Egr. Direttore,
ho ricevuto da un rivenditore di vernici un depliant che pubblicizza un tintometro di uso molto semplice, alternativo a quelli elettronici, nel quale oltre a sottolineare i consueti vantaggi offerti da questo utile strumento (basso impegno di magazzino, moltissimi colori ottenibili con sole 8 basi) si evidenzia una caratteristica che non avevo mai trovato in casi analoghi: “nessuna certificazione ed etichettatura richiesta”. Tale frase mi induce a pensare che i prodotti miscelati nel tintometro non richiedano alcuna etichettatura, ma vorrei un vostro parere.
Cordiali saluti
Lettera firmata
Prendiamo spunto dal problema di interpretazione segnalatoci dal lettore, per affrontare il tema dell’etichettatura dei prodotti vernicianti realizzati mediante tintometro, per i quali ci sono stati segnalati altri casi di imprecisione. In effetti alcuni operatori affermano che il tintometro consente di realizzare prodotti con colori diversi, ma con caratteristiche chimico-fisiche identiche al prodotto base, per cui non necessiterebbero di modifiche all’etichettatura. La frase segnalata dal lettore (“nessuna certificazione ed etichettatura richiesta”), dovrebbe però essere sostituita più correttamente con la frase “nessuna certificazione ed etichettatura è richiesta oltre a quelle già esistenti per il prodotto base”. Un prodotto realizzato con il tintometro, proprio perchè è una miscela di basi diverse, dovrebbe avere un’etichetta propria. Ad esempio, spesso la variabile più significativa tra una base e l’altra è la presenza di piombo, con tutto quel che ne consegue in termini di etichettatura e di scheda di sicurezza. Se si parte da una base bianca (esente da piombo per definizione) e si compone il colore con l’aggiunta anche modesta di paste contenenti piombo, l’etichetta del prodotto finito sarà diversa da quella della base bianca. Va anche ricordato che, oltre all’obbligo dell’etichettatura, esiste l’obbligo della scheda di sicurezza, che potrebbe dover essere modificata a seconda dei componenti con cui viene realizzato il nuovo prodotto. Se si usano solo prodotti senza piombo, allora in effetti l’etichetta potrebbe essere uguale al prodotto base, ma in ogni caso deve essere esposta sul prodotto finito. Tutto quanto abbiamo scritto vale per coloro che miscelano il prodotto e lo rivendono, mentre se la miscelazione viene effettuata dall’utilizzatore finale, non vi è alcun obbligo di etichettatura, ma solo il dovere, ai fini della sua sicurezza, di controllare cosa sta miscelando.