Caro Direttore, colgo l’occasione per informare, chi ancora non ne fosse a conoscenza, sul comportamento di una Ditta (!!!) toscana, operante nel settore delle vernici a base di solventi organici.
Prendo lo spunto da un episodio accaduto ad un mio cliente titolare di un laboratorio artigiano di falegnameria, con annessa cabina di verniciatura e zona di essiccamento a sé stante. Nel maggio del 1996 acquista un fondo verde bosco per verniciare delle persiane che aveva realizzato, circa 60 pezzi. Terminata la verniciatura e la pulizia, sia dei locali che della cabina ben oltre le ore 21, durante la notte scoppia un incendio, che si origina dalle persiane verniciate, con danni notevoli per l’azienda; per colmo di disgrazia interviene il figlio con un primo estintore per cercare di soffocare l’incendio, ma non è sufficiente; prende un secondo estintore a polvere che, al momento della messa in funzione, non solo fa divampare maggiormente l’incendio (per inciso non è uscita la polvere), ma prende addirittura fuoco bruciando internamente ed ustionando alle mani l’operatore.
Da successivi accertamenti emergono una serie di situazioni anomale di seguito riportate:
la vernice sembra fosse stata formulata dalla ditta venditrice, usando come base un trasparente di altra ditta e consegnando, come scheda di sicurezza, quella di quest’ultimo prodotto
la vernice fornita, prima dell’uso doveva essere diluita con un 30 -35% di diluente, sempre fornito dalla ditta venditrice;
la scheda di sicurezza, consegnata al momento dell’acquisto dalla ditta venditrice, non solo è quella di un prodotto diverso, ma contiene una serie di errori così grossolani (si parla per esempio di reazioni “esoteriche”, che richiamano immagini magiche, più che chimiche) da lasciare perplessi su chi l’abbia effettivamente compilata (o forse manipolata è il termine più adatto?)
l’attuale fornitore di vernici ha espresso una sua considerazione a proposito dell’;accaduto, ipotizzando che siano stati impiegati, per ovvi motivi, solventi ad alta evaporazione che porterebbero, evaporando, alla formazione veloce di una pellicola superficiale, lasciando al proprio interno solvente in fase liquida che non riesce ad allontanarsi. Le successive reazioni esotermiche, provocate dalla polimerizzazione durante l’essiccamento, potrebbero aver trovato, in questi solventi ancora liquidi, l’innesco per originare l’incendio.
Spero che quanto sopra sia sufficiente per i provvedimenti del caso, visto il gravissimo danno arrecato da questi signori a quanti, invece, operano nel settore correttamente e con professionalità. Allego anche una copia della prima pagina della scheda di sicurezza, messa a disposizione del cliente al momento dell’acquisto.
Eugenio Rietti
Consulente sicurezza