Per la prima volta i “prodotti ecologici” salgono sul “banco degli imputati”. L’uso assoluto del termine “ecologico” é stato considerato ingannevole dall’Istituto di auto-disciplina pubblicitaria. Un verdetto esemplare che tutti gli “ecofurbi”dovranno tenere in considerazione nell’elaborazione delle campagne pubblicitarie .
La nostra rivista é da tempo impegnata contro l’uso improprio del termine “prodotto ecologico”, che ben poco ha a che fare con l’identificazione dei formulati chimici impiegati nell’i ndustria (diluenti, vernici ecc.). Con l’avvento della coscienza ambientale a livello di massa e la conseguente tendenza a considerare positivamente qualsiasi merce “ecologica”, c’é stata una vera e propria corsa alla creazione di campagne commerciali basate sullo sfruttamento di presunte capacità ecologiche dei prodotti più disparati. Abbiamo più volte messo in guardia i nostri lettori contro i numerosi “venditori di fumo” presenti sul nostro mercato che, giocando su un linguaggio di sicuro impatto , ma del tutto fuorviante, propongono diluenti o vernici “ecologiche”. Mai però ci saremmo aspettati di trovare messaggi ingannevoli nella pubblicità di un’azienda automobilistica come la “Volvo”, tra l’altro da tempo impegnata sul fronte della sicurezza e con una conoscenza approfondita della problematica ambientale. Eppure sull’inserto settimanale “Il Venerdi” del quotidiano “La Repubblica”del 20 settembre, quasi un milione di lettori hanno potuto ammirare su due intere pagine lo slogan “Volvo usa vernici ecologiche. La natura annusa e approva”! Ora, a parte il fatto che nutriamo seri dubbi sull’approvazione della “natura” nei confronti di qualunque processo industriale sulla base di una verifica “olfattiva”, é evidente il tentativo di proporre un’immagine scorretta sfruttando un termine positivo. Abbiamo quindi esposto il caso al “Comitato di controllo del Codice di autodisciplina pubblicitaria” e al “Garante della concorrenza e del mercato”, organismi competenti in materia, a cui si può rivolgere ogni cittadino. La sentenza di condanna del “Giurì” dell’Istituto di autodisciplina é riprodotta in originale qui a fianco, mentre é in corso il giudizio del Garante.