TECNOLOGIE PIÙ PULITE NELLA VERNICIATURA DEL LEGNO: CHI DECIDE QUALI SONO? E SE NON FUNZIONANO?
Come si fa ad evitare che su un tema così importante prevalgano gli interessi commerciali dei fornitori?
Se si fa in giro dicendo ad esempio che l’acqua risolve tutti i problemi, che l’UV non ha limiti, che il futuro sta nei prodotti in polvere ecc. qualcuno prima o poi ci crede (e poi ci si lamenta se le leggi non tengono conto della realtà e sono inapplicabili). La mancanza di trasparenza su questi argomenti ha creato un clima di sfiducia reciproca tra utilizzatori e enti pubblici.
I PRODOTTI ALL’ACQUA FUNZIONANO? E IN QUALI AZIENDE?
E’ necessario distinguere ciò che forse potrebbe funzionare in futuro da quello che è effettivamente a disposizione oggi a costi economicamente sopportabili dalle aziende.
Nell’ambito dell’indagine richiesta dal Ministero dell’Ambiente e dall’ENEA, svolta nel 2002 dall’Istituto Ambiente Italia con la collaborazione di “Professione Verniciatore”, sono stati censiti i casi in cui si applicano tecnologie più pulite (escludendo il settore dei serramenti esterni, dove ormai oltre l’80% delle aziende utilizza prodotti all’acqua, che sono migliori di quelli a solvente anche dal punto di vista prestazionale), chiedendo a tutti i produttori di vernici, apparecchiature e impianti di applicazione e di depurazione di segnalare le aziende presso le quali vengono impiegate.
Sulla base di questo lavoro e di altri effettuati in alcune zone d’Italia da Enti e associazioni locali (vedi ad esempio Catas per il settore della sedia, Federlegno per il mobile di Pordenone, ARPA Reggio Emilia, Ervet e altri) è possibile enunciare alcuni principi generali.
Gli artigiani e le aziende che producono su misura riescono a usare vernici all’acqua (circa 3.000 tonnellate nel 2002).
I verniciatori conto terzi hanno esigenza di flessibilità e produttività e devono usare svariati cicli, quasi esclusivamente a solvente.
I pezzi completamente piani lavorati in serie (profili per edilizia, parquet, pannelli per mobili e porte senza bugne ecc) si verniciano con prodotti UV fino al 100% di residuo secco, anche a rullo. I casi in cui si applicano prodotti all’acqua, UV e non, sono una decina.
I pezzi non piani lavorati in serie (antine, cornici, profili per mobili) si verniciano con prodotti a solvente e, tranne il caso di qualche azienda che ha introdotto parzialmente cicli misti o integrali con UV all’acqua, nella maggior parte dei casi in cui c’è stato un intervento degli Enti di controllo a causa del superamento dei limiti di emissione le aziende hanno optato per l’impianto di abbattimento.
Nella sedia è documentato un solo caso di ciclo industriale all’acqua (Arbor), mentre alcuni cicli misti vengono proposti da un terzista (Azzurra).
Tecnologie più pulite nella verniciatura del legno – 20/07/2015
Chi decide quali sono?
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