Esiste una situazione molto diversificata tra i pavimenti realizzati con pannelli impiallacciati e i parquet. La verniciatura dei parquet implica la scelta dei cicli giusti
PREMESSA
Con queste brevi note, vogliamo nuovamente ritornare sul tema delle prestazioni delle superfici dei pavimenti a base legno, considerata l’esistenza di una situazione molto variegata in questo settore, che spesso porta purtroppo con sé anche un po’ di confusione. Per cercare di fare un po’ di ordine prenderemo in esame due tipologie di prodotti: i pavimenti costituiti da pannelli impiallacciati (con spessore massimo dello strato nobile pari a 2,5 mm) e i parquet. Per completezza accenneremo anche alla norma sulle vernici per pavimenti di legno pubblicata in Italia come UNI 11622 nel 2016.
I PAVIMENTI COSTITUITI DA PANNELLI IMPIALLACCIATI
Iniziamo prendendo quindi in considerazione la norma europea EN 14354, che specifica i metodi di prova e i requisiti minimi per questa tipologia di prodotti. La norma è stata revisionata nel 2017, mantenendo comunque la classificazione in due categorie (Domestic e Commercial), ciascuna delle quali suddivisa a sua volta in tre livelli di impiego (Moderate, General e Hard). In definitiva la norma riporta sei diversi livelli di prestazione.
Facciamo un esempio: la norma specifica che la resistenza all’usura deve essere misurata con il metodo della resistenza all’abrasione indicando, nel caso dell’impiego dello strumento con carte abrasive, un valore minimo di 900 giri per il livello di impiego più “leggero” (Domestic – Moderate use) e di almeno 4.000 giri per la categoria di utilizzo più severa (Commercial – Hard use).
La norma fornisce anche un criterio di etichettatura del pavimento, secondo determinati “pittogrammi”. Tutto ciò permette ai produttori di informare la propria clientela sulle prestazioni dei loro prodotti e agli utenti finali scegliere in modo consapevole quello che più si adatta alle loro esigenze, magari bilanciando e mediando la propria scelta con le caratteristiche estetiche e, ovviamente, anche con il costo.
VERNICIATURA PARQUET
Nel caso dei parquet, esistono invece delle norme specifiche per valutare la resistenza del parquet all’abrasione, per la determinazione dell’elasticità, della resistenza all’impatto (EN 13696) e al contatto con sostanze chimiche (EN 13442), ma queste norme non esprimono alcun valore minimo di accettabilità. Sono pertanto dei semplici metodi di misura, che possono servire per confrontare vari prodotti, per migliorarli, per rapportarsi con i fornitori o con i clienti.
Si può segnalare comunque che se a livello normativo non esiste alcun documento contenente dei requisiti minimi per questi prodotti, l’Istituto Ihd di Dresda (Germania) ha invece pubblicato una linea guida molto dettagliata, essendo anch’essa suddivisa in sei classi, analogamente alla norma precedentemente presentata. Si tratta tuttavia di un documento derivante dalle tradizioni e consuetudini del mercato tedesco non avendo, altresì, nemmeno il valore di una norma ufficiale.
LA NORMA SULLE VERNICI
Se è vero che per il parquet non esiste alcun criterio normato per l’accettabilità delle prestazioni fornite dalle superfici, esiste invece una norma – la UNI 11622-1, nata nel 2016 – che vuole essere uno strumento per la formulazione e la selezione dei cicli di verniciatura da destinare alle pavimentazioni di legno. Questo strumento serve innanzitutto ai formulatori, che possono così preparare vernici in linea con le esigenze del mercato e classificarle in funzione delle prestazioni raggiunte quando applicate in condizioni “standard”. La norma, infatti, prevede di applicare le vernici su supporti costituiti da faggio vaporizzato e di classificarle, sulla base dei risultati raggiunti, in tre categorie: “Alta frequentazione”, “Media frequentazione” e “Bassa frequentazione”.
Gli operatori del settore (produttori di pavimenti, installatori, e utenti finali) possono così scegliere le vernici che meglio si adattano alle loro esigenze ma, lo ribadiamo, questa classificazione non riguarda il parquet finito, per il quale non esiste ad oggi alcuna norma di riferimento.
CONCLUSIONI
Abbiamo dunque visto che esiste una situazione molto diversificata tra i pavimenti realizzati con pannelli impiallacciati e i parquet.
Nel primo caso esiste una norma completa che definisce i metodi di prova, i requisiti minimi e addirittura il criterio per la marcatura del pavimento, così che le prestazioni siano immediatamente visibili e comprensibili dal mercato.
Nel caso del parquet la situazione è invece totalmente differente: esistono dei metodi di prova, ma non esiste alcun valore ufficiale che possa guidare il mercato nella produzione e nella scelta dei prodotti.
Per ciò che riguarda invece la norma sulle vernici, abbiamo nuovamente chiarito che il suo campo di applicazione non è il parquet finito, bensì quello delle vernici liquide che, sulla base di questa norma, possono essere pertanto classificate in tre diverse categorie.
Come anticipato nella premessa di queste note, la mancanza di una norma che stabilisca dei requisiti minimi per le superfici dei parquet crea a volte incertezza e anche confusione, soprattutto quando si cerca di forzare in quest’ambito l’assunzione di requisiti valenti in realtà per altri prodotti.
Speriamo, con queste poche righe, di aver dunque contribuito a fare chiarezza su questi temi e, magari, a stimolare qualche riflessione da parte dei soggetti operanti in questo settore.
Franco Bulian – CATAS