Secondo il nostro inviato nella terza dimensione, chi stabilisce veramente il prezzo nel mercato delle vernici per legno non sono le aziende, bensì i rappresentanti. Il dibattito aperto!
Molti si chiedono chi determina il prezzo delle vernici per legno. Come sempre ci sono opinioni diverse, ma qualcun’altro (non ricordo, in questo momento se il sig.Scalfaro o il sig.Din, sicuramente non il sig. Dio…che speriamo, come sempre, in tutt’altre faccende affaccendato…) ha invitato le aziende produttrici di beni di consumo a non far levitare i prezzi di mercato, per non incrementare il tasso di inflazione (voleva dire “per non aumentare gli utili!”, tant’è vero che il sig.Abete si è un pochino incazzato…). La questione è complessa…
Com’è strutturato il mercato delle vernici per legno?
Fermo restando il concetto che il sig.Dini (o chiunque altro) ha poche “cuori” in mano per dirimere la questione (ammesso che il sig.Dini, o chiunque altro, sappia almeno coniugare il participio passato di “dirimere” per poterlo eventualmente usare dichiarando azioni compiute, tramite ufficio stampa), ci vogliamo permettere un’oggettiva analisi delle modalità con cui si elabora il prezzo delle vernici per legno?
Le materie prime, dal gennaio ’94 ad oggi, hanno subito (con l’accento sulla i, anche se in effetti stato quasi “subito”, senza accento sulla i) un aumento di circa il 100%, nel corso dei mesi. Il recupero sul mercato sulle vernici finite ha raggiunto (non sui listini, ma in realtà ) a malapena il 28% e su tale valore si momentaneamente assestato. Un tale “assestamento” avrebbe un minimo di credibilità se il costo delle materie prime di una vernice finita fosse mediamente il 30% (mentre invece può andare dal 50 al 75%!). Evidentemente c’è sotto una verità in 3D! Infatti se io fossi un utilizzatore di vernici per legno, mobilificio o terzista che sia, mi verrebbe spontanea, in questa situazione la seguente analisi di mercato: “ma se questi delle vernici, vivaddio, mi vendono oggi a questi prezzi, allora è una vita che me lo mettono in quel posto!” (è noto che gli utilizzatori fanno analisi economiche molto pragmatiche…)
Ebbene non così, vi assicuro che non così, non ci crederete mai, ma non così! La verità vera in 3 D dei produttori di vernici per legno un’altra, come la verità vera dei venditori di vernici. Io mangio un cane se c’ un produttore di vernici che sa quanto gli “costa veramente” macinare un chilo di stearato di zinco o di ossido di titanio rispetto a un chilo di blu ftalocianina o di Carbon Black, o quanto gli “costa veramente” l’assistenza tecnica per un prodotto rispetto ad un altro, o quanto gli “costa veramente” l’assistenza ad un cliente piuttosto che ad un altro, o quanto gli “costa veramente” un nuovo venditore con un minimo garantito, o quanto gli “costa veramente” comprare materie prime in marchi e vendere schifezze in lire, o quanto gli “costa veramente” produrre una resina invece di un’altra, o quanto gli “costa veramente” fornire un cliente in “equilibrio insolvente” (con la croce?), o quanto gli “costa veramente” far rientrare in azienda due cisterne di fondo in quanto consegnate il 28 del mese, o quanto gli “costa veramente” mettere in tinta 10 chili di laccato (invece di 1000) perchè il cliente deve finire la serie…Potrei continuare con tutti i “costa veramente” che sono molti ancora di più! Tutti questi “costa veramente” sono sempre stati non conteggiati, ma ben digeriti da bilanci con un certo utile (poco o tanto che fosse), oggi invece le aziende di vernici, visto che non sanno quanto costano i “costi veramente”, fanno finta che essi non esistano, esattamente come si fa per il buco INPS: nessuno sa quanto esattamente sia oggi e quanto potrebbe essere domani e quindi si può fingere che qualcuno, prima o poi, lo riempia, ma la cosa che conta solo una cosa: andare avanti così, costi quello che costi, ma che nessuno tocchi le pensioni a qualcuno! Per le vernici vale lo stesso principio: avanti a vendere, costi quello che costi, ma che nessuno tocchi il cliente a qualcuno!
Il prezzo delle vernici è il frutto di un suicidio collettivo
In questa situazione può sembrare che le aziende di vernici abbiano deciso una specie di suicidio collettivo, elaborato a seguito di lunghe e faticose riunioni dirigenziali, nelle quali si analizza il marketing e si fanno budget. In realtà, la vera realtà in 3D, non sono le aziende o i loro direttori commerciali che stabiliscono i nuovi listini, credono di essere loro, ma chi stabilisce veramente i prezzi del mercato delle vernici per legno non sono le aziende, bensì i rappresentanti; infatti se trasformiamo in provvigioni quel 28% (anche rinunciando a un punto) scopriremo che esso risulta essere quella giusta misura Q.B. (quanto basta, non di più, perchè potremmo perdere il cliente!) per riproporzionare gli utili delle “loro aziendine” sul diminuito potere d’acquisto della lira, sull’aumento del tasso d’inflazione, sull’equilibrio monetario e su qualche “star del credere” in più, così le “loro aziendine” (tasse pagate?) potranno continuare a fare le vacanze all’estero, regalare la “Fiat barchetta” allo junior diciottenne, rigommare l’auto d’epoca che si tiene in “villa” (accidenti: non scaricabile!), ristrutturare il “parco Mercedes” (queste scaricabili!), rinnovare il guardaroba estivo alla giovane amante e persino regalare alla tenera consorte un paio d’orecchini di Majorica in falso placcato-oro (oh caro, come fai bene a risparmiare!).
Chi paga?
Esiste anche un’altra realtà in 3D, che incide poco sul prezzo delle vernici: quella del dipendente delle aziende produttrici. Lui si tiene ben stretto il solo stipendio che riceve (tasse e sindacati detratti) prima che qualcuno glielo tolga, non fa più le ore di straordinario di due anni fa, non fa più le stesse vacanze di due anni fa (anzi non le fa per niente), deve mantenere la “Fiat Tipo” (non scaricabile), con cui viene in azienda, diventata nel frattempo un’auto di formula 1 per l’incremento del costo della benzina, se fuma, le sue sigarette costano molto di più (infatti sta smettendo), anche la sua pizza costa di più, il suo giornale e la borsa della spesa di sua moglie, senza parlare del dentista!
Se poi un tecnico vive anche momenti di depressione (le sue creature vengono svalorizzate direttamente all’origine!) non può “scaricare” niente (eccetto la moglie, se la sorprende col giovane amante…) e rischia persino di sentirsi gentilmente proporre di trovarsi un altro posto di lavoro.
Il fatto che esista quest’altra realtà ai sigg. Rappresentanti gliene frega poco, non più del fatto che qualcuno, nelle aziende di vernici, un giorno dovrà pur firmare i bilanci. Loro, Senatori del mercato, troveranno sempre una geniale azienda che li assume, minimo garantito compreso.
Abbiamo quindi finalmente scoperto la vera realtà in 3D delle vernici per legno: la genialità delle aziende. Secondo Marie Gemelli-Carroll, c’è una piccolissima differenza fra il genio e la stupidità: il genio ha dei limiti!
Ho la netta sensazione che qualcuno, da oggi, mi possa volere poco bene…beh, si metta in coda dopo quelli di ieri…