’impegno a non usare, per promuovere tutti i loro prodotti, i termini ecologico, atossico, non nocivo, rispettando scrupolosamente le regolamentazioni in vigore, promuovendo l’utilizzo razionale e sicuro dei diluenti e delle vernici, la corretta gestione dei rifiuti e il loro eventuale recupero, anche per quanto riguarda gli imballi. Il rispetto dei punti c) e d), garantisce invece le prestazioni tecniche dei diluenti, che troppo spesso vengono sottovalutate da chi opera nella verniciatura. Dal rispetto del punto e), consegue oggettivamente la totale assenza di solventi provenienti da attività di rigenerazione e recupero. Con questo non si vuole assolutamente ”criminalizzare” la categoria dei “solventi di recupero” che, se adeguatamente identificati da schede tecniche e di sicurezza precise, possono essere utilizzati per specifiche lavorazioni in condizioni vantaggiose. I prodotti riciclati rappresentano un’ importante risorsa economica davalorizzare, ma non possono essere impiegati in una linea di prodotti contrassegnata dal marchio “Diluente Certo”, caratterizzata da prestazioni elevate ecostanti, sia dal punto di vista tecnico che ambientale. I prodotti di recupero, per le loro caratteristiche intrinseche, non potranno infatti mai garantire prestazioni costanti, emissioni costanti e rifiuti costanti.

Chi controlla?

In un Paese come il nostro, ricchissimo di regole, norme e procedure che nessuno rispetta, che ha coniato il detto “fatta la legge, trovato l’inganno”, la funzione di controllo rappresenta l’unica vera garanzia per chi crede ancora che si possa cambiare qualcosa e che si possa operare all’interno di precise regole del gioco. Per evitare però costosi meccanismi “polizieschi”, che rischiano di trasformarsi in macchinosi carrozzoni, spesso aggrediti dalla piaga della corruzione, abbiamo pensato che il modo più semplice ed economico fosse il “fai da te”. Intendiamoci, niente “giustizieri della notte” che frustano a sangue i disonesti venditori colti sul fatto! Si tratta solo di controllare, anche soltanto una volta l’anno, se gli impegni presi dai propri fornitori sono stati mantenuti.

Un meccanismo semplice ed economico

I produttori interessati dovranno fornire ad alcuni laboratori indipendenti le formule integrali dei diluenti che vogliono ottenere il marchio. Al laboratorio convenzionato, che ovviamente sarà contrattualmente sottoposto a precisi vincoli di riservatezza, dovrà essere fornita anche la scheda tecnica, la scheda di sicurezzae le specifiche di acquisto delle materie prime utilizzate. Ogni eventuale variazione formulativa dovrà essere comunicata al laboratorio convenzionato prima della immissione sul mercato del prodotto modificato. A questo punto il gioco è fatto! Ogni utilizzatore dei diluenti contrassegnati dal marchio “Diluente Certo”, in qualunque momento potrà inviare un campione del prodotto acquistato a uno dei laboratori (che hanno concordato un costo agevolato di L. 100.000 per analisi), in modo da avere la garanzia del rispetto delle condizioni previste nei punti a-b-c-d-e. Il risultato dei controlli effettuati sui campioni dei diluenti inviati ai laboratori convenzionati, verrà inviato all’utilizzatore e così il fornitore, sapendo che il controllo potrebbe essere effettuato su una qualunque partita, sarà fortemente stimolato al rispetto degli impegni presi. In questo modo, anche con una sola analisi all’anno il controllo sarebbe garantito, dato che il fornitore non può sapere su quali partite verranno effettuate le analisi!

Conclusioni

La procedura è talmente facile, poco onerosa e a “prova di trucco” che viene da dire: ma come mai nessuno ci ha pensato prima? In realtà gli interessi in gioco e le connivenze che coinvolgono anche gli utilizzatori sono tali da suscitare anche nel sottoscritto (che ha profuso in questa iniziativa molte energie) qualche dubbio sulla diffusione di questo meccanismo trasparente e sicuro. In particolare mi pongo due domande:

  1. nel variegato e frammentato settore dei “diluentisti”, quante sono le aziende che possono trarre un beneficio economico da questa iniziativa (dato che nessuno lavora per beneficienza, è ovvio che un’operazione del genere deve far acquisire quote di mercato a chi si impegna a seguire una strategia commerciale oggettivamente più costosa)
  2. a quanti verniciatori interessa realmente acquistare diluenti che rispondono a precisi criteri prestazionali, di sicurezza e ambientali?

Il mio impegno “dalla parte del verniciatore” mi porta ad avere un’attenzione particolare (e una certa preoccupazione) nei confronti della risposta a questa seconda domanda. Una cosa è certa: indipendentemente dall’esito di questo esperimento nessun verniciatore potrà mai più dire di non avere avuto il modo per scegliere il diluente “giusto”!